CONSIGLIO DI STATO STIGMATIZZA OPERATO CAMPANARO
Si chiude definitivamente una vicenda assurda, per fatti di 15 anni da cui l’editore fu assolto. da tempo le aziende erano già in white list. L’interdittiva a Postiglione non andava emessa, la Prefettura di Potenza condannata alle spese legali
Il Consiglio di Stato si è definitivamente pronunciato: la Prefettura sbagliò nel disporre l’interdittiva nei confronti dell’editore Postiglione, errore perpetrato anche dal Prefetto Campanaro che non la revocò su specifica istanza, in punta di diritto e merito. Il suo errore costerà ai contribuenti italiani. Si è trattato di un errore così grave, infatti, che la massima Assise amministrativa ha condannato al pagamento delle spese legali. Ricordiamo che ormai da tempo, le aziende riferibili a Postiglione erano anche entrate in “White list” a seguito del controllo giudiziario effettuato. Ma questa sentenza mette un punto importante sulla posizione personale di Postiglione che non andava interdetto. Anche perché per i fatti che gli furono contestati ormai 15 anni fa, venne assolto. A dirlo oggi con definitiva e tombale decisione il massimo organo di giustizia amministrativa che ha definitivamente annullato i provvedimenti della Prefettura potentina. Già in sede di sospensiva il Consiglio di Stato aveva ordinato alla Prefettura di Potenza di procedere alla cancellazione del provvedimento. L’avvocatura dello Stato, per la Prefettura di Potenza, si era costituita nel merito per far cambiare idea al Consiglio di Stato, ma Postiglione aveva ragione e il Prefetto aveva torto.
IL GIUDIZIO PREFETTO IN CONTRASTO CON LA NORMA
Secondo il Consiglio di Stato «il giudizio prognostico (su Postiglione ndr) non solo contrasta col dettato normativo, ma collide con l’impianto logico- inferenziale che sottende – o dovrebbe sottendere – l’iter motivazionale del provvedimento prefettizio: in tal modo, infatti, si desumono elementi concreti di contiguità o permeabilità da cui non si evince alcunché a carico dell’impresa o dei soggetti societari di cui la persona fisica sia socio o amministratore». Secondo il Consiglio di Stato, in pratica, il Prefetto Campanaro nel comminare l’interdittiva a Postiglione ha palesemente sbagliato. Un errore che ha causato sofferenza al all’uomo, oltre che all’editore e che ora sta determinando anche spese processuali a carico di ciascun cittadino. Giuseppe Postiglione è uomo con le spalle larghe e che, con grande determinazione, è riuscito a tenere in piedi l’attività imprenditoriale e anche a dimostrare fino all’ultimo grado di giudizio che la decisione nei suoi confronti era palesemente ingiusta e contraria alla legge e “all’impianto logico interferenziale” della decisione. Ci chiediamo quante persone in Basilicata non hanno la sua stessa capacità imprenditoriale e la sua stessa determinazione e sono costretti a soccombere davanti ad un provvedimento illogico adottato dalla Prefettura dei record che anche posta di fronte all’evidenza dell’errore dai difensori (avvocati Maurizio Spera e Antonio Lammarte) ha insisto nel difendere un provvedimento ingiusto. Quasi come se ci fosse una gara a mantenere i numeri, anche laddove non vi erano gli elementi per poter comminare e mantenere un’interdittiva.
LA RICERCA DEL RECORD
Dovrebbe essere la politica ad interrogarsi ma, siccome la politica non lo fa, lo facciamo noi. Assistiamo con cadenza periodica alle dichiarazioni entusiaste della Prefettura di Potenza che comunica l’ennesima interdittiva prefettizia. Quante di queste sono state emesse in contrasto con un impianto “logico-interferenziale”? Quante sono state emesse in modo non stringente? Non lo sappiamo perché non osiamo neanche immaginare quanti imprenditori e cittadini comuni siano costretti ad accetta- re le decisioni per la mancanza della capacità economica e anche caratteriale che ha avuto il nostro editore. Possiamo, però, dare dei numeri per cercare di capire la situazione. Il Ministero dell’Interno ha aggiornato il report sulle informazioni e le comunicazioni interdittive delle varie province al primo semestre del 2023. Da questo report emerge che la provincia di Potenza ha più comunicazioni interdittive nel primo semestre del 2023 di quante ne abbiano ciascuna delle province calabresi, superate dalle province campane soltanto da Napoli e Salerno (che, però, hanno molti più abitanti della provincia di Potenza), superata soltanto da Palermo tra le province siciliane. Se si fa un rapido rapporto tra la popolazione e il numero di comunicazioni interdittive la provincia di Potenza risulta essere la provincia più infiltrata d’Italia. Ci chiediamo se questo dato corrisponda alla realtà o se sia una sommatoria di decisioni che, per citare il Consiglio di Stato, contrastano con il dettato normativo.