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FANELLI RINCORRE, TELESCA SOLARE

Il civico risponde alla macchina del fango con un’operazione trasparenza e valorizzazione della bellezza. Ballottaggio Potenza, il vicepresidente sempre più rabbuiato stressa l’apparato

La notizia del giorno è quella che riportiamo nelle pagine dell’edizione odierna e rilanciata dalla lista civica “Uniamoci per Potenza”. Francesco Fanelli, nella sua qualità di vicepresidente della Giunta Regionale si è recato nelle strutture pubbliche, accompagnato dai vari direttori generali e presidenti per fare campagna elettorale. Il Tour ha riguardato non solo la Regione, ma anche molti enti regionali o controllati che, per amore di patria qui per ora non citeremo. Fanelli sarebbe andato con il nominato dalla politica di turno a farsi presentare e chiedere il voto ai lavoratori. Come sempre a noi non piace vestirci da vestali. Non siamo di quelli che si scandalizzano senza motivo quando vediamo l’esercizio del potere in una campagna elettorale. È sempre accaduto, sempre accadrà. Certo fa un po’ specie vedere quelli che dovevano “cambiare tutto” compor- tarsi come “quelli di prima” ma noi non siamo certo persone che ignorano il principio di auto conservazione del potere secondo cui i mezzi di chi detiene il potere sono sempre gli stessi a prescindere dal detentore del potere stesso. Con queste premesse non ci saremmo mica scandalizzati se avessimo saputo che i direttori generali delle aziende pubbliche nomi- nate dal centrodestra han- no fatto campagna elettorale per Fanelli. Non è il massimo del decoro istituzionale ma per citare Nietzsche è “umano, troppo umano”. Quello che, invece, ci indigna è la totale mancanza di estetica. Ci disgusta l’impressione di trovarci davanti a persone invitate per la prima volta al banchetto importante e che non hanno an- cora avuto modo di istruirsi sull’utilizzo corretto delle posate e delle tovaglie. Diciamo che il tour degli uffici modello Alberto Sordi in “Clinica villa celeste convenzionata con la mutua”, oltre ad essere assolutamente improduttiva in termini elettorale è anche una bel- la cafonata. Una caduta di stile da parte di Fanelli che ci saremmo volentieri evitata.

FANELLI SEMPRE PIU’ ISOLATO NEL RANCORE

Quello che traspare nella campagna elettorale è un Francesco Fanelli intrappolato nel rancore personale. Dopo l’accordo tra Telesca, Giuzio e Smaldone parla di “accordo per le poltrone” cui rispondere con “la forza delle idee”. Una visione manichea che contrappone in modo banale e assertivo il bene e il male senza, però, riempirla di contenuti. La forza delle idee va sicuramente bene ma ci piacerebbe conoscere quali sono queste idee. Fino ad ora non ne abbiamo né viste né sentite. Abbiamo letto di città da pulire e di servizi da garantire. Con- tenuti degni di una campagna elettorale per il consiglio comunale dei ragazzi. Speriamo di non leggere anche enunciati sulla pace nel mondo e, così, avremmo anche superato il limite delle vecchie dichiarazioni delle aspiranti e vincenti Miss Italia. Se davvero Fanelli vuole parlare della “forza delle idee” non dovrebbe limi- tarsi alla bellissima immagine di lui circondato da persone ma anche raccontarci, per esempio, in cosa è cambiata la città in questi dieci anni di governo della destra nel capoluogo. Capiamo bene che hanno sostituito Guarente perché speravano di far dimenticare il quinquennio di governo ma noi non siamo così stolti da non avere bene a men- te che Potenza è ancora governata dal centrodestra. Con queste premesse sarebbe logico che Fanelli (magari insieme a Guarente) ci raccontasse quali sono stati i cambiamenti, cosa ha funzionato meglio di prima in modo da poter convincere gli elettori e noi stessi che votarlo significa dar valore al fatto e potenzialità al da farsi. La forza delle idee potrebbe essere dirci cosa intende fare, come intende raccontare la città del futuro, quale la sua visione del capoluogo di regione. Su tutto ciò il silenzio. La macchina della comunicazione fa quello che può, si adopera ad inventare e costruire storie e fotografie ma quando mancano assolutamente i con- tenuti è difficile farlo. I contenuti dovrebbe fornirli il candidato ma, evidentemente, non lo fa. E, così, anche le condivisioni e la partecipazione social scema e si riduce. Uno sguardo di chi conosce la città lo vede subito che a condividere e rilanciare Fanelli sono solo i militanti più stretti come un esercito di giapponesi sempre più ridotto.

TELESCA SOLARE

Lo stato d’animo trasferisce la sensazione e permea l’azione. Telesca appare sereno, come se stesse aspettando soltanto il momento della proclamazione finale. Il candidato sindaco ha avuto il sostegno politico di Smaldone e Giuzio e gira i quartieri, incontra gente e rilancia sulla sua lettura della città. Nel suo video di ieri ha messo in campo una dicotomia importante del “fango” contro la “bellezza” descrivendo non soltanto la bellezza della nostra città ma anche co- me intende migliorarla. Se Fanelli non ci ha ancora detto cosa di buono è stato fatto dal suo collega di partito Guarente, Telesca che nella legislatura appena trascorsa era consigliere di minoranza, invece, ce lo racconta quello che ha fatto. Lo ha fatto, per esempio, ieri spiegando come per controllare il decoro urbano e la corretta raccolta dei rifiuti ha deciso di andare con l’ACTA a verificare che le pulizie fosse- ro fatte a regola d’arte dopo la festa di San Gerardo. Per averlo fatto – racconta Telesca – si è beccato anche una denuncia della quale, però, va orgoglioso perché “se la mia colpa è stata di raccontare la verità, allora sono colpevole. Ma il fatto di poter incappare in eventuali testimonianze, di raccontare sempre e solo la verità, non mi ha mai fermato dallo stare in prima linea per il bene comune e non lo farà mai.” Per chi osserva da anni le campagne elettorali non può che apparire un autentico capolavoro quello fatto da Vincenzo Telesca tra il primo e il secondo turno. Al ballottaggio Telesca ci è arrivato da secondo, in teoria dovrebbe inseguire l’amministrazione uscente arrivata prima con il suo candidato. È riuscito a ribaltare questa situazione in campagna elettorale costringendo Fanelli ad inseguire. La comunicazione è una tecnica ma non esiste tecnica comunicativa che possa annullare la differenza di contenuti. Telesca i contenuti dimostra di averli e li spende bene costringendo gli altri alla polemica del rancore.

Di Massimo Dellapenna

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