IN BASILICATA 8 CONTRATTI SU 10 SONO A TEMPO
Dinamiche occupazione, nonostante il calo l’agricoltura è il settore che ingloba più attivazioni: il 40,1% del totale. Con Puglia e Calabria, il trio delle regioni dove il determinato è il contratto più diffuso
Occupazione, situazione lucana in chiaro scuro. Tra i dati positivi, il seguente: in Italia la variazione percentuale tra le trasformazioni dei rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato registrate nel 2023 e quelle dell’anno precedente supera la media nazionale del 4% per la Valle D’Aosta (+26,3%) e per la Calabria (+18,3%), la Campania (+11%), la Sicilia (+9,4%), la Basilicata (8,8%), la Puglia (7,6%), il Molise (4,9%)». Sulle dinamiche del mercato del lavoro dipendente e parasubordinato nell’arco temporale 2021- 2023, i dati nel rapporto annuale ministeriale sulle Comunicazioni Obbligatorie 2024.
SUDDIVISIONE SETTORIALE
In riferimento al 2023, per quanto riguarda i rapporti di lavoro attivati, nel complesso, suddividendo i settori prevalenti per regione, si evidenzia nel Mezzogiorno una vasta area a forte prevalenza di attivazioni nel settore Agricolo, composta da Basilicata (il 40,1% del totale), Puglia, Calabria, Sicilia e Molise, mentre la Sardegna e la Campania, con una quota preponderante dedicata al comparto Alberghi e Ristoranti, mostrano una superiore vocazione turistica. Pertanto, analizzando la composizione regionale delle attivazioni per settore di attività economica, si osserva che le regioni del Mezzogiorno rappresentano in misura maggiore il settore dell’Agricoltura in termini di volumi di attivazioni: nel 2023, a fronte di una media nazionale pari all’11,2%, la Basilicata e la Puglia, registrano rispettivamente il 40,1% e il 33,9% dei contratti avviati, la Calabria il 30,3%, la Sicilia il 20,6% e il Molise (16,8%). Quote superiori alla media nazionale sono riscontrate anche nelle Provincia Autonoma di Bolzano (22,2%), nella Provincia Autonoma di Trento (16,8%), in Umbria (11,4%) e in EmiliaRomagna (11,3%), mentre la Lombardia e la Liguria assorbono la percentuale minore delle attivazioni dell’Agricoltura con poco meno del 3%. Per la Basilicata il dato sull’agricoltura ha maggiore risalto, considerando che nel 2023 i rapporti di lavoro attivati nel settore, sono risultati inferiori a quelli dell’anno precedente del 3,9%. Complessivamente, considerando tutti i settori, in Basilicata nel 2023 sono stati attivati 152mila e 602 contratti di lavoro (+1,1% rispetto ai 151 mila e 4 del 2022). In termini percentuali, ma relativi ai singoli settori, dal 2022 al 2023, in Basilicata variazioni positive per il settore commercio e riparazioni (+ 11,5%), alberghi e ristoranti (+10%) e altri servizi pubblici, sociali e personali (+9,7). Come spiega il rapporto, «con riferimento ai Servizi, nel settore Commercio e riparazioni, in crescita del 2,9% le variazioni più significative interessano regioni appartenenti a aree territoriali differenti, in particolare Basilicata (11,5%), Valle d’Aosta (+11,3%), Campania (+6,6%) e Veneto (5,5%) così come in Alberghi e ristoranti – che a causa delle caratteristiche specifiche del settore, aveva subito nel 2020 il calo di attivazioni più elevato – le variazioni si distribuiscono in modo più eterogeneo tra le regioni; a fronte di una media nazionale pari al 7,6%, i maggiori incrementi per tale settore si verificano nel Lazio (+13,8%), in Sicilia (+12,7%), in Campania (+12,2%) oltre che in Friuli-Venezia Giulia, Basilicata e Lombardia».
SUDDIVISIONE PER TIPOLOGIA CONTRATTUALE
Considerando, invece, la composizione percentuale dei rapporti attivati per tipologia di contratto, emerge come il rapporto a Tempo Determinato, pari al 66,4% del totale nel 2023, rappresenti la forma più diffusa di formalizzazione dei contratti di lavoro. L’incidenza di tale istituto si colloca al di sopra della media nazionale nella totalità delle regioni del Mezzogiorno: in particolare in Basilicata, Puglia e in Calabria rappresenta rispettivamente l’82,2%, l’80,9% e l’80,8% delle formalizzazioni contrattuali. I rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato, che riguardano il 14,2% del totale, mostrano valori significativamente superiori alla media nazionale nel Nord, in particolare in Lombardia (20,2%), Piemonte (19,3%,) e Veneto (17,7%), mentre valori inferiori si registrano nel Mezzogiorno, in particolare in Puglia (7,6%) e in Basilicata (7,9%). Riguardo i Contratti di collaborazione (pari al 5,5%), si osserva come il peso più consistente è rilevato principalmente dalle regioni del CentroNord, raggiungendo le quote più elevate in Umbria e Marche (entrambe 7,9%), Piemonte (6,9%), Veneto (6,7%), mentre le percentuali minori si individuano in Basilicata (2,2%) e nella Valle D’Aosta (2,6%). In diminuzione del 4,1%, i tirocini extracurriculari. Per quanto riguarda la durata, osservato che le regioni con la percentuale maggiore di rapporti cessati dopo almeno un anno dalla data di attivazione sono il Piemonte (24,1%), la Lombardia (23,2%), il Veneto (22,8%), il FriuliVenezia Giulia (20,3%), mentre le quote minori si riscontrano in particolare in Puglia (8,9%), in Basilicata (9,2%) e in Calabria (10,8%). Con riferimento al Licenziamento, che rappresenta il 5,5% del totale delle cause di cessazione, nel 2023 le quote maggiori riguardano la Sardegna e la Campania (entrambe pari a 7,2%) e mentre quelle minori si rilevano nella Provincia Autonoma di Trento, nella Provincia Autonoma di Bolzano (pari rispettivamente a 2,5% e a 2,6%) e in Basilicata (pari a 3,8%). Valori compresi tra 4,0% e 4,4% si rilevano in Puglia, Lazio e Valle d’Aosta, regioni perlopiù a vocazione turistica.
Di A.Carponi