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TRIBUNALE DISPONE DISSEQUESTRO “DIVA CAFFÈ”

Palazzo San Gervasio, inchiesta “frontetusio”: sequestro per 400 mila euro nei confronti di Teora. Quote societarie di moglie e suocero di Triumbari coinvolto nell’inchiesta sul clan Martorano-Stefanutti

A circa un anno di distanza dal convalidato sequestro d’urgenza del “Diva Caffè” che si trova di fronte al Tribunale di Potenza, disposta la restituzione. Il provvedimento ablativo era scaturito a seguito delle indagini coordinate dall’Antimafia di Potenza che avevano rilevato una presunta sproporzione di circa 300 mila euro tra la disponibilità patrimoniale e il reddito dichiarato dal potentino Marco Triumbari, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’inchiesta “Lucania Felix” che nel novembre 2021, come prospettato dagli inquirenti, aveva portato alla luce i nuovi affari illeciti del clan Martorano-Stefanutti. Le quote del “Diva Caffè”, però, riconducibili alla moglie (difesa dall’avvocato Salvatore Laguardia) e al suocero (difeso dall’avvocato Luigi Angelucci) di Triumbari (difeso dall’avvocato Salvatore Laguardia). Per altre società riconducibili direttamente a Triumbari, era già emersa l’inattività e l’assenza di patrimonio aziendale e di liquidità, nonché, in un caso, la dichiarazione di fallimento. Per queste società, dato il quadro descritto, impossibilità di gestione e di ripresa delle attività imprenditoriali. Il “Diva Caffè” finì, con conseguente nomina di un Amministratore giudiziario, nel mirino della Procura per gli stretti legami familiari tra i proprietari delle quote societarie e lo stesso Triumbari. Tra i beni sotto sequestro, riferibile alla moglie di Triumbari, anche una ca- sa. Sia per l’appartamento, dimostrata la sostenibilità dei ratei del mutuo contratto per l’acquisto dell’abitazione, che per il “Diva Caffè”, la Srls è in passività, forte l’esposizione debitoria, ed ha be- ni aziendali ritenuti di scarso valore e con concreta impossibilità di monetizzazione, dal Tribunale di Potenza disposta la restituzione agli aventi diritto. Raggiunto telefonicamente dalla redazione di Cronache, l’avvocato Angelucci ha commentato: «È pienamente emersa la liceità dei passaggi societari e gestionali del Diva Caffè, nonchè l’insussistenza di un qualsiasi intento di porre in essere condotte per sottrarre il bene a eventuali misure di prevenzione».

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