PESCOPAGANO, LA MINORANZA: «NELLA GIUNTA MANCA LA PARITÀ DI GENERE»
L’ex sindaco Carnevale rivendica le quote rosa: «Vicesindaco e assessore uomini, deleghe solo a una consigliera donna»
Sono trascorse due settimane dalle elezioni amministrative, e in molti comuni in questi giorni si stanno insediando le nuove Giunte. A Pescopagano dopo il primo Consiglio comunale, l’ex Primo cittadino, oggi Consigliere capogruppo di minoranza Giovanni Carnevale, fa partire dalla sua scrivania una missiva indirizzata all’attuale Sindaco Francesco Ambrosini, alla Consigliera Regionale per le Pari Opportunità Ivana Enrica Pipponzi e per conoscenza al Prefetto della Provincia di Potenza Michele Campanaro, con oggetto: “Rilievi di illegittimità e richiesta adozione provvedimenti conseguenti”. Carnevale dunque mette nero su bianco: «Il neo eletto Sindaco del Comune di Pescopagano ha nominato i componenti della Giunta, individuando nelle persone di Francesco Gonnella e Francesco Via rispettivamente, le figure del vicesindaco e dell’assessore, costituendo, così, di fatto l’organo di governo con una sola rappresentanza di genere. Sempre il 19 giugno, in occasione del primo Consiglio Comunale, il Sindaco ha comunicato la nomina dei componenti della Giunta Comunale e dei Consiglieri comunali delegati. Ad ogni Consigliere sono state attribuite delle deleghe ed in particolare, all’unico Consigliere donna della maggioranza sono state conferite tre importanti deleghe quali famiglia, scuola e politiche sociale, quest’ultima particolarmente assorbente ed impegnativa attesa la presenza di ben due centri di accoglienza per minori non accompagnati sul territorio comunale». Prosegue il Consigliere: «Il Gruppo di minoranza ha fatto rilevare l’assoluta illegittimità del provvedimento del Sindaco, richiamando la sua attenzione sia all’invito rivolto, proprio alcuni giorni fa dalla Consigliera Regionale delle Pari Opportunità Pipponzi, che alla consolidata giurisprudenza. Giova ricordare quanto espresso dal T.A.R. Basilicata con sentenza di aprile 2018 che, affrontando un caso assolutamente sovrapponibile a quello che ci occupa, ha disposto l’annullamento del decreto sindacale di nomina dei componenti della Giunta per aperta violazione di legge ed eccesso di potere. Ancor più recentemente il T.A.R. Campania, con sentenza del gennaio 2023, ha ribadito un principio di diritto cristallizzato anche nel parere del Ministero degli Interni, Dipartimento degli affari Interni e Territoriali, per cui “Le disposizioni sulla parità di genere nelle Giunte dei comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti non hanno un mero valore programmatico ma assumono carattere precettivo”. La richiamata giurisprudenza si è anche preoccupata di indicare dei “percorsi” per poter garantire, in situazioni di oggettiva difficoltà, una composizione dell’organo di governo che fosse rispettosa della partecipazione di genere». Carnevale incalza: «Peraltro, non va neanche sottaciuto che lo Statuto Comunale prevede la figura dell’ “Assessore esterno”, pertanto il Sindaco avrebbe potuto procedere in tal senso per assicurare il rispetto del dettato normativo, garantendo la parità di genere all’interno dell’organo esecutivo – e si avvia a concludere- Invito e diffido il Sindaco a provvedere immediatamente ad annullare in autotutela il Decreto sindacale di nomina dei componenti della Giunta, in quanto disposto in violazione del principio di parità e rappresentanza di genere nonché per eccesso di potere, difetto di motivazione e di istruttoria. Al contempo, invito la Consigliera Regionale per le Pari Opportunità ad intervenire nelle forme che meglio riterrà opportune al fine di richiedere l’annullamento del provvedimento in parola. Infine, formulo, un cortese invito al Prefetto della Provincia di Potenza, affinché valuti la possibilità di richiamare il Sindaco del Comune di Pescopagano al rispetto delle norme nella gestione della cosa pubblica. Da ultimo, in caso di immotivata e ingiustificata inerzia da parte del Sindaco, sarò costretto ad impugnare innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale per la Basilicata il decreto sindacale sopracitato, con conseguenti evidenti pregiudizi anche di natura economica per il Comune, anche e solo nei limiti della soccombenza virtuale, pregiudizi che saranno inevitabilmente fonte di danno erariale».