«SUBITO LA SLITTOVIA DELLE DOLOMITI»
Il rieletto sindaco di Castelmezzano Valluzzi pronto ad affrontare le nuove sfide
Per l’incontro con i sindaci lucani eletti o riconfermati a seguito delle amministrative dell’8 e del 9 giugno, questa volta abbiamo intervistato Nicola Valluzzi, con una storia davvero longeva che lo vede nuovamente primo cittadino di Castelmezzano, borgo arroccato tra le Dolomiti
Rieletto con il 92% di preferenze, una vittoria quasi plenaria, come la commenta?
«L’emozione del successo e questa volta la soddisfazione di una conferma quasi unanime, la gratitudine per l’affetto della mia comunità. Un lavoro ricco di soddisfazioni ultra 20ennale, che trova sempre motivazioni e ragioni per rinnovarsi. I nostri destini, quello mio e di Castelmezzano sono indissolubilmente legati. Evidentemente così è scritto»
Che tipo di lavoro c’è stato dietro la costruzione della Lista “Continuiamo a volare per Castelmezzano”?
«Un lavoro di rinnovamento e ricambio generazionale della rappresentanza consiliare, dopo lo straordinario impegno degli ultimi 10 anni con una squadra affiatata, qualificata e leale e per la prima volta la condivisione di un percorso di avvicinamento delle nuove generazioni alla Cosa Pubblica fatta in condivisione e collaborazione anche con l’altra lista, grazie al quale si è favorito l’elezione di 5 donne e 5 uomini in Consiglio, realizzando nei numeri la parità di genere»
Ci racconta le tappe più entusiasmanti di questo percorso lungo 25 anni?
«Proverò in maniera non esaustiva ad elencare quelle che maggiormente hanno segnato la storia recente della comunità e del comprensorio delle Dolomiti Lucane: l’ingresso fra i 37 soci fondatori dei Borghi più belli d’Italia nel 2002; la costruzione della nuova strada di collegamento fra la Basentana e Castelmezzano e la Galleria del sogno, con un investimento totale di oltre 34 Mld delle vecchie lire, che ha rotto l’isolamento della comunità e ridotto i tempi di percorrenza con il capoluogo; la realizzazione del Volo dell’Angelo nel 2007 con il comune di Pietrapertosa e la soppressa Comunità Montana Alto Basento, il rafforzamento della capacità comunicativa del nostro territorio fino a sfondare il muro dei confini nazionali; la realizzazione degli altri attrattori outdoor percorso delle 7 pietre, vie Ferrate, spettacolo polimediale notturno…) che hanno diversificato l’offerta turistica delle Dolomiti Lucane; la realizzazione di oltre 200 parcheggi in aree contigue al centro storico collegati ad interventi di recupero urbano e periurbano per migliorare l’accoglienza turistica e la mobilità; la riqualificazione e l’ammodernamento della viabilità rurale, una capillare estensione della rete acquedottistica rurale a servizio delle imprese agricole; l’affermazione turistica internazionale del borgo e delle Dolomiti Lucane negli ultimi 10 anni, accompagnato da un importante riconoscimento da parte dell’Organizzazione mondiale del turismo e dalla Fao “Castelmezzano, una delle migliori esperienze al mondo di turismo comunitario”»
Quali gli obiettivi che più le stanno a cuore portare a termine ora?
«Subito il completamento della Slittovia delle Dolomiti lucane. Un impianto su rotaie di nuova generazione con una spettacolare discesa a gravità di 720 mt, alla velocità max di 40 km/ h, che dalla montagna del Paschiere collegherà l’abitato nella parte alta del quartiere San Marco e una risalita a motore elettrico su cremagliera di 410 mt che unirà il borgo alla montagna. Entro fine estate l’avvio di questa nuova avventura. Mancano solo 5- 6 settimane alla fine dei lavori. La realizzazione del museo interattivo dedicato alle “Emigrazioni vincenti”, ai costruttori di grattacieli a Manhattan, partiti a fine ‘800 da Castelmezzano e che in pochi decenni trasformano la skyline di New York. Infine proseguire con celerità il percorso costitutivo della comunità energetica giunto alla fase di candidatura al finanziamento Pnrr»
Si parla molto di spopolamento, lei però negli anni ha dimostrato che lavorando bene si può avere “nuova vita”…
«Lo spopolamento si può combattere ed in qualche caso anche sconfiggere e lo si può fare tenendo sempre insieme attenzione alle fragilità, identità, ambiente, paesaggio e innovazione. Da soli, però, i piccoli comuni non possono farcela. Occorrono politiche nazionali di permanente incentivo fiscale per favorire l’insediamento di nuove e solide opportunità di sviluppo economico sui territori più marginali. Occorre una più funzionale, ragionevole ed efficace organizzazione dei servizi pubblici essenziali: scuola, sanità e trasporti. In sintesi occorre dare di più a chi a meno e rendere attrattiva l’iniziativa economica e la vita civile nei piccoli comuni. Altro che regionalismo differenziato e secessione dei ricchi».