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ASSISTENZA ALL’AUTONOMIA, I GENITORI SI RIVOLGONO AL TAR

Dopo un servizio garantito per metà, l’anno scorso, una delle famiglie coinvolte ha deciso di proseguire la battaglia: «Lotteremo per un nostro diritto»

Continua la battaglia di una famiglia di Potenza contro l’Amministrazione comunale per garantire al proprio figlio con disabilità le ore di assistenza all’autonomia e alla comunicazione che gli spettano così come previsto dal Piano educativo individualizzato. La vicenda di cui Cronache si è occupata più volte, riguarda l’anno scolastico terminato da poco quando per mancanza di fondi, l’Amministrazione Guarente non poteva garantire le ore di sostegno adeguate al fabbisogno degli alunni che ne avevavo fatto richiesta. Le criticità maggiori le hanno vissute gli alunni con disabilità dell’Istituto Sinisgalli della città capoluogo. È giunta finalmente al Tar, la richiesta di una coppia di genitori di Potenza che negli scorsi mesi, più volte ha denunciato l’incresciosa situazione. A settembre molto probabilmente l’udienza. Durante l’anno scolastico appena trascorso gli alunni più fragili della scuola si sono visti decurtare pesantemente le ore di assistenza all’autonomia e alla comunicazioni. Stabilite 30 ore, si riusciva a coprire solo una piccola parte fino ad arrivare poi a coprirne quasi la metà dopo tante battaglie ed insistenze dentro e fuori il Consiglio comunale. Il padre di uno dei ragazzi coinvolti ha fina dai primi mesi di scuola ha posto l’attenzione sulla grave carenza che a lungo termine, avrebbe arrecato «un grosso danno ai nostri figli. Le ore di assistenza sono fondamentali per loro. Hanno bisogno di aiuto e su questo non si può transigere. Lotterò fino alla fine per vedere riconosciuto il diritto allo studio a tutti i ragazzi fragili». E così è stato, l’uomo è giunto ora al Tribunale Amministrativo Regionale, assistito dall’avvocato Di Lena per chiedere che vengano garantite tutte le ore previste dal Pei. Chiaramente sarà ora la nuova Amministrazione ad interessarsi della vicenda per il prossimo anno scolastico. «Non mi fermerò, andrò avanti ad oltranza se ce ne sarà bisogno. Scriverò al Ministero se non sarà garantito il servizio. Lo faccio per mio figlio e non solo. Per chi ha delle difficoltà, avere un aiuto è fondamentale» conclude il genitore. Per il momento solo una delle famiglie coinvolte ha deciso di procedere per vie legali con la speranza di ottenenere “giustizia”. Vedremo come si evolverà la situazione in attesa che riprenda la scuola.

Rosamaria Mollica

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