DROGA, I MINORI SONO TRA I PIÙ COLPITI: «ESISTE UN PERCORSO PER RISCATTARSI»
Intervista alla psicoterapeuta e sociologa Laura Sola
Dipendenze? Tante, infinite e spesso incontrollabili. Ma chi colpiscono? Come prevenirle o contrastarle? Come aiutare chi ne soffre e la rete di familiari e amici vicini a chi ne fa uso? Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Laura Sola, psicologa, psicoterapeuta cognitiva comportamentale e sociologa, concentrandoci sulla diffusissima dipendenza dalle droghe. «Come psicologa – ci spiega – mi trovo spesso ad affrontare le devastanti conseguenze dell’abuso di droga tra i minori. È un viaggio buio e tormentato dove si mescolano dolore, disillusione e una disperata ricerca di sollievo. Un fenomeno in continua crescita che non solo distrugge la vita dei giovani, ma che lacera interi nuclei familiari, lasciando dietro di sé dolore, rabbia e impotenza. Dietro l’assunzione di droga da parte di un adolescente si nascondono spesso storie complesse e traumi profondi. Il ragazzo o la ragazza che si rifugia in queste sostanze vive un profondo disagio, dovuto a mancanza di autostima e senso di inadeguatezza. I giovani si sentono persi, soli e incapaci di affrontare le sfide della vita. Il ragazzo percepisce dunque la realtà come un luogo ostile e inaffidabile. Si sente sopraffatto dalle pressioni della scuola, famiglia e società, incapace di soddisfare le aspettative e di trovare il proprio posto nel mondo». Ed ecco che «la droga diventa un anestetico per le loro emozioni dolorose, un modo per sfuggire alla realtà e sentirsi, almeno per un po’, migliori. Attenti quindi ai problemi familiari (genitori assenti, conflitti continui, abusi fisici o emotivi) che possono spingere il giovane a cercare rifugio in sostanze stupefacenti. La droga diventa un modo per riempire il vuoto emotivo e la mancanza di amore all’interno della famiglia. Altro fattore di rischio la costante pressione sociale, con il conseguente desiderio di essere accettati dal gruppo e la paura di essere giudicati o esclusi». Per la famiglia questo significa accedere ad un tunnel buio, un vortice impetuoso di impotenza e dolore. «Assistere al declino del proprio figlio a causa della droga è un’esperienza straziante per un genitore-sottolinea la dottoressa – Ci si sente impotenti, frustrati e pieni di sensi di colpa. Subentra rabbia e senso di fallimento. I genitori si interrogano spesso su cosa abbiano sbagliato, avvertendo un senso di inadeguatezza ed incapacità di aiutare il proprio figlio». Oltre alla paura del presente e agli interrogativi sul passato, nei genitori alberga anche la paura per il futuro. «Assistiamo aI timore per la salute del ragazzo, per la sua vita e per il suo futuro che diventa un’angoscia costante. Ma i genitori vivono anche vergogna e senso di colpa. La società spesso stigmatizza le famiglie con figli che fanno uso di droga, alimentando il senso di vergogna e l’isolamento dei genitori. Nonostante la drammaticità della situazione, è importante ricordare che c’è speranza. Con il giusto supporto, adolescenti e famiglie possono uscire da questo tunnel buio e ricostruire la loro vita. È fondamentale cercare un aiuto professionale per il ragazzo o la ragazza. Psicoterapia, gruppi di supporto e comunità terapeutiche possono offrire loro gli strumenti necessari per affrontare i loro problemi e liberarsi dalla droga. Ma è altrettanto importante sostenere la famiglia, con gruppi di auto-aiuto, terapia familiare e colloqui individuali con uno psicoterapeuta. È necessario per aiutarli ad affrontare il dolore, la rabbia e il senso di impotenza, trovando le risorse necessarie per aiutare il proprio figlio. Infine-conclude la dottoressa – dialogo e prevenzione sono necessari perché la comunicazione aperta e onesta all’interno della famiglia è fondamentale per prevenire l’abuso di droga. I genitori devono essere informati sui rischi della droga e saperne riconoscere i segnali d’allarme nei propri figli. La strada per il riscatto è lunga e difficile, ma con impegno, tenacia e il supporto giusto, adolescenti e famiglie possono spezzare le catene della droga e costruire un futuro migliore».
Di Anna Tammariello