FARMACI GRIFFATI PER I LUCANI
TACCO&SPILLO
Non c’era certo bisogno dello studio di Egualia per scoprire l’arcano tricolore di Ippocrate e cioè che gli italiani impazziscono per le marche anche quando si tratta di farmaci, ma chi se l’aspettava invece che noi lucani, agli ultimi posti per PIL e con tutte le disgrazie della povertà, facessimo incetta di medicine griffate, occupando addirittura il primo posto della classifica nazionale con ben 24 euro spesi pro capite contro i parsimoniosi 13 euro di lombardi, veneti e toscani. Ora però la cosa surreale e fuori dalla grazia di Dio è che questi soldi in più, che svuotano peraltro le tasche dei cittadini, non sono altro che la differenza di prezzo tra i farmaci generici, completamente rimborsati dal SSN e quelli col brand. Eppure per discolpare i lucani dalla loro cupidigia griffata andrebbero ricordate anche le responsabilità della politica, con in testa il solito Fanelli, leghista dello sfascio della sanità e tanto per stare in elenco bipartisan Speranza, visto che l’ultima campagna di comunicazione sociale sui farmaci generici fatta dal ministero della salute risale alla preistoria del 2007. Canta Caparezza:“Mi hanno detto che non guardi più i gatti, ma l’armadietto dei farmaci…”