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LEGGE CALDEROLI AL VAGLIO DEL CONSIGLIO REGIONALE

I consiglieri di opposizione presentano una mozione, la lega si astiene e Mega (Cgil): «faccio appello al buon senso di tutta l’assise». Rosa e Mattia (FdI): «La maggioranza sia compatta», il dem De Filippo: «La Basilicata al bivio»

Continuano a perpetrarsi anche in Basilicata le contraddizioni e le menzogne della sinistra contro la Legge sull’Autonomia differenziata che sono culminate nella mozione presentata dalle minoranze nel- la scorsa seduta del Consiglio regionale lucano. Quel- la stessa riforma approvata dal Governo Amato (Pd) nel 2001, in tutta fretta prima dello scioglimento delle Camere, con soli 3 voti di differenza. Quella riforma, mai completata dalla sinistra, che prevede che la legge ordinaria possa attribuire alle Regioni “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia». A dirlo il senato- re eletto in Basilicata, Gian- ni Rosa, ed il deputato Aldo Mattia anch’egli eletto dai lucani: « È un paradosso che solo la sinistra italiana può inscenare. Gli stessi oppositori della legge sull’autonomia differenziata del Governo Meloni sono quelli che, ieri, hanno appoggiato il Governo Gentiloni (Pd), il Governo Conte (M5S) e il Governo Draghi (PD-M5S) che hanno approvato intese e pre-intese con i Governi regionali, senza una legge che definisse la procedura per le deleghe e senza un controllo da parte del Parlamento. I motivi per questa pantomima possono essere solo due. O si vuole fare la solita opposizione sterile al Governo Meloni o, magari, alla sinistra, fa più comodo che non ci sia una legge che definisce i Livelli essenziali delle prestazioni, che garantiscono la parità di trattamento di tutti gli Italiani e che imponga il controllo delle intese Stato-Regioni sui poteri trasferiti a queste ultime. Non sfugge che la maggioranza delle Regioni che hanno sottoscritto le Intese o le hanno richieste siano Regioni governate dal centrosinistra: l’Emilia Romagna presieduta da Stefano Bonaccini (Pd), la Regione Campania con Vincenzo De Luca (Pd), la Regione Piemonte con Sergio Chiamparino (Pd), la Regione Toscana con Eugenio Giani (Pd). A questo punto sorge il dubbio che la sinistra non voglia la Legge sull’autonomia differenziata perché ciò comporterebbe mettere i bastoni tra le ruote a quelle Regioni governate da loro che hanno già iniziato ad avanzare pretese. La maggioranza di centrodestra regionale non può permettere, dunque, che la sinistra continui con questo giochino anche in Basilicata e ad inizio legislatura. Cosa che appare alquanto strana, anche non volendo fare retropensieri. Deve mettere di fronte alle loro responsabilità le opposizioni che non appoggiano il completamento della riforma costituzionale solo per- ché a farlo è il Governo Meloni o peggio ancora perché vogliono lasciare le mani li- bere alle Regioni da loro governate, compromettendo davvero l’Unità nazionale. Fermo restando che l’autonomia differenziata è una facoltà e, quindi, le Regioni potranno valutare se e su quali materie richiederla» continuano a perpetrarsi anche in Basilicata le contraddizioni e le menzogne della sinistra contro la Legge sull’Autonomia differenziata che sono culminate nella mozione presentata dalle minoranze nella scorsa seduta del Consiglio regionale lucano. Quella stessa riforma approvata dal Governo Amato (Pd) nel 2001, in tutta fretta prima dello scioglimento delle Camere, con soli 3 voti di differenza. Quella riforma, mai completata dalla sinistra, che prevede che la legge ordinaria possa attribuire alle Regioni “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia». A dirlo il senato- re eletto in Basilicata, Gian- ni Rosa, ed il deputato Al- do Mattia anch’egli eletto dai lucani: « È un paradosso che solo la sinistra italiana può inscenare. Gli stessi oppositori della legge sull’autonomia differenziata del Governo Meloni sono quelli che, ieri, hanno appoggiato il Governo Gentiloni (Pd), il Governo Conte (M5S) e il Governo Draghi (PD-M5S) che hanno approvato intese e pre-intese con i Governi regionali, senza una legge che definisse la procedura per le deleghe e senza un controllo da parte del Parlamento. I motivi per questa pantomima possono essere solo due. O si vuole fare la solita opposizione sterile al Governo Meloni o, magari, alla sinistra, fa più comodo che non ci sia una legge che definisce i Livelli essenziali delle prestazioni, che garantiscono la parità di trattamento di tutti gli Italiani e che imponga il controllo delle intese Stato-Regioni sui poteri trasferiti a queste ultime. Non sfugge che la maggioranza delle Regioni che hanno sottoscritto le Intese o le han- no richieste siano Regioni governate dal centrosinistra: l’Emilia Romagna presieduta da Stefano Bonaccini (Pd), la Regione Campania con Vincenzo De Luca (Pd), la Regione Piemonte con Sergio Chiamparino (Pd), la Regione Toscana con Eu- genio Giani (Pd). A questo punto sorge il dubbio che la sinistra non voglia la Legge sull’autonomia differenziata perché ciò comporterebbe mettere i bastoni tra le ruote a quelle Regioni go- vernate da loro che hanno già iniziato ad avanzare pretese. La maggioranza di centrodestra regionale non può permettere, dunque, che la sinistra continui con questo giochino anche in Basilicata e ad inizio legislatura. Cosa che appare alquanto strana, anche non volendo fare retropensieri. Deve mettere di fronte alle loro responsabilità le opposizioni che non appoggiano il completamento della riforma costituzionale solo perché a farlo è il Governo Meloni o peggio ancora perché vogliono lasciare le mani libere alle Regioni da loro governate, compromettendo davvero l’Unità nazionale. Fermo restando che l’autonomia differenziata è una facoltà e, quindi, le Regioni potranno valutare se e su quali materie richiederla».

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