CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE PER LOUIS DASSILVA UNICO INDAGATO PER LA MORTE DI PIERINA PAGANELLI
E questo perché, a giudizio del Gip, “l’azione rileva un movente fomentato da rancori personali, l’azione è stata fulminea e pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’ anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’arrivo dell’autovettura della vittima”
È GIUSTO INFORMARE
COMUNICATO STAMPA – Rimini – 16 luglio 2024
La Polizia di Stato di Rimini e il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato hanno dato esecuzione, questa mattina, all’ordinanza con la quale il Giudice per le Indagini Preliminari presso li Tribunale di Rimini, su richiesta di questa Procura della Repubblica, ha disposto nei confronti di DASSILVA Louis la custodia cautelare in carcere
La misura cautelare è stata emessa per il reato di omicidio ai danni di Pierina Paganelli, commesso in data 3 ottobre 2023 alle ore 22:13 a Rimini, in via del Ciclamino, all’interno di un vano della zona garage del condominio, ove la vittima abitava
La donna era stata uccisa con 29 coltellate, delle quali una delle ultime aveva attinto la regione sottoclaveare destra, raggiungendo l’aorta intrapericardica, cagionandone li decesso dopo pochi secondi
Il GIP ha ritenuto la sussistenza delle tre aggravanti contestate, previste dall’ art. 576 comma 1nr.2) c.p. in relazione agli artt. 61 nr. 1) e 4) e dall’ art. 61 nr.5) c.p. per avere commesso li fatto per futili motivi, per avere agito con crudeltà nei confronti della vittima e per avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa.
Considerato il clamore mediatico suscitato dall’ omicidio (ai danni di un’anziana, colpita con plurime coltellate), si ritiene doveroso fornire le seguenti informazioni, per evitare l’eventuale propagarsi di notizie inesatte.
È altresì doveroso ricordare che la posizione di DASSILVA è quella di indagato, nei cui confronti vige la presunzione di innocenza.
Il GIP ha ritenuto la gravità indiziaria sulla base di una pluralità di indizi, connotati da gravità, precisione e tra loro di
“indubbia concordanza”
Dagli accertamenti emergeva che l’unico abitante di colore nel condominio 31 (come in quelli limitrofi) era l’indagato.
Tale circostanza era di particolare interesse, poiché DASSILVA, sia nelle dichiarazioni rese al P.M. (quale persona informata sui fatti prima e quale indagato poi), così come nelle plurime interviste rilasciate nelle varie trasmissioni televisive, ha sempre asserito di essere rimasto a casa dalle ore 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo. Si è pertanto prospettata l’ipotesi che DASSILVA avesse compiuto l’omicidio e fosse uscito al fine primario di liberarsi dell’arma, non rinvenuta dalla polizia giudiziaria, per poi rientrare nel proprio appartamento.
Per verificare la fondatezza di tale ipotesi sono stati espletati plurimi accertamenti, finalizzati a riscontrare l’identificazione del soggetto ritratto. Come già anticipato, la videoripresa, per la scarsa qualità dell’immagine, non ha consentito una sovrapposizione comparativa quanto ai tratti fisiognomici tra il soggetto ripreso ed altre persone. È stato, però, possibile confermare, anche tramite analisi tecniche che, per la pigmentazione, il soggetto ripreso era sicuramente di carnagione scura. Gli ulteriori approfondimenti svolti hanno avuto esito positivo, fornendo anche un importante elemento individualizzante, costituito dalla particolarità di un marcato movimento della spalla destra, molto sovrapponibile a quello riscontrato in video ritraenti DASSILVA (comparazione oggetto di specifica CTU).
Avuta conferma dell’identificazione, sono stati svolti specifici accertamenti sui tempi, per verificare se l’intervallo tra la commissione dell’omicidio e l’orario della ripresa della telecamera (22.17) fosse compatibile con quello richiesto per percorrere il tragitto tra il vano, ove era avvenuta l’aggressione e il ritorno al condominio del civico 31. Le verifiche compiute hanno avuto esito positivo.
Connotano di gravità l’indizio:
la compatibilità della persona ripresa dalla telecamera con quella dell’indagato per carnagione, deambulazione (con marcato movimento di estensione della spalla destra), corporatura; il tragitto del soggetto ripreso, sicuramente diretto all’ingresso del civico 31; il fatto che nell’ orario indicato nessun altro sia entrato nel condominio 31 come in
quelli limitrofi; il fatto che l’ unica persona di colore residente al Villaggio San Martino sia l’indagato.
Ulteriore riscontro è stata ritenuta l’altezza dell’indagato (cm 184), compatibile con quella dell’assassino, come evidenziato nella consulenza autoptica, che ne rimarca l’altezza significativamente superiore rispetto a quella della vittima. Altra compatibilità è l’essere DASSILVA destrimane, come l’autore dell’omicidio, secondo le conclusioni del CTU medico legale.
Il GIP ha ritenuto altresì che dagli esperimenti e rilievi tecnici sia emersa la compatibilità delle tempistiche del crimine con gli spostamenti dell’indagato e le riprese della videocamera alle ore 22.17.
L’argomento incide sulla valutazione dell’alibi dell’indagato, che ha sempre sostenuto di non essere uscito da casa.
Il GIP ha rilevato al falsità dell’alibi, non solo smentito dalle riprese della telecamera, ma non riscontrato nemmeno dai plurimi accertamenti tecnici compiuti sul telefono dell’indagato e sugli applicativi in esso installati. Intorno all’ orario, in cui è stato commesso l’omicidio, DASSILVA era sicuramente sveglio, poiché aveva letto un messaggio ricevuto alle 21:44 ed era connesso alla piattaforma Netflix fino alle ore 22:06. L’ apparecchio telefonico era riutilizzato alle ore 22:38.
Tale intervallo di tempo, osserva il GIP, ha permesso all’indagato di scendere al piano seminterrato, uccidere l’anziana donna, uscire dal condominio per disfarsi dell’arma e fare, infine, rientro in abitazione.
Il movente è individuato dal GIP nella relazione amorosa (e nel timore della sua scoperta), che univa come unisce l’indagato a MANUELA Bianchi.
La relazione è stata ricostruita nelle indagini, anche grazie a plurime intercettazioni (comprese quelle telematiche), sia per la fase antecedente l’omicidio che per quella successiva. Il GIP ha concluso, osservando che, se lette all’unisono tutte le circostanze che connotano il delitto, la posizione dell’ indagato si aggrava ulteriormente perché risultano “del tutto inverosimili le piste alternative di un ignoto proveniente dall’ esterno del condominio” (osserva il GIP che l’ azione rileva un movente fomentato da rancori personali, che l’azione è stata fulminea e che pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’ anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a DASSILVA era assicurata non solo dal rapporto con BIANCHI Manuela, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’arrivo dell’ autovettura della vittima).
Per completezza si osserva che la conclusione del GIP è altresì avvalorata dall’ esito negativo delle indagini, espletate per verificare eventuali piste alternative (investigazioni svolte con accertamenti bancari, acquisizione di tabulati, di videoriprese, assunzione di sit). Anche l’ipotizzato collegamento con l’incidente occorso a SAPONI Giuliano si è rilevato insussistente, alla luce degli accertamenti tecnici, svolti nel relativo procedimento ed acquisiti agli atti.
Si comunica, infine, che le indagini, dirette da questo Ufficio, sono state svolte dalla Squadra Mobile di Rimini, dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e, per quanto concerne le indagini tecniche, dal Servizio Polizia Scientifica di Roma e dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Bologna, che hanno assicurato professionalità e la massima disponibilità
#ègiustoinformare
#LouisDassilva arrestato per l’omicidio di #PierinaPaganelli
Il Gip: il movente nella relazione dell’indagato con la nuora della vittima
#Louis_Dassilva è stato arrestato per l’omicidio di #Pierina_Paganelli.
La Squadra Mobile di Rimini diretta dal commissario capo Marco Masia è in via Del Ciclamino dalle ore 5 per notificare al #34enne senegalese la custodia cautelare.
L’uomo è l’unico indagato per la morte di Pierina Paganelli, 78 anni, uccisa la notte del 3 ottobre nel garage di casa con #29coltellate
La mattina seguente il 4 ottobre il suo cadavere era stato scoperto dalla nuora, #ManuelaBianchi amante del senegalese.
#Bianchi questa mattina alle ore 10 è attesa in Questura per essere sentita dal sostituto procuratore, Daniele Paci, come persona informata sui fatti.
Dassilva era stato interrogato il 25 giugno scorso in Procura dal sostituto procuratore Paci alla presenza del difensore Riario Fabbri e la consulente Roberta Bruzzone.
In quell’occasione diversamente da quanto atteso, Dassilva non si era avvalso della facoltà di non rispondere confermando quanto già detto nei primi interrogatori
L’arresto di oggi è stato eseguito con ordinanza del Gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini.
Il Gip: il movente nella relazione di Dassilva con la nuora della vittima
Nella vicenda della morte di Pierina Paganelli “il movente è individuato dal Gip nella relazione amorosa, e nel timore della sua scoperta, che univa come unisce l’indagato Louis Dassilva a Manuela Bianchi”, nuora della vittima.
È quanto viene evidenziato in una nota della Procura della Repubblica riminese.
Nel dettaglio, viene argomentato,
“la relazione è stata ricostruita nelle indagini, anche grazie a plurime intercettazioni, comprese quelle telematiche, sia per la fase antecedente l’omicidio che per quella successiva”
Di fatto
“il Gip ha concluso, osservando che, se lette all’unisono tutte le circostanze che connotano li delitto, la posizione dell’indagato si aggrava ulteriormente perché risultano del tutto inverosimili le piste alternative di un ignoto proveniente dall’esterno del condominio”
E questo perché, a giudizio del Gip, “l’azione rileva un movente fomentato da rancori personali, l’azione è stata fulminea e pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell’ anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all’arrivo dell’autovettura della vittima”