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MAGGIORANZA RECORD PER ROBERTA METSOLA PRESIDENZA PARLAMENTO EUROPEO 2º MANDATO

«Un Parlamento forte in un’Europa forte». È l’auspicio espresso da Roberta Metsola, rieletta con un plebiscito alla presidenza dell’Europarlamento. La deputata maltese, appartenente al gruppo dei Popolari, ha ottenuto 562 voti su 623 voti validi (699 votanti, 76 bianche e nulle). 61 voti sono andati all’altra candidata Irene Montero, esponente della sinistra

È GIUSTO INFORMARE

MAGGIORANZA RECORD PER ROBERTA METSOLA PRESIDENZA PARLAMENTO EUROPEO 2º MANDATO

La decima legislatura del Parlamento Europeo inizia qui 🇪🇺

LIVE | Annuncio dell’esito dell’elezione del Presidente del Parlamento Europeo

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Strasburgo

Metsola rieletta presidente del Parlamento europeo con 562 voti: “Saremo un faro di democrazia”

Unica antagonista era la spagnola Irene Montero, esponente di Podemos e candidata dal gruppo The Left che ha ottenuto solo 61 voti. La presidente rimarrà in carica per due anni e mezzo, per un secondo e ultimo mandato

Un discorso da leader internazionale, in cui ha citato De Gasperi e ricordato Falcone e Borsellino. “Sarà una Camera faro di democrazia, di diritti, di protezione per i giornalisti, di libertà”, così Roberta Metsola nel suo primo discorso da neo-presidente del Parlamento europeo per un secondo e ultimo mandato. Ha dedicato spazio alla condizione femminile, e ha ricordato, tra le altre, Giulia Cecchettin.

Votata dall’assemblea che si è riunita oggi nella prima plenaria, con 562 voti su 705

A sfidarla c’era solo la spagnola Irene Montero, esponente di Podemos, candidata dal gruppo The Left, che ha ottenuto 61 voti

“Giovedì mattina si svolgerà un dibattito lungo, intenso e approfondito sugli orientamenti politici, dopodiché si voterà.

È una prerogativa del Parlamento europeo che si svolge ogni cinque anni, ed è una cosa che faremo in modo molto efficace”, ha dichiarato, riferendosi alla nomina di von der Leyen.

“La presidente designata sta lavorando duramente alla sua riconferma incontrando i vari gruppi”, ha aggiunto durante un’intervista concessa a un gruppo di agenzie internazionali.
Poi, soffermandosi sul nuovo
presidente del Consiglio europeo, ha detto:

“Il Parlamento europeo adora Antonio Costa e Costa conosce molto bene questa istituzione in quanto ex deputato. È un politico forte e capace e faremo grandi cose insieme, sono felice che lavoreremo assieme”, ha sottolineato.

Costa, dopo il voto che l’ha consacrata di nuovo alla guida dell’Eurocamera, ha avuto un bilaterale con Roberta Metsola.
L’ex premier portoghese ha anche avuto un incontro con la presidente del gruppo dei Socialisti, Iratze Garcia Perez.
Metsola è stata dunque riconfermata grazie a un accordo di maggioranza tra Ppe, S&D e Renew, ma anche in virtù del fatto di aver acquisito consensi molto ampi nell’ultimo mandato. 

Standing ovation alla fine del suo discorso

“Non possiamo lasciare l’Europa un posto migliore se troppe donne non riescono ancora a sentirsi parte di essa. Troppe donne vengono ancora maltrattate, picchiate, uccise nella nostra Europa. Troppe donne lottano ancora per i diritti. Troppe donne guadagnano ancora meno degli uomini per lo stesso lavoro. Troppe donne hanno ancora paura. Questa deve diventare anche la loro Europa”

ha detto Metsola.

“Possiamo costruire l’Europa sognata da Simone Veil e Nicole Fontaine. L’Europa che Marie-Skodowska-Curie non è stata in grado di sfruttare appieno. L’Europa che Giulia, Pelin, Ana Vanessa, Daphne e tante altre donne non potranno mai vedere. Lo faremo per loro, per tutti coloro che non possono parlare e per tutti coloro che verranno dopo. So che insieme lasceremo l’Europa migliore di come l’abbiamo trovata”

ha aggiunto. 

“Non dobbiamo avere paura”

come  diceva “Karol Wojtyla. Non dobbiamo temere di fronteggiare gli  autocrati”, ha detto Metsola alla plenaria di Strasburgo.

“La politica della speranza –  continua – è a portata di mano, ma per crearla dovremo trovare modi  per rafforzare comunità e famiglie. Il tempo di cominciare è ora.  L’Europa è speranza, l’Europa resta la risposta. Viva l’Europa”,  conclude.

Sono arrivate subito anche le congratulazioni del presidente ucraino Zelensky, la presidente ha ricordato l”impegno delle istituzioni europee per la pace.

“Congratulazioni a Roberta Metsola per la  sua rielezione a presidente del Parlamento Europeo. Apprezzo molto il  coinvolgimento personale di Metsola nel sostenere l’Ucraina così come  il suo impegno costante nel proteggere le persone e per sostenere il  nostro stile di vita europeo”, aggiunge, con l’auspicio di “proseguire la nostra stretta cooperazione per ripristinare quanto prima una pace  giusta”

Tajani: “Congratulazioni a Metsola, rieletta meritatamente”

“Congratulazioni Roberta Metsola rieletta meritatamente Presidente del Parlamento europeo! Orgogliosi di averti sostenuta, rinnoviamo il sentimento reciproco di amicizia che ti lega all’Italia. Il Ppe è al tuo fianco per costruire un’Europa più giusta, democratica e vicina ai cittadini”. Lo ha scritto oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani su X

Michel: “Più forti per i nostri cittadini”

Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si congratula con Roberta Metsola. “Il Consiglio europeo è impegnato a continuare a collaborare con il Parlamento Ue per un’Unione europea più forte per i nostri cittadini”, scrive in un messaggio su X.

I vicepresidenti del Parlamento europeo tra cui due italiane

Le elezioni si sono svolte come da prassi a scrutinio segreto. Per essere eletto il candidato deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti espressi, ovvero il 50% più uno, Metsola l’ha ottenuta al primo turno (massimo possono essere quattro turni). 

Dopo l’elezione della presidente, sono stati eletti i 14 vicepresidenti in un’unica votazione a maggioranza assoluta dei voti espressi. Tra gli eletti le italiane Pina Picierno e Antonella Sberna 

Il gruppo dei Conservatori e  Riformisti Europei (Ecr) ha annunciato ieri a tarda sera, dopo una  riunione del gruppo a Strasburgo, che la stragrande maggioranza dei  suoi membri avrebbe votato a favore della rielezione dell’attuale presidente  del Parlamento Europeo Roberta Metsola.
Per il copresidente Nicola Procaccini “Roberta Metsola ha dimostrato il suo impegno per il  dialogo e la sua apertura all’equilibrio e al compromesso, anche  quando ci sono forti differenze di opinione. È in grado di costruire  ponti e di trovare un terreno comune tra gli schieramenti politici”.        

Per il copresidente Joachim Brudzinski “Metsola ha molte delle qualità di cui una presidente del Parlamento ha bisogno: è pragmatica e  orientata al consenso. Anche il suo impegno nei confronti dell’Ucraina è notevole. Questi punti costituiscono la base del nostro sostegno a  lei rielezione.” Nel corso dell’incontro i conservatori hanno anche deciso di proporre gli eurodeputati Roberts Zile e Antonella Sberna  come candidati per i 14 posti di vicepresidente del Parlamento  europeo. Inoltre, Kosma Złotowski è stato nominato candidato dell’Ecr  per uno dei cinque questori. Stamani si tiene l’elezione del  presidente del Parlamento, oggi pomeriggio quella dei vicepresidenti.  Domattina i deputati eleggeranno i questori.

Roberta Metsola è stata rieletta con un numero record di voti 562 voti è il più alto nella storia delle elezioni dei presidenti del Parlamento europeo

Di seguito i risultati delle elezioni degli ultimi 12 anni: 

  • Gennaio 2022: Roberta Metsola (PPE) – 458 voti a favore (1° turno) 690 votazioni: 74 schede bianche o nulle, 616 voti validi; Maggioranza necessaria: 309
  • Luglio 2019: David-Maria Sassoli (S&D) – 345 voti a favore (2° turno) 704 votazioni: 37 schede bianche o nulle, 667 voti validi; Maggioranza necessaria: 334Gennaio 2017: Antonio Tajani (PPE) – 351 voti a favore (4° turno) 713 votazioni: 80 schede bianche o nulle, 633 voti validi; maggioranza necessaria: 318
  • Luglio 2014: Martin Schulz (S&D) – 409 voti (1° turno) 723 votazioni: 111 schede bianche o nulle, 612 voti espressi; maggioranza necessaria: 307Gennaio 2012: Martin Schulz (S&D) – 387 voti (1° turno) 715 votazioni: 26 schede bianche o nulle, 689 voti validi espressi; maggioranza necessaria: 345
Il nostro viaggio continua 🫶

Sono grata e umile per la rinnovata fiducia di servire come Presidente del Parlamento europeo per un altro mandato.

Grazie a tutti per il vostro sostegno e per averci creduto. Continueremo a scrivere la storia, insieme 🇪🇺

La nuova Eurocamera

Roberta Metsola rieletta presidente del Parlamento europeo:

“Sia la casa degli europei”

Con un discorso di circa 20 minuti, Metsola ha inaugurato il suo secondo mandato.
L’ha accolta un applauso con standing ovation.

La sua rielezione è arrivata al primo turno con 562, larga maggioranza su 720

“Ringrazio i colleghi che mi hanno votato. Voglio creare ponti e alleanze. Non posso sapere chi mi ha votato perché il voto è segreto ma voglio davvero usare questa opportunità per un forte messaggio di una maggioranza pro-europea che rappresento. E, come ho detto la notte delle elezioni, il centro ha tenuto e l’abbiamo visto anche oggi”.

Lo ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, dopo la sua rielezione per un secondo e ultimo mandato.

Un lungo discorso di circa 20 minuti seguito da una standing ovation.

Metsola ha ricordato Falcone e Borsellino, ha citato De Gasperi e anche dedicato spazio all’emancipazione femminile e alla violenza contro le donne.

“La nostra deve essere un’Europa che ricorda. Che impara dalle lotte passate e riconosce la lotta di così tanti che hanno combattuto per gli ideali che a volte diamo per scontati. Per tutti coloro che sono stati sfollati, che sono scomparsi, per coloro che sono rimasti di fronte a carri armati e proiettili sulla strada per allontanarsi dal totalitarismo che ha preso il sopravvento su così tanta Europa per così tanto tempo. Per tutti coloro che hanno creduto in un mondo megliore e che hanno osato sognare. La nostra deve essere un’Europa di cui Adenauer, Mitterand, Walesa, Fenech Adami, Havel, Veil, Falcone, Borsellino sarebbero tutti orgogliosi”. 

Parlamento. L’Europa come speranza nel discorso ecumenico di Metsola

«Un Parlamento forte in un’Europa forte». È l’auspicio espresso da Roberta Metsola, rieletta con un plebiscito alla presidenza dell’Europarlamento. La deputata maltese, appartenente al gruppo dei Popolari, ha ottenuto 562 voti su 623 voti validi (699 votanti, 76 bianche e nulle). 61 voti sono andati all’altra candidata Irene Montero, esponente della sinistra.

«Maggioranza Roberta»? Appena eletta, Metsola tiene nell’emiciclo di Strasburgo un discorso “ecumenico”, facendo eco alla vasta maggioranza che l’ha votata. Metsola poteva infatti contare sul sostegno dei popolari (188 seggi), dei socialdemocratici (136) e dei liberali di Renew (77), cui si sono aggiunti i verdi (53 voti). Sommati, questi quattro gruppi arrivano a 454 eurodeputati: il che conferma come Metsola abbia pescato preferenze in un’area politica ben più ampia, coinvolgendo esponenti dei conservatori e dei deputati non iscritti. Il voto segreto non consente di andare oltre, ma si può forse affermare che questa “maggioranza Roberta”, pro-europea, suona bene per il voto di giovedì, quando l’aula dovrà dare la fiducia a Ursula von der Leyen per la presidenza della Commissione.

Democrazia, diritti sociali. Metsola affronta i diversi temi all’ordine del giorno a livello Ue: le riforme istituzionali (chiedendo per l’Europarlamento il potere di iniziativa legislativa, che invece oggi spetta alla Commissione), il sostegno – anche militare – all’Ucraina, la difesa della democrazia («non possiamo mai darla per scontata») e dello stato di diritto. Ricorda il doveroso impegno dell’Unione europea per la difesa della pace (anche in Medio Oriente) e dei diritti sociali, la promozione di opportunità per i giovani, un’economia di libero mercato sostenibile sul versante ambientale. Segnala il problema dei costi della casa, la necessità di investire su formazione e ricerca e di affrontare la rivoluzione digitale. Parla di pensioni e stipendi adeguati. Sulle migrazioni sembra affidarsi al modesto Patto recentemente siglato in sede Ue, rimarcando poi la strada di una non ben definita «politica migratoria antropocentrica».

Padri e madri dell’Europa. Numerose le citazioni. La prima per il predecessore David Sassoli, il quale «aveva messo al primo posto la dignità delle persone». Poi i padri fondatori, Papa Wojtyla, Simone Veil (prima donna presidente dell’Europarlamento nel 1979). «La nostra – dice – deve essere un’Europa di cui Adenauer, Mitterand, Wałęsa, Fenech Adami, Havel, Falcone, Borsellino sarebbero orgogliosi». Ad Alcide De Gasperi riserva un passaggio in italiano: «La tendenza all’essere uniti è una delle costanti della storia. Parliamo, scriviamo, insistiamo, non lasciamo un istante di respiro; che l’Europa rimanga l’argomento del giorno». Si sofferma a lungo sull’impegno a contrastare la violenza contro le donne, assicurando parità di genere in ogni ambito della vita. E prende come esempi Marie Skłodowska-Curie, Yulia Navalnaja, Daphne Caruana Galizia.

Storia e speranza. Il discorso di insediamento passa dai toni aulici ad argomenti concreti, con «interventi legislativi improntati – sottolinea – al bene comune»

«Insieme dobbiamo difendere la politica della speranza, il sogno che è l’Europa. […] La nostra deve essere un’Europa che ricorda. Cioè impara dalle lotte del passato e riconosce la lotta di tanti che hanno difeso gli ideali che a volte diamo per scontati». «La nostra Europa deve essere un’Europa che onora la nostra storia comune. E non c’è posto migliore che qui a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, in questo simbolo vivente di riconciliazione, per ricordare il passato e costruire il futuro»  

Unità nella diversità. La presidente punta l’indice verso la «polarizzazione nelle nostre società», arrivando a «politiche conflittuali, persino alla violenza politica». Denuncia il populismo delle «risposte facili» e chi divide in «noi» e «loro». «Ciò fomenta rabbia e odio piuttosto che costruire la speranza». Afferma l’impegno ad «essere davvero tutti uguali in Europa», non per omologare le persone e i territori, ma per offrire «a ogni persona la stessa possibilità di realizzare il proprio potenziale. È l’uguaglianza di opportunità che riconosce la nostra differenza» storica, culturale, linguistica. L’Europa «unita nella diversità».

«Troppe donne…». Definisce – in chiave programmatica – i connotati e le decisioni conseguenti per una «Europa migliore di come l’abbiamo trovata»: investire nella sicurezza e nella difesa, rafforzare mercato unico e competitività, completare l’unione bancaria e dei mercati dei capitali, sostenere l’industria e il commercio, ridurre la burocrazia, realizzare il “pilastro sociale”. Ma non trascura l’urgenza di «rimuovere tutte le barriere che impediscono alle persone con disabilità nella nostra Unione di avere le stesse possibilità nella vita di chiunque altro», di «combattere la discriminazione e arginare il crescente antisemitismo o islamofobia». Denuncia: «Troppe donne vengono ancora maltrattate, picchiate, uccise nella nostra Europa. Troppe donne lottano ancora per i diritti. Troppe donne guadagnano ancora meno degli uomini per lo stesso lavoro. Troppe donne hanno paura. Questa deve diventare anche la loro Europa».

«Non avere paura». Quindi torna all’Ucraina (“difendere pace e libertà”), al Medio Oriente (stop alla violenza, rilasciare gli ostaggi, soluzione “due popoli, due Stati”), a Cipro per metà occupata dall’esercito turco. Lo sguardo si alza al mondo, ai conflitti in corso, alle ingiustizie. «Per rinnovare il nostro impegno per l’Europa dobbiamo – secondo le parole del grande santo europeo di Cracovia, Karol Wojtyła – “non avere paura”. Nessuna paura di affrontare gli autocrati, di difendere l’Europa, di costruire un’Unione che funzioni per tutti noi». Infine uno sguardo alle «nuove generazioni di europei», ossia al futuro, «perché – torna a dire tra gli applausi dell’aula – l’Europa è speranza»

Elezione a Strasburgo

Ue: chi è Roberta Metsola, la presidente più giovane, terza donna all’Europarlamento

È la 17esima presidente dal 1979, terza donna a ricoprire questa carica dopo Simone Veil e Nicole Fontaine

18/01/2022

Roberta Metsola, a 43 anni, è la più giovane presidente della storia del Parlamento europeo. Eletta con un’ampia maggioranza di 458 voti, è la 17esima presidente dal 1979, da quando cioè esiste il voto diretto dell’Eurocamera. È la terza donna a terza donna a ricoprire questa carica dopo Simone Veil e Nicole Fontaine.

Attiva in politica fin da giovane: è stata membro della formazione giovanile del Partito Nazionalista (un partito di centro-destra di impostazione europeista e membro del Partito popolare europeo ed è associato all’Unione Democratica Internazionale), di cui è stata anche segretaria generale.

È stata candidata alle elezioni europee del 2004 e a quelle del 2009, ma in entrambi i casi non venne eletta. Nel 2013 tuttavia prese il posto di Simon Busuttil, dimessosi per essere stato eletto al parlamento maltese. Alle elezioni europee del 2014 e del 2019 venne rieletta, risultando in entrambi i casi la più votata del suo partito. Il 12 novembre 2020 viene eletta prima vicepresidente vicaria del Parlamento europeo, sostituendo l’irlandese Mairead McGuinness, dimessasi dopo essere stata nominata commissaria europea.

È la prima maltese a diventare vicepresidente

L’11 gennaio 2022 subentra come Presidente del Parlamento europeo ad interim dopo la scomparsa di David Sassoli. Metsola ha quasi sempre votato in linea con le indicazioni del suo gruppo, sostenendo le posizioni del Ppe in più del 90% delle volte nell’attuale legislatura. Criticata per le sue posizioni anti-abortiste (Malta è l’unico paese dove l’aborto è ancora illegale), si è anche distinta in temi delicati e sui diritti civili, lavorando su una serie di questioni, dalla migrazione alla corruzione ai diritti Lgbtiq. Si è spesa anche per il rispetto dello stato di diritto contro le posizioni della Polonia.

Ha finanziato un documentario intitolato ‘The First Vice’ che ripercorre il suo percorso fino alla carica di vicepresidente dell’Eurocamera. È sposata con un finlandese e ha un buon livello di italiano.

Metsola ha anche una lunga storia tra le istituzioni europee, avendo lavorato presso l’ufficio maltese dell’Ue dal 2004 al 2012 ed essendo stata consulente legale dell’ex Alta rappresentante per gli affari esteri Ue, Catherine Ashton.

#sapevatelo2024 

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