CURCIO, UNA LEZIONE DI GIUSTIZIA
TACCO&SPILLO
Per gli astri della giustizia e naturalmente con il buon merito dei magistrati, Francesco Curcio l’aveva già intravista la sua destinazione a Catania e non perché non avesse fatto con bravura indagini tra DNA e Procura di Napoli sulla P4, su Finmeccanica, sui Casalesi, solo per stare in un breve, ma significativo elenco, investigando davvero l’impossibile, compresa una delle presunte e più grandi tangenti mai pagate al mondo, ma perché più di tutti e contro il minimalismo di credere alla Basilicata felix ha voluto far venire la DIA, pur di proteggerla dall’assalto feroce e limitrofo di ‘ndrangheta e camorra. Ora manco a dirlo il plenum del CSM l’ha nominato capo dei pm a Catania, una delle Procure più importanti ed esposte nella lotta dello Stato contro la mafia e che lì hanno il pedigree criminale dei Santapaola-Ercolano. Così Francesco Curcio lascia alla Basilicata una lezione socratica e di giustizia mai ripiegata che non ha fatto certo sconti alla politica ed ai colletti bianchi, almeno a giudicare dal numero delle indagini portate avanti e che ci auguriamo finalmente vadano ad evidenza pubblica e con buon esito processuale. Scrive Cicerone:“La giustizia dà sempre a ciascuno il suo…”.