AttualitàBasilicataBlog

PIOVE O NON PIOVE, GOVERNO LADRO

Dopo le manifestazioni contro la siccità, da domani tutti pronti a lamentarsi per la troppa pioggia. Nessuno parla di investimenti per gestire l’eccesso o la penuria di acqua. La terra delle lamentele e dei sussidi

Piove, governo ladro”, nessuno sa quando è nata questa affermazione. Di certo, Sant’Agostino nel suo De Civitate Dei, per ironizzare sulla volontà pagana di attribuire ogni responsabilità ai cristianiscrive “pluvia deficit, causa Christianisunt”,se non piove è colpa dei cristiani. Nel tempo l’affermazione è stata usata per definire l’abitudine di borbottare e “maledire, le donne, il tempo ed il governo” mentre si sta con le gambe incrociate a giocare a carte e bere. In un giorno di pioggia violenta non possiamo non soffermarci, non tanto sulla pioggia che pur vediamo copiosa cadere, quanto sulle manifestazioni che periodicamente si tengono per chiedere al governo di intervenire contro l’emergenza idrica. Qualcuno se n’è tenuta qualche giorno fa. Siamo certi che gli stessi che hanno chiesto che il governo facesse piovere, chiederanno interventi straordinari perché adesso è piovuto troppo.

IL CLIMA NON HA IL TELECOMANDO

Quella di pretendere che le piogge, il sole e gli altri fenomeni atmosferici si sincronizzino con le nostre esigenze è una fissazione tutta dell’uomo contemporaneo che crede di poter dominare gli eventi climatici, fino ad attribuirsi la responsabilità collettiva dei presunti cambiamenti che altro non sono che mancate sincronizzazioni. Se l’orologio della storia bussa e passa nel momento che preferisce e seleziona gli uomini secondo la propria capacità di farsi trovare pronti in momenti che non hanno né voluto né preparato, non diversamente agisce l’orologio del meteo. Non è un caso se Giove, padre degli dei, era detto pluvio ovvero capace di decidere quando dovesse piovere. Gli antichi sapevano che era una volontà imprescrutabile che soltanto il Re degli dei poteva regolare. Noi siamo convinti del contrario. E, quindi, ci lamentiamo quando piove troppo poco, pronti a fare lo stesso se piove troppo.

LE OPERE CHE SERVONO

In questo nostro continuo rivoltarci tra lamentele opposte, dimentichiamo quello che già gli antichi romani conoscevano. I nostri antenati, infatti, sapevano che la pioggia dipendeva da Giove e, quindi, cercavano di farsi trovare il più preparati possibile nei confronti degli eventi atmosferici. Gli immensi acquedotti che caratterizza- no i nostri paesaggi urbani e rurali, vestigia immortali del tempo in qui l’aquila era Roma, sono là a ricordarci che l’uomo occidentale prima del suo tramonto sape- va esattamente che per contrastare la siccità non era necessario né sufficiente fare la danza della pioggia ma era utile costruire invasi ed acquedotti, manutenerli, migliorarli potenziarli, metterli in funzione. L’uomo occidentale ha contrastato la siccità costruendo invasi per impedire che le gocce d’acqua che cadevano dal cielo si sprecassero. La Basilicata in particolare ed il Mezzogiorno in generale sono stati avanguardia da questo punto di vista nel secolo scorso. Nell’immediato dopo guerra, uomini capaci di immaginare, progettare e realizzare il futuro, davanti alle sistematiche crisi idriche di terre che non avevano grandi fiumi costruirono le dighe, i grandi invasi che hanno dissetato la Basilicata, la Campania e la Puglia. Da qualche anno a questa parte abbiamo perso questa scienza. Come sciamani facciamo la danza della pioggia, come piagnoni chiediamo lo stato di calamità per ogni condizione metereologica in un girone dantesco senza fine.

LE POMPE PER POTENZA

Potenza, per esempio, nelle scorse settimane è stata colpita da una carenza idrica che ha determinato momenti senza acqua nelle case. Da quello che abbiamo appreso (ci piacerebbe ricevere smentita) il problema era di tutt’altra natura. Nel 2022 erano state acqui- state elettropompe per distribuire l’acqua nelle case dei Lucani, ad oggi non risultano né installate né collaudate. Parimenti ci piacerebbe sapere quanta dell’acqua caduta nelle scorse ore è stata captata e quanta se n’è perduta fuori dalle captazioni necessarie per assicurare l’acqua quando avrà smesso di piovere. D’altro canto ci piacerebbe sapere se Musacchio, prima di lamentarsi della mancanza di acque, abbia mai effettuato le necessarie opere idrauliche che rientrano nel mandato del consorzio. Siamo certi che domani sentiremo le lamentele per la troppa pioggia e per i danni ai raccolti. Quello che non sappiamo e, però, se siano mai state mai realizzate le opere necessarie per evitare allagamenti, distruzioni dei terreni etc… A noi sembra che questa sia una delle grandi sfide del nostro tempo e, parimenti, ci sembra che la politica e le organizzazioni agricole continuino ad attardarsi su lamentele e richieste di sussidi.

Di Massimo Dellapenna

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti