RIVELLO AL MINISTERO,CURARE IL PINO MONUMENTALE
A rischio l’esemplare di quasi 200 anni: l’iter iniziò a giugno quando il Sindaco scrisse alla Regione
Torniamo a Rivello per seguire la situazione di salute del Pino Domestico Monumentale, che preoccupava cittadini e Comune. Ce ne occupammo i primi giorni di luglio, quando l’Amministrazione comunale, con a capo il Sindaco Franco Altieri, comunicava di aver informato «l’Ufficio competente della Regione Basilicata affinché si adoperasse per una celere analisi diagnostica e per mettere in atto i necessari interventi per rimetterlo in sesto».
Oggi il Primo cittadino, raggiunto da Cronache, fa sapere che «la Regione ci dice che è competenza del Ministero. Abbiamo fatto realizzare una perizia da un agronomo e chiesto di conseguenza al Ministero dell’Agricoltura, di essere autorizzati ai trattamenti ritenuti necessari affinché migliori la salute del nostro albero monumentale. Facciamo quest’ultimo tentativo di intervento, ma con ogni probabilità il nostro Pino, patrimonio di Rivello come di tutta la regione, è a fine vita».
Nel documento al Ministero il Comune segnala che «a seguito della perizia è emersa la necessità di eseguire un trattamento fitosanitario dal basso, a base di soluzione acquosa e do solfato di rame, con aggiunta di soluzione fungicida, secondo le modalità e i tempi indicati. Pertanto si chiede l’autorizzazione ad eseguire tali interventi».
L’iter era cominciato sul finire di giugno, quando Altieri avvertiva «l’urgenza di segnalare una condizione di evidente deperimento, che interessa la chioma del Pino domestico Monumentale, che probabilmente rappresenta l’esemplare più grande dell’intera Regione Basilicata. La perdita di aghi è iniziata dalla parte bassa della chioma e prosegue verso la porzione apicale. Non si notano segni evidenti di malattia in atto, se non delle perforazioni (già presenti negli anni scorsi) a livello del tronco, probabilmente causate da qualche insetto. Si segnala, tuttavia, che lo scorso anno, lo stesso albero monumentale è stato sottoposto a valutazione di stabilità e del rischio fitostatico da parte dello studio “Verde” di Torino, che ha concluso per «una condizione fisiologica e fitosanitaria ancora buona, compatibile con l’età cronologica (150-200 anni) e fisiologica (pianta matura) dell’esemplare»; segnalando tuttavia «una moderata infezione in chioma da parte del fungo “ascomicete diplodia pinea”, di cui sono state osservate le fruttificazioni sugli aghi e sulle pigne».
Tra le bellezze paesaggistiche, storico-architettoniche e naturalistiche di Rivello, si annovera anche il “monumento naturale” che è il Pino domestico, che svetta con i suoi 22 metri di altezza, all’interno del parco del Convento di Sant’Antonio quasi ad essere incorniciato, bellezza nella bellezza. Il borgo inoltre è incastonato nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese ed è considerato tra i più suggestivi della Basilicata per la sua posizione nella valle del Noce, delimitato dai boschi delle vette dell’Appennino lucano e dal litorale tirrenico.