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LA CULTURA CHE ABBATTE GLI EGOCENTRISMI: IL CREDO DEL POTENTINO PAOLO ALBANO

Da più di dieci anni organizza eventi culturali legati ai libri come “Letti di sera” e “La Notte bianca del libro”, oggi si racconta a Cronache

Paolo Albano è un uomo molto noto nella città di Potenza. Quando era molto giovane e arrivava in un luogo si notava perchè era bello, ora lo noti perché ha fascino. Da più di dieci anni si dedica a organizzare eventi culturali legati ai libri come Letti di sera, format conosciuto anche fuori regione, e La Notte bianca del Libro, una idea incantevole che piace alla città e non solo. Vi partecipano i grandi scrittori lucani…e quelli che vorrebbero diventare grandi scrittori. Poche scrittrici o, meglio, una scrittrice fra i più noti, pochissime fra i non noti. Paolo Albano accoglie tutti con passione, con le sue citazioni continue, ha la frase giusta al momento giusto, sempre. Quest’anno ha mandato un comunicato stampa che è la sua fotografia e quella di Letti di Sera e La Notte bianca del Libro: un comunicato stampa bello e ragionato, il suo profilo, la sua sofferenza a organizzare un qualcosa che piace ai potentini e non solo. La Notte del Libro è movimentata, in armonia con le pizzette della città che ospitano libri e scrittori. Pochissimi soldi racimolati con passione, dalle nostre parti non esistono i mecenati capaci di individuare un evento di qualità e finanziarlo con gioia. In Basilicata vi sono solo i finanziamenti pubblici ma hanno un odore cattivo, molto spesso; invece, La Notte Bianca è piena di profumi inusuali e gradevoli nelle caldi notte d’estate di fine Luglio

Dottor Albano, dieci anni della Notte Biana e Letti di Sera. Lei pensa di aver indicato una strada alla cultura della Città di Potenza?

«No penso alla cultura, a quella che provoca in ogni persona il desiderio di garantire la presenza cosciente attiva a casa, nella sua comunità, nella sua terra e cioè a Potenza in Basilicata nel Mezzogiorno e perché? Perché ci dobbiamo decidere a pensare insieme e a proporre insieme e mai più a criticare a mettere in evidenza errori, persone che non vanno e a pensare solo a se stessi come se il mondo fosse quello solo attorno a noi. La cultura deve abbattere gli egocentrismi e proporre donne uomini nuovi che sanno spendere i loro talenti. E soprattutto immaginare»

La mia professione mi impone di farle una domanda: non mi pare ci siano libri di scienza o sarebbe meglio dire della nuova scienza. La Scienza non è cultura?

«Sono d’accordo la scienza è cultura e viceversa e noi cerchiamo di esplorare la scienza. Per esempio, abbiamo quest’anno Giovanni Covone che ha scritto un libro bellissimo “Altre terre”. Quale è il futuro dell’uomo nell’universo? Siamo soli nel cosmo? Esistono altre Terre che l’umanità può colonizzare? Queste sono solo alcune delle domande a cui Giovanni Covone, professore di astrofisica, cerca di dare risposta puntando lo sguardo in alto, verso il cielo e le stelle. Ma abbiamo anche un grande giurista che guarda al paesaggio attraverso Benedetto Croce e ha scritto «La concezione crociana di paesaggio nel diritto contemporaneo» che ha posto le basi di tutta la tradizione italiana di tutela, sia del periodo liberale che di quello repubblicano. Paesaggio, salvezza della bellezza del mondo. Ed è scienza della mente».

Quest’anno Si è votato anche per le Europee ma è argomento complesso, ancora più complesso è il Mediterraneo, luogo dove l’Europa è nata. Non le pare che le parole “sconfinalità e restituzione”, keywords della Notte bianca, siano sinonimi di Europa e Mediterraneo?

«Assolutamente sì assolutamente sì. Che bella domanda! Tutto nasce nel Mediterraneo. Il territorio è struggente perché sconfina, è speciale perché si contamina fino a quando non diventa il Sud che vive di Mediterraneo: il focolare davanti al quale distendiamo i nostri pensieri, quelli più cupi, quelli di fine giornata e quelli che lui ci convince a tenerci caldi nel letto mentre ci addormentiamo col desiderio di costruire, di tessere orditi preziosi. Quel Mediterraneo che ci fa raggomitolare pronti a scendere per le strade, prendere la rincorsa per sobbalzare, superare colline e sconfinare. A quelli che hanno memoria, a quelli che hanno il cuore per raccontare, il dovere di alimentarsi da questo mare per tramandare la “sconfinalità”. Devono sapere che ogni terra va tradita perché sconfini e perché non si deve essere mai soli». Grazie Paolo Albano per quello che riesce a movimentare nei cuori dei potentini freddi come iceberg e di tutti i Lucani.

Di Antonella Pellettieri

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