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I BALNEARI LUCANI…QUANTI SEGRETI APPARTENGONO AL MARE!

L’intervento di Antonella Pellettieri

Ogni tanto scopro qualcosa di strano, qualche amaro tutto lucano e che nessun presidente di regione ha mai voluto risolvere. L’unica regione italiana in cui la gestione del demanio marittimo non è delegata ai comuni è la Basilicata: i comuni lucani non hanno la possibilità di decidere, di gestire, di organizzare, di prendere o non prendere risorse se si tratta di lidi, di coste. Si aggiunga che la Regione Basilicata non destina fondi per la gestione demaniale: per capirci se si rompesse un pontile, una scaletta per scendere a mare, una rampa, una stradina etc. etc., deve intervenire il comune a proprie spese, ma deve chiedere il permesso alla Regione che, viceversa, è l’unica che incassa dalle concessioni portuali e balneari. Se cerchi informazioni sull’argomento qualcuno ti dice che i comuni non hanno il personale per formulare il famoso Piano Spiagge che implica il Piano Coste e altro. E che sarebbero contenti di diventare autonomi ma poi non avrebbero personale per la gestione e chiamerebbero qualche esperto dall’esterno a formulare questi documenti. Sembra sia così…ma poi scopri che pure la Regione ha fatto poco e che gli ultimi documenti su questo argomento e le concessioni balneari dovevano essere approvati nel 2010 ma sono rimasti fermi e sono finiti nel dimenticatoio (dove giacciono inermi molti altri argomenti ma dalle elezioni di Aprile tutto è fermo e in via Anzio si dormono sonni tranquilli fino a settembre, forse…poi dovranno raccogliere le uve per il vino e poi ci sono le olive…la politica regionale è morta ed è in stato di putrefazione avanzato e manco le minoranze mi sembrano molto vive…). In definitiva, non si mette mani a questo argomento dal 2000, appena da 25 anni (molti giovani e prestanti bagnini di oggi non erano ancora nati): con così tanto lavoro e numerose occasioni per i più giovani in terra lucana…a cosa servirebbe movimentare anche questo settore!?!?!? Bolkestein a parte, che riempie i giornali e le TV, le concessioni balneari in Basilicata sono bloccate illo tempore e pare non importi ad alcuno aprire un nuovo lido o un baretto sulle coste lucane ioniche e tirreniche. Anche sulle coste si dorme pesantemente come in via Anzio…sarà il troppo caldo, la mancanza di correnti, la desertificazione, lo spopolamento, la crisi idrica, la denatalità, le morti giovanili, l’autonomia differenziata sepolta ormai in qualche cassetto come la documentazione sulle coste, sulle spiagge etcetc… In considerazione di quanto siano bassi i costi delle concessioni balneari e quanto inquinamento procurino ai nostri mari, con l’aggiunta della bruttezza delle coste piene di questi ombrelloni in fila come soldatini, spesso dai colori sbiaditi dal sole e dai lettini vecchi che dalle spiagge del Nord arrivano a quelle del Mezzogiorno italiano, sarebbe auspicabile chiuderli tutti e liberare i nostri litorali da tali orrendezze…anche considerando che un luogo che appartiene a tutti non può trasformarsi in un luogo pieno di lusso dove si evidenziano le differenze sociali e culturali dei bagnanti… i più ricchi spesso sono su una barca a godersi il mare inquinando le coste con scarichi quotidiani. Io penso che la vicenda balneari sarà l’inizio di una rivolta di massa contro le cose di tutti che diventano lussi d’élite: come quelle persone che si fingono vicine ai più poveri ma frequentano solo luoghi e persone ricche e che gli assicurano soggiorni, spiagge, lidi e barche lussuose e lussureggianti. Questo turismo di massa che invade i nostri litorali non è più sostenibile ecologicamente: è noto il turismo di massa è una invasione pacifica ma distruttiva. E principalmente perché chiamare vacanza luoghi dove si vive molto peggio e in ristrettezze economiche rispetto alla vita giornaliera: la villeggiatura degli anni ’60 dello scorso secolo deve trasformarsi in altro. Il mar Mediterraneo è sporco e ci allontana dalle sue coste ferite e piene di plastica: mi sia consentito di ricordare che le coste lucane sono anche piene di foci di fiumi sullo Jonio ma non dimentichiamo il Noce sul Tirreno che rappresentano altre problematiche insieme all’erosione degli arenili ionici e dei tratti frastagliati e fragili tirrenici. Un’altra vela va finché non scompare, quanti segreti che appartengono al mare (R.Zero)

Di Antonella Pellettieri

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