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UNIBAS, LA GIOIA D’ESSERE PENULTIMA

TACCO&SPILLO

Bisogna ringraziare le basse immatricolazioni dell’Orientale, fino allo scorso anno nel gruppo dei medi atenei se l’Unibas, con tutti i demeriti possibili, s’è salvata d’un soffio dal chiudere la classifica dell’Italia universitaria per prendersi, in ogni caso e del tutto ingloriosamente, la penultima piazza. Ora come sua consuetudine il Censis ha stilato il nuovo ranking annuale degli atenei statali in base a strutture disponibili, servizi erogati, borse di studio, internazionalizzazione, comunicazione ed occupabilità, tutti indicatori che manco a dirlo hanno fatto precipitare l’Unibas a picco, con un misero punteggio di 80,2 e ben dietro piccoli atenei come quelli del Molise, di Teramo, del Sannio, tanto per stare in un elenco di breve ma piena pena. Eppure davanti a tanto sfascio ci si aspetterebbe non certo da Francesco Cupparo, di cui ci sfugge pure la dimestichezza con le questioni accademiche, ma almeno da Vito Bardi che di lauree ne ha parecchie un bel rimbrotto d’indignazione non per altro per quei stratosferici 42 milioni di euro sborsati dalla Regione e dunque dai contribuenti lucani all’Unibas. Cantano i Tenue:“Una penultima volta, anche stavolta, anche stavolta…”     

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