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ANGELA CARINI ABBANDONA IL MATCH CONTRO IMANE KHELIF, PIANGE IN GINOCCHIO SUL RING

La verità, comunque, è che Khelif ha una malattia (iperandrogenismo) che le causa livelli di testosterone più alti del normale.
L’atleta, tuttavia, ha superato tutti i test medici per competere ai giochi

È GIUSTO INFORMARE 

Angela Carini (Napoli, 6 ottobre 1998) è una pugile italiana

ANGELA CARINI ABBANDONA IL MATCH CONTRO IMANE KHELIF, PIANGE IN GINOCCHIO SUL RING 


dopo 40” ABBANDONO senza smorzare nessun polemica da settimane 

#ègiustoinformare #33ºolimpiadi
Parigi 24 Boxe, Angela Carini abbandona il match contro Imane Khelif, si inginocchia e piange
L’azzurra aveva dichiarato:

“Non posso che adeguarmi alle regole”

Pochi secondi, poi la decisione di abbandonare

Angela Carini ha scelto di non affrontare il match contro la pugile iper-sessuale algerina Imane Khelif. Poi, dopo che i giudici hanno validato la sua scelta con il verdetto ufficiale, l’azzurra si è inginocchiata sul ring e ha pianto.

La vigilia dell’incontro.
Non salite su quel ring.
La porta che molti non vorrebbero aprire, forse perfino il Cio, è un incontro di pugilato tra l’italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif.

E ancora prima, un match verbale tra chi attacca le Olimpiadi per la presenza di Imane, esclusa dai mondiali perché il suo Dna ha un cromosoma maschile, chi si dice preoccupato e chi difende la scelta. Attesa per l’annunciato incontro dei pesi welter, e lo sport azzurro resta col fiato sospeso.

I colpi sono già partiti, prima di mettere i guantoni, e al momento non ci sono né vincenti né perdenti ai punti.
Il Coni ha chiesto al Cio che “i diritti di tutti gli atleti siano conformi alla carta olimpica e ai regolamenti sanitari”, ovvero alle regole sulla complicata questione del gender.

La boxe italiana, già sotto choc per le eliminazioni dei suoi azzurri di punta, è preoccupata dal pugno di pietra della Khelif, incrociata da Carini nei collegiali di Assisi, e che la messicana Brianda Tamara definì “peggio di quelli di tanti sparring partner uomini”
La stampa algerina si indigna, perché l’Italia parla di #transgender ma la polemica politica cominciata ialla conferma del Cio che Khelif era ammessa al torneo come l’altra pugliatrice dal testosterone alto, Lin Yu Ting di Taiwan, prosegue e alza i toni.
Prima il tweet antitransgender olimpici di Jk Rowling – da Harry Potter e Imane Khelif – e l’indignazione di Matteo Salvini poi l’intervento del ministro per la famiglia, Eugenia Roccella.
“Desta preoccupazione la partecipazione di due pugili transgeder ai Giochi, dopo che non erano stati ammessi in altre competizioni internazionali”, le sue parole.

“Per Angela Carini non sarà garantita l’equa competizione”, dice a Parigi il ministro dello sport, Andrea Abodi, mentre dall’Italia insorge contro il Cio tutto il centrodestra.
“Non è un’atleta transgender, ma un intersex”, replica gaynet.

Al Comitato olimpico internazionale, intanto, non interessa sapere se l’algerina è transgender o iperandrogina come Caster Semenya, la fondista sudafricana che diventò un caso mondiale.
Da parte sua, il Cio aveva chiuso ogni questione già sei giorni fa, quando dal pugilato italiano erano emerse le prime perplessità al sorteggio: per noi, la risposta Cio, Khelif è donna.
E qui emerge l’intrigo delle regole. Nel 2023 la federazione mondiale escluse l’algerina dalla finale mondiale perché l’esame del Dna rivelò la presenza del gene XY, proprio degli uomini:
“Garantiamo l’equa competizione”. Posizione ribadita dall’Iba, con un comunicato che misura il peso della polemica (oltre che della rivalità col Cio): nessuna rivelazione sul tipo di test effettuati nel 2023, la differenziazione dalle regole di Losanna, e la considerazione che l’ammissione “solleva seri interrogativi sul principio dell’equa competizione e della salvaguardia degli atleti”.
Il Cio però si basa sul livello del testosterone, l’ormone della forza maschile, unico criterio – a suo dire – per definire se un’atleta donna è avvantaggiata, anche nelle Olimpiadi dell’inclusione.

In sostanza, allo sport mondiale non interessa se sei uomo o donna, se hai scelto una transizione come Lia Thomas, l’americana del nuoto, o Laurel Hubbard, neozelandese e prima atleta trans ai Giochi, tre anni fa. Interessa solo se da donna hai troppa forza maschile per la tua avversaria.
Una scelta ad esempio contestata da campioni senza tempo come Martina Navratilova, una vita a difesa dei diritti omosessuali.
Ma il livello del testosterone di Khelif è da donna, per il Cio. “Non posso che adeguarmi alle regole delle Olimpiadi”, si limita a dire Carini: per lei la preoccupazione del giorno primo è un lusso illecito, da nascondere.
E dallo staff del pugilato si assicura che sarà sul ring.
“Ci affidiamo al Coni, aspettiamo la risposta del Cio”, allarga le braccia il presidente della federboxe, D’Ambrosi.
Che in realtà è già scritta da tempo: l’unico giudizio che conta, è quello dei cinque arbitri a bordo ring.
Olimpiadi Parigi 2024

È SEMPRE PREFERIBILE EVITARE IL PUGNO DI FERRO DI IMANE KLELIF

Imane Khelif

Al di là di tutto, però, sta di fatto che Imane Khelif si è sempre definita donna e il Cio la fa partecipare alle Olimpiadi in quanto tale: anche di fronte all’assatanato tribunale popolare dello sport, non c’è nulla da aggiungere

#ègiustoinformare #33ºolimpiadi

Il governo di Giorgia Meloni non perde occasione per dimostrare quanto sia omofobo e transfobico.
L’ultima, in ordine di tempo, è la fake news secondo cui l’atleta Imane Khelif sarebbe una donna trans

Nulla di più falso, ma i vari Matteo Salvini Daniela Santanchè Ignazio La Russa si sono scagliati contro la sportiva e la sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, diffondendo una notizia non vera e, di fatto, emarginando e offendendo un’intera comunità.

♻️ Ma andiamo con ordine:
la bufala secondo cui #Khelif sarebbe nata uomo è partita nel 2023, attraverso i social spagnoli di estrema destra

La fake news che la riguarda è stata diffusa nell’ambito di un dibattito sulla partecipazione delle sportive transgender nelle competizioni femminili.

La verità, comunque, è che Khelif ha una malattia (iperandrogenismo) che le causa livelli di testosterone più alti del normale.
L’atleta, tuttavia, ha superato tutti i test medici per competere ai giochi.

Ora, che il governo Meloni sia #omofobo e #transfobico non è una novità, purtroppo, e l’ha dimostrato in più occasioni (di recente, durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi, è stata presa di mira la scena delle drag queen, giudicata blasfema). Quello che, però, trovo subdolo e pericoloso è il fatto che venga utilizzato e strumentalizzato (quindi svilito) il tema delle donne per legittimare la propria omofobia.

Infatti, tutto ha avuto inizio quando la Lega ha chiesto un’informativa del ministro dello Sport Andrea Abodi «su quello che potrebbe succedere alle Olimpiadi: la nostra pugile Angela Carini dovrà competere e salire sul ring con una atleta nata uomo oggi donna»
Insomma, «in nome dell’inclusività» sarebbero stati calpestati «i diritti delle donne»

Ecco, la fake news su #Imane_Khelif, il linguaggio utilizzato per diffonderla (la destra italiana continua a dire “un trans” anziché “una donna transgender” e a utilizzare il maschile), la provenienza dell’atleta (“l’algerino”, “il pugile africano”) sottolineata in ogni post (mentre l’italiana Angela Carini viene chiamata per nome) dimostrano che ai vari Salvini, Santanchè, La Russa non importa alcunché delle donne.

Del resto, siamo di fronte a un governo che vuole rendere l’aborto impraticabile, che ha affossato la proposta di legge per la parità salariale, ha alzato l’iva su assorbenti e pannolini, ha votato contro la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta contro la violenza di genere, insomma, mi pare evidente che il tema delle donne sia l’ultimo dei loro problemi  

Quello della comunità LGBTQIA+, invece, continua a essere uno dei loro chiodi fissi.
Nonostante sia il ministro dei trasporti e, a tal proposito, l’Italia sia al collasso, Salvini non perde occasione per scagliarsi contro la comunità.
Stavolta, per farlo, ha utilizzato le donne, strumentalizzando un tema a cui le destre non si sono mai interessate

Tutto ciò è avvilente ed è l’ennesima violenza di Stato verso la comunità LGBTQIA+.
Questa è, di fatto, transfobia di Stato

{di Basilio Petruzza}

Olimpiadi Parigi 2024
#sapevatelo2024

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