CATTURATI I PRIMI 46 CINGHIALI CON LE PIG BRIG
La più grande realizzata nel Parco dell’Appenino lucano grazie al pino di gestione degli ungulati approvato dal Commissario straordinario Antonio Tisci
Sono state catturate 13 scrofe adulte di cui almeno la metà gravide e 33 tra rossi e striati.
Si tratta della prima grande cattura di ungulati realizzata dal Parco dell’Appennino Lucano in attuazione delle direttive comunitarie, delle ordinanze del Commissario per la Peste Suina Africana e del Piano di Gestione del Cinghiale approvato dal Commissario Straordinario del PNAL come primo atto dopo il suo insediamento.
Essendo il Comune di Moliterno uno dei Comuni in zona di restrizione gli animali, dopo le analisi sulla peste suina, saranno destinati alla distruzione e non potranno essere utilizzati al consumo umano, non appena la Regione Basilicata avrà completato lo screening VINCA sarà possibile sistemare le trappole anche al di fuori della zona di restrizione e su tutto il territorio del Parco.
«Quella del posizionamento delle PigBrig è una delle misure che il Parco ha inteso adottare per il contenimento della popolazione di ungulati e per il contrasto alla PSA» ha dichiarato il Commissario Straordinario Antonio Tisci «le gabbie sono già state sistemate, oltre che nel territorio di Moliterno, anche in quello di Tramutola e verranno posizionate nei prossimi giorni a Grumento e a Paterno in modo da avere un preciso controllo della porzione di parco a maggior contatto con la vicina regione Campania dove si sono registrati i casi di PSA»
«Voglio esprimere il mio ringraziamento – ha proseguito Tisci – ai Carabinieri Forestali del Parco, agli uffici del Parco, ai sindaci e al servizio veterinario regionale che si è subito messo a disposizione per tutte le esigenze».
«Quella dell’emergenza cinghiali è stata la prima questione che mi è stata posta all’attenzione dalla Comunità del Parco e ho inteso dare subito un immediato riscontro alle esigenze della popolazione, per la prima volta potremo avere uno screening serio sull’eventuale presenza della PSA nel Parco sperando che i ritardi maturati non abbiano causato la diffusione del virus nel nostro territorio – ha aggiunto il Commissario Straordinario del Parco –la mia intenzione è quella di raggiungere gli obiettivi di riduzione fissati dal Commissario e di ricondurre la pressione dei cinghiali ad un livello compatibile con il territorio».
«Alla prima riunione della Comunità e alla manifestazione di Coldiretti avevo detto che avrei affrontato con il piglio giusto la questione e mi sto sforzando di farlo superando i ritardi e le mancanze del passato. Il Parco – ha concluso Tisci – diventerà un esempio da imitare nella gestione dei cinghiali riuscendo a trasformare il problema in una risorsa con la realizzazione della filiera del cinghiale ed, eventualmente, con un marchio da utilizzare per la commercializzazione delle carni nelle zone al di fuori delle aree di restrizione».