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PIPPONZI TRA VITA PRIVATA E RUOLO ISTITUZIONALE

L’intervistavil ritratto della consigliera regionale di parità: una vita in difesa delle donne e dei loro diritti. «Raggiungeremo la parità di genere tra 100 anni, è una questione culturale difficile da scardinare»

È un’avvocato molto conosciuta. Vive a Potenza ma è originaria di Pietragalla. L’ho conosciuta circa 20 anni fa durante un pranzo organizzato da amici conosciuti su un social. Allora si usava il doversi conoscere di persona e superare il virtuale. Da allora non l’ho più persa di vista. L’avvocato Pipponzi ama i social e li sa usare con intelligenza e buonsenso, Molte foto private, molti post sul lavoro, molte frecciatine a chi non rispetta le donne.

Noto e osservo, con molta attenzione, la sua raffinata eleganza, lei e una bellissima donna. Mi pare che lei sia bravissima a unire e, all’unisono, a tener ben distinte la vita pubblica e quella privata. Le viene naturale o glielo hanno insegnato?

«La ringrazio per questa domanda che valuto anche come complimento; mi è naturale tenere distinta la vita privata da quella lavorativa/pubblica. Sono convinta che non si debba commettere l’errore di identificarsi nel ruolo istituzionale che temporaneamente si ricopre. Innanzitutto, si è persona, poi professionista o istituzione».

Potenza è stata accogliente? Cosa pensa della nostra città? Mi dice la cosa più bella e quella più brutta dei potentini?

«In realtà sono nata a Potenza pur avendo madre marchigiana (Ascoli Piceno) e padre lucano (Pietragalla) per cui mi sento potentina ed amo Potenza, pur essendo molto legata anche al paese di Pietragalla. Potenza è una città che si sta affrancando dall’essere solo una città della burocrazia regionale. Il cammino che ha avviato come città della cultura, dei giovani e dello sport è certamente una strada giusta su cui investire sempre di più. I potentini non sono una razza a parte e scontano i pregi ed i difetti propri di tutti i lucani. Siamo persone schive, aperte ma diffidenti al tempo stesso. Sicuramente persone sane e veraci»

Sto provando con questo piccolo progetto a raccontare la città attraverso i potentini di origine e quelli non originari di Potenza ma che vivono in città come lei, di alta qualità intellettuale e morale. Alla fine, non so che quadro uscirà fuori…l’amicizia esiste?

«Ho creduto molto nell’amicizia, restandone come è ovvio delusa. Devo dare ragione all’allora arcivescovo della Basilica di San Paolo Fuori le Mura di Roma che tempo fa mi disse che “l’amicizia è come un orologio solare: segna le ore quando c’è il sole”…non credo ci sia altro da aggiungere. Da allora mi sono rassegnata»

Mi racconta cosa fa una Consigliera Regionale di Parità e quali sono i suoi ruoli e perché lei meritava di diventarla e anche di essere riconfermata?

«La Consigliera regionale di Parità è una Authority deputata a vigilare sulla corretta applicazione della normativa sulla parità di genere in ambito lavorativo. Agisce anche come pubblico ufficiale nel contrasto delle discriminazioni. Per questo, rispondendo al bando, è necessario dimostrare una competenza specifica in diritto del lavoro e antidiscriminatorio e dimostrare di essere esperte nelle politiche attive di genere e mercato del lavoro femminile. È un incarico che ho cercato di interpretare al meglio, anche quale giurista, portando avanti tante azioni legali in favore di lavoratrici discriminate (es. da ultimo anche in favore di vittime di tratta e lavoro nero e vittime di molestie). Nell’80% dei casi l’esito dei procedimenti si è risolto favorevolmente. È un incarico che ho svolto per passione ma non per compenso, considerato che è una carica istituzionale con una indennità simbolica».

La mia esperienza di vita e professionale mi dice che è molto difficile essere donne in Basilicata se si ricopre un ruolo perché ostacolata non solo dagli uomini ma dalle donne. Qual è il suo pensiero sul maschilismo della società lucana? Mia figlia riuscirà a soffrire meno di quanto ho sofferto io per colpa della mentalità di una parte della famiglia e di una parte di colleghi e amici?

«Alcuni studi affermano che raggiungeremo la parità di genere tra 100 anni…purtroppo è una questione culturale che è difficile da scardinare. Confido nelle nuove generazioni ma temo che ci si culli troppo pensando che i diritti delle donne siano ormai acquisiti. Ma, come ci ricordava Simone de Beauvoir, bisogna vigilare affinché’ non si facciano passi indietro su i diritti. Penso che il maschilismo sia ancora persistente in Italia e certamente anche in Basilicata, specie in ambito politico. Alle donne viene impedito di fare politica attiva e gli uomini certamente non le agevolano nel loro percorso. Sono eclatanti i casi delle giunte comunali di piccoli paesi lucani dove alle donne, per ricoprire il ruolo assessorile, sono state richieste competenze non richieste agli uomini». Ivana Pipponzi ama il rosa e il rosa è il colore dell’ottimismo: alle donne auguriamo tante albe rosate specie a quelle sole e meno fortunate. W le donne che amano le donne!

Di Antonella Pellettieri

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