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ANGELO BINAGHI, CON UNA MEMORIA DA ELEFANTE SI TOGLI QUALCHE SASSOLINO SUL DOPING “LETROZOLO”

Ed ecco perché, davanti a Sara Errani, donna e campionessa di straordinaria forza morale, entrata nella storia dei Giochi e del tennis, sono in molti che oggi dovrebbero avere il pudore di inchinarsi e chiederle scusa

È GIUSTO INFORMARE 
Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana Tennis e padel

ANGELO BINAGHI, CON UNA MEMORIA DA ELEFANTE SI TOGLI QUALCHE SASSOLINO SUL DOPING “LETROZOLO”  


Errani, Binaghi e la memoria
da elefante del presidente sul doping

Celebrando il trionfo di Sara con Jasmine Paolini, Il Numero Uno del tennis ha ricordato l’invereconda ingiustizia patita dall’olimpionica, costretta a un anno e mezzo d’inferno nonostante fosse stata riconosciuta innocente dalla positività al letrozolo


Sia benedetta la memoria da elefante di Angelo Binaghi, il presidente della Federazione italiana Tennis e padel che ha portato nell’Età dell’Oro.

Il quale, celebrando il trionfo olimpico dii Sara Errani con Jasmine Paolini, ha pronunciato parole che meritano di essere ricordate ai professionisti dell’antidoping:

“ Lo sport sia galantuomo e lo sia anche il tennis, che ha reso a Sara Errani ciò che qualcuno le aveva tolto malauguratamente. Io credo che nel suo caso vada fatto un monumento alla famiglia. Noi le siamo stati sempre vicini. Noi siamo come elefanti, non ci dimentichiamo niente, nel bene e nel male. I nostri ragazzi sono tutti straordinari, ce li invidiano in tutto il mondo. Sono stati superiori a tutti quanti, anche a chi doveva difenderli e non lo ha fatto quando ne avevano bisogno”

Il riferimento è al caso della positività al letrozolo, una sostanza contenuta in un farmaco assunto per anni dalla madre di Sara per combattere la recidiva del tumore al seno.

L’azzurra, testata per 83 volte negli otto anni precedenti e sempre risultata negativa, protestò da subito e vibratamente la propria innocenza (‘Non ho mai assunto sostanze dopanti’).

Tanto che, nell’agosto 2017, la Federazione internazionale del tennis (ITF) la sospese con la pena minima e simbolica di due mesi (fino al 2 ottobre 2017), affermando che l’ingestione della sostanza fosse stata involontaria, a causa di una contaminazione alimentare del cibo, forse tortellini.

La mamma dell’azzurra, avendo dimenticato di prendere per alcuni giorni il farmaco Femara, contenente il letrozolo – sostanza che , peraltro, non migliora assolutamente le prestazioni sportive – l’aveva collocato nel ripiano della cucina accanto al tavolo, dove prepara i pasti.

Un modo per ricordarsi di prendere la medicina le cui pillole, in passato, già per due volte erano finite accidentalmente nei cibi che la signora Errani stava cucinando.

Ciononostante, il 31 agosto 2017, la Nado Italia (articolazione tricolore dell’agenzia mondiale antidoping Wada), ha presentato ricorso al Tas di Losanna che, con la proverbiale velocità, si è pronunciato soltanto l’11 giugno 2018, riconoscendo di nuovo come l’ingestione fosse stata causale, ma accogliendo parzialmente il ricorso della Nado e infliggendo altri otto mesi di squalifica all’atleta innocente, senza concedere la retrodatazione, prevista dal regolamento ITF e applicata in vicende simili al caso Errani.

Risultato: Sara non ha potuto giocare sino al 9 febbraio 2019, pur essendo stata riconosciuta innocente dall’accusa di doping.

Provate soltanto a immaginare che cosa abbia passato, quale rabbia e quale frustrazione abbia provato la campionessa, in quei diciotto mesi d’inferno al termine dei quali le hanno pure comminato una multa di 4 mila franchi svizzeri per le spese legali sostenute dalla Nada Italia (!)

Peccato che il 31 ottobre 2019, cioè due anni e due mesi dopo l’inizio di questo calvario, il Gip di Ravenna abbia archiviato definitivamente il procedimento per doping, sentenziando l’assoluta mancanza di dolo.

Ecco perché la memoria da elefante di Binaghi è benedetta.

Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana Tennis e padel

Ed ecco perché, davanti a Sara Errani, donna e campionessa di straordinaria forza morale, entrata nella storia dei Giochi e del tennis, sono in molti che oggi dovrebbero avere il pudore di inchinarsi e chiederle scusa.

Anche se non avranno mai il coraggio di farlo

#sapevatelo2024 

 

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