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«TROPPE PAROLE AMBIGUE SULLA LEGGE CALDEROLI»

L’ex deputato Vito De Filippo: «Forze politiche interessate al portafoglio, al residuo fiscale ed a piccole patrie»

La legge Calderoli che spacca l’Italia, un paese lungo e con un divario storico di lunghissima data meriterebbe posizioni nette, decise e trasparenti. Un provvedimento che attua solo un comma di un articolo e non rispetta nella sostanza la Costituzione si presta ad essere combattuto con forza nelle sedi istituzionali e nelle piazze. Con passione ed entusiasmo. Il moto di popolo registrato nella raccolta delle firme va, esattamente, in questa direzione». A dirlo Vito De filippo ex sottosegretario, membro della Direzione Nazionale del PD. «È evidente che ci sono forze politiche interessate al portafoglio, al residuo fiscale ed a far sventolare stendardi di piccole patrie. Non ci vuole la zingara per indovinare, si potrebbe dire. Capisco che la maggioranza in Italia ed in Regione usa tutte le tecniche di dissimulazione per convincere e depistare. Oggi più di qualche anno fa la cosa appare incredibile. La geopolitica che si sta vivendo, i grandi conflitti bellici, le tensioni e le sfide commerciali meriterebbero ben altri sguardi e visioni. Ed invece l’Italia si appunta, distorcendo le urgenze della storia attuale, su altri problemi. Con una tenacia degna di ben altre sfide. Ad esempio quelle della coesione nazionale, del decentramento delle funzioni amministrative ai livelli più vicini ai cittadini come i Comuni, e tante altre riforme utili. Invece hanno combattuto la sussidiarietà, rendendo l’Italia più debole, il sud più lontano dallo sviluppo intrappolato più che mai in una congiuntura micidiale di disoccupazione, esodi ed abbandoni. E il Nord che dopo la propaganda potrebbe nel tempo non guadagnarci nulla. Qualche settimana fa in previsione del dibattito in consiglio regionale scrissi testualmente: “per distrarsi al bivio, citando un bellissimo testo del nostro Rocco Scotellaro, ci sono tante tecniche: dissimulare, voltarsi dall’altra parte, far finta… fare melina, annunciare, smentire e via elencando. Si può stare, invece, nitidamente da una parte o dall’altra. Con coraggio. Il dibattito e’ noto: non ci sono scorciatoie o “benaltrismi”. Ebbene è chiaro che rispetto alla portata della questione servivano parole potenti. Ad alta voce e non sussurrate. Così non è stato come temevo. Ci vuole sempre tempo ma la storia si incaricherà con grande forza di chiarire tutto. Non è fatalismo ma è solo la capacità di interpretazione e di lucidità che la nostra comunità saprà sicuramente garantire».

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