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FERROVIE, ECCO IL QUADRILATERO

Dal lavoro dell’allora sottosegretario Margiotta, investirà Puglia e Basilicata

Esiste un meridionalismo piagnone cui piace lamentarsi delle proprie ferite e ripiegarsi su di esse. Un meridionalismo trasversale tra destra e sinistra che chiede sussidi, sostegni, reddito di cittadinanza, interventi pubblici e che, quindi, immagina sempre che il Sud sia incapace di camminare da solo con le sue gambe. Esiste, poi, un meridionalismo nobile che ha padri illustri da Nitti a Beneduce fino a Domenico Menichella che, al contrario, ha sempre puntato sugli investimenti per rilanciare lo sviluppo e il territorio. In un suo memorabile intervento in Parlamento, quando ancora era deputato nittiano fu proprio Alberto Beneduce a spiegare come fosse necessario ridurre fino ad eliminare le forme di sussidio per investire le risorse in opere pubbliche che potessero togliere il Sud dalla propria arretratezza.

IL QUADRILATERO FERROVIARIO

Ercole Incalza, uomo delle grandi opere pubbliche in Italia, sul Mattino di ieri ha evidenziato che nei prossimi tre anni sarà, secondo il cronoprogramma delle Opere Pubbliche, completato il quadrilatero dell’alta velocità nel Mezzogiorno. Con la realizzazione, infatti, della linea Bari-Napoli e di quella Taranto-Potenza-Battipaglia, infatti, le tre regioni meridionali saranno collegate tra di loro e con i loro rispettivi Hub commerciali, imprenditoriali e di trasporto. Un sistema che, evidenzia Incalza, non solo può consentire alle regioni di collegarsi tra di loro e con il resto di Europa ma che, se ben gestito e valorizzato, potrebbe consentire di ridurre la linea di trasporto Sud-Nord-Sud tramite il quale i prodotti meridionali vengono confezionati e commercializzati al Nord per poi tornare al Sud (in parte) sui banchi dei supermercati con un valore aggiunto che si materializza soltanto per le imprese del Nord. Incalza suggerisce di creare una partecipata pubblico-privata per ottenere il massimo riscontro possibile per il territorio meridionale e invita le classi dirigenti meridionali a verificare i tempi di realizzazione delle opere.

UN’IDEA DI SALVATORE MARGIOTTA

Certamente questo intervento rientra in quello che in campagna elettorale Giorgia Meloni ha chiamato “infrastruttura di cittadinanza” per sottolineare il diverso approccio rispetto al cinque stelle alle emergenze economiche del Sud. Dobbiamo, però, dare a Cesare quel che è di Cesare e a Salvatore Margiotta ciò che è di Salvatore Margiotta. Durante il Conte bis, infatti, le energia del sottosegretario lucano furono fortemente concentrare per ideare, finanziare e realizzare queste opere. Dopo moltissimi anni in cui non si è parlato di infrastrutture al Sud, fu proprio Salvatore Margiotta a rimettere queste opere (centrali per lo sviluppo della Basilicata) al centro dell’agenda politica. Tra tre anni quella brillante intuizione potrà diventare realtà se le classi dirigenti meridionali vigileranno e il Governo nazionale manterrà gli impegni presi. Un obiettivo che ci auguriamo venga realizzato di cui il nostro territorio e l’intero Mezzogiorno ha disperatamente bisogno e che, ci piace ricordare, nasce da un’idea di un nostro conterraneo. Siamo partiti nel nostro ragionamento citando Beneduce, Menichella e Nitti, non siamo così iconoclasti da voler paragonare Margiotta a questi tre giganti della storia ma ci piace evidenziare che, anche in una legislatura complessa come quella trascorsa, c’è stato un politico potentino che ha provato ed è riuscito a volare alto. Tra tre anni tutto il Sud e la Basilicata ne raccoglieranno i frutti.

Di Massimo Dellapenna

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