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BENNARDI PROVA IL VOTO DI SCAMBIO

A Lavello per Carretta storia finita dopo le dimissioni dell’opposizione. In vista delle elezioni, FdI: «Si costruisca il cdx». A Matera il M5S tenta il Pd: «Non votate la sfiducia, noi vi votiamo il Presidente della Provincia»

Il Consiglio Comunale di Lavello non sopravvive alle teatrali dimissioni del Sindaco Carretta. Il Primo Cittadino che, una volta vista l’impossibilità politica di tenere in piedi la propria maggioranza, aveva cercato di rinviare il più possibile le elezioni dimettendosi e sperando nei famosi venti giorni di riflessione, è stato anticipato dai consiglieri comunali. Ieri mattina, infatti, con le dimissioni contestuali della metà più uno dei Consiglieri Comunali l’esperienza civica del guazzabuglio che aveva portato alla vittoria di Carretta è ufficialmente terminato. Non ci sono più possibilità di ripensamenti. Ora arriverà il commissario prefettizio e nel 2025 si tornerà al voto con uno scenario radialmente cambiato. Come abbiamo già ricordato ieri, infatti, la vittoria di Carretta determinò la spaccatura nel centrodestra con la Lega, all’epoca rappresentata dall’assessore Merra, che ruppe con Forza Italia e Fratelli d’Italia per supportare l’idea civica trasversale partorita dalla mente di Liseno.

LA POSIZIONE DI FRATELLI D’ITALIA

L’anno scorso il più grande ostacolo sulla possibilità che tutto il centrodestra confluisse su Carretta fu posto dalla locale sezione di Fratelli d’Italia che rifiutò categoricamente la possibilità di sostenere persone con un passato di centrosinistra o che non avevano rotto radicalmente i rapporti con il Partito Democratico e la vecchia amministrazione Altobello. Ed è proprio il Circolo di Lavello di FDI il primo ad uscire sulla vicenda. A poche ore dalle dimissioni dei consiglieri comunali che determinano lo scioglimento del Consiglio, infatti, Pietro Mangino commissario cittadino di FDI ha rotto gli indugi con un comunicato stampa nel quale rivendica la coerenza politica di chi «malgrado le spinte che intervenivano verso la costruzione di una alleanza guidata da Carretta, un anno dichiarò la propria indisponibilità a sostenere coalizioni senza una chiara identificazione nel centrodestra ma con esponenti provenienti da precedenti esperienze nel centrosinistra». Non è soltanto una rivendicazione del proprio merito storico nelle scelte passate quella fatta dal responsabile del Partito di Giorgia Meloni nella cittadina vulturina ma una vera e propria rivendicazione di un ruolo di guida politica del centrodestra nella città. Pietro Mangino, infatti, ha subito rivolto il proprio appello «a tutte le forze politiche del centrodestra e della coalizione che ha sostenuto Vito Bardi alla carica di governatore, per avviare immediatamente il dialogo necessario per costruire una coalizione coesa su base programmatica e valoriale». Dichiarandosi pronto a «costruire un cantiere che non preveda aperture sostanziali e strutturali alle forze di centrosinistra». Ora la palla passa nel campo degli alleati che dovranno rispondere a questo appello e costruire il cantiere delle forze di centrodestra e della coalizione Bardi per le prossime elezioni comunali.

BENNARDI VERSO LA SFIDUCIA

La situazione non sembra migliore nella città dei sassi dove domani si voterà la mozione di sfiducia nei confronti di Bennardi presentata dalle opposizioni. Il Sindaco che fino a qualche giorno fa si credeva forte del sostegno parentale e dell’appoggio dei socialisti avrebbe perso la sicumera. Da quello che si apprende i socialisti, tutt’altro che contenti della nuova Giunta, non sarebbero più tanto certi di votare a favore della prosecuzione dell’esperienza Bennardi. Da questa situazione Bennardi, con il sostegno dei vertici regionali del Movimento, avrebbe preso la decisione di provare ad intavolare un dialogo con il Partito Democratico. Nel discorso rientrerebbe anche la vicenda della successione a Piero Marrese alla carica di Presidente della Provincia di Matera. Come tutti sanno, infatti, il sistema elettorale prevede il voto esclusivo dei Consiglieri Comunali con quelli di Matera che hanno un peso specifico molto alto. A difesa dell’amministrazione Materane ormai autentico ridotto della Valtellina dei Cinque Stelle sarebbero scesi in campo direttamente i vertici del Movimento che avrebbe- ro proposto ai Dem uno scambio tra la rinuncia a votare la sfiducia a Bennardi per avere in cambio il voto ad un Presidente della Provincia espressione del PD. Matera val bene una Presidenza di Provincia? Questo il dilemma che in queste ore starebbe lacerando il Partito Democratico materano che potrebbe, magari, attestarsi sulle assenze strategiche per prolunga- re l’agonia della Città dei Sassi sotto la guida della peggiore e più inutile amministrazione che sia mai stata. Nella decisione del PD potremo vedere se mette al centro il bene comune e la propria coerenza o lo scambio di postazioni di potere. Ci piace immaginare che la storia della sinistra materana non sia barattabile per qualche voto qualificato alla Presidenza della Provincia.

Di Massimo Dellapenna

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