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SULLA FONDAZIONE “TEATRO STABILE” VISIONE LIMITATA

La replica all’Associazione “Potenza Heritage” sulle dichiarazioni in merito alle intenzioni dell’Amministrazione sul teatro comunale

Leggendo le dichiarazioni di Potenza Heritage, non posso fare a meno di notare una visione fortemente limitata, per non dire miope, che dimostrate nel criticare la proposta di creare la “Fondazione Teatro F. Stabile e Teatri della Basilicata”. Il vostro approccio, che maschera una profonda ignoranza in materia di gestione culturale, rischia di condannare Potenza e l’intera regione Basilicata a una perenne marginalità, rimanendo impantanati in un limbo provinciale. La verità è che il vostro discorso appare retrogrado, intriso di un localismo sterile e incapace di guardare oltre il proprio naso, mentre il mondo della cultura si evolve e si allarga su scala nazionale ed europea.

LA FONDAZIONE: UN RESPIRO REGIONALE PER UN TEATRO DI ECCELLENZA

Il primo punto su cui desidero soffermarmi riguarda la vostra incomprensione del ruolo e delle finalità di una fondazione teatrale. La vostra preoccupazione che il Teatro F. Stabile di Potenza perda la sua autonomia è priva di fondamento. Al contrario, la fondazione è uno strumento che, se ben gestito, può portare il nostro teatro a un livello di eccellenza, trasformandolo da “cantina dell’arte” (come purtroppo lo è oggi) a un vero e proprio centro culturale di rilevanza nazionale. La realtà è che Potenza, pur avendo un teatro storico, non può vivere di sole rendite passate. Per essere davvero rilevante, il Teatro F. Stabile deve diventare un polo d’eccellenza che guarda non solo all’Italia, ma anche all’Europa. Questa fondazione rappresenta un’opportunità unica per raggiungere questo obiettivo, offrendo una piattaforma che non solo preserva le realtà locali, ma le protegge e le proietta verso un futuro più ambizioso e internazionalizzato.

LA QUESTIONE DEI TEATRI REGIONALI: UNA PROSPETTIVA INCLUSIVA

Avete espresso dubbi riguardo alla denominazione della fondazione, “Fondazione Teatro F. Stabile e Teatri della Basilicata”, chiedendovi quali siano questi altri teatri regionali e a che titolo debbano far parte della fondazione. Questa è un’osservazione che rivela non solo una scarsa conoscenza del panorama culturale lucano, ma anche una visione fortemente limitata. La Basilicata, infatti, è costellata di piccoli teatri e mi riferisco anche a quelli all’aperto che, pur non avendo la risonanza del F.Stabile di Potenza, rappresentano preziose realtà culturali locali. Questi teatri meritano di essere valorizzati e inclusi in un progetto regionale che li possa far crescere e far conoscere anche fuori dai confini della nostra regione. Pensare che Potenza debba rimanere l’unico faro della cultura teatrale in Basilicata non solo è sbagliato, ma è anche offensivo nei confronti delle altre comunità che, con impegno e dedizione, tengono viva la tradizione teatrale nelle proprie città. La fondazione deve avere un respiro regionale proprio per includere queste realtà, permettendo loro di svilupparsi e di collaborare in modo sinergico, superando l’isolamento e le difficoltà che derivano dal lavorare in una regione piccola e spesso dimenticata come la nostra.

L’AUTONOMIA DI POTENZA: UN FALSO PROBLEMA

Il vostro timore che la città di Potenza perda la sua autonomia è una preoccupazione mal posta. L’autonomia non è qualcosa che si perde o si guadagna per decreto; è il risultato di un processo di crescita e di sviluppo che si costruisce attraverso progetti concreti e ambiziosi. Essere parte di una fondazione regionale non significa sacrificare l’autonomia di Potenza, ma piuttosto integrarla in un contesto più ampio, dove il confronto e la collaborazione con altre realtà può solo arricchire e potenziare la nostra proposta culturale. Potenza deve imparare a guardare oltre i propri confini. Insistere su una visione limitata e provincialistica rischia di condannare la città all’irrilevanza. La fondazione è una strada che può portare Potenza a dialogare con altre realtà, non solo regionali, ma anche nazionali e internazionali, facendo del Teatro F. Stabile un centro culturale di riferimento, capace di attrarre artisti e pubblico da tutto il Paese e oltre.- Le Contraddizioni del Vostro Discorso Il vostro discorso è intriso di contraddizioni. Da un lato, lamentate la possibilità che la fondazione diventi un organismo di coordinamento regionale, con il rischio, secondo voi, di “frammentarismo”. Dall’altro, sembrate ignorare che la frammentazione è esattamente ciò che la fondazione vuole superare, creando un sistema culturale integrato e sinergico. La vostra preoccupazione che la fondazione possa trasformarsi in un “generico centro di produzione e distribuzione multidisciplinare” è un’altra dimostrazione della vostra incomprensione del progetto. La multidisciplinarità non è un problema, ma una ricchezza. Un teatro che si chiude su se stesso, che propone solo spettacoli tradizionali, rischia di diventare anacronistico e di perdere il contatto con il pubblico contemporaneo. La fondazione, al contrario, può diventare un laboratorio di innovazione, capace di sperimentare e di proporre una varietà di spettacoli che possano attirare un pubblico diversificato e che possano far crescere il teatro lucano nel suo insieme.

IL RUOLO DELLA POLITICA E LE OPPORTUNITÁ MANCATE

Non posso negare che la politica locale e regionale abbia, in passato, mancato di cogliere le opportunità offerte dal settore culturale. Spesso, il teatro e la cultura in generale sono stati relegati a un ruolo marginale, mentre si privilegiavano altri settori. Questa è una responsabilità che la politica deve riconoscere e su cui deve riflettere, per non ripetere gli errori del passato.Tuttavia, è inutile continuare a piangere su questi errori senza cercare di costruire qualcosa di nuovo e di migliore. La fondazione rappresenta un’opportunità per voltare pagina, per costruire un progetto che possa dare stabilità e prestigio al settore teatrale lucano. Ma per farlo, abbiamo bisogno di una visione ambiziosa e di una volontà di collaborazione. Continuare a dividersi, a polemizzare senza costrutto, significa solo continuare a ripetere gli errori del passato.

LA GESTIONE DELLA FONDAZIONE: RISCHI E OPPORTUNITÁ

Ammetto che la gestione di una fondazione in una realtà complicata come la Basilicata non sia priva di rischi. Tuttavia, questi rischi non devono essere un pretesto per respingere a priori un progetto che, se ben calibrato, può essere rivoluzionario per la nostra regione. La mia perplessità riguarda non tanto l’idea della fondazione in sé, ma piuttosto le modalità con cui essa verrà gestita. Potrebbe essere utile esplorare l’opzione di un organismo pubblico-privato, più snello e flessibile, che permetta una gestione meno burocratica e più orientata ai risultati. Un organismo che sappia coniugare la necessaria indipendenza artistica con l’esigenza di fare sistema, creando una rete solida e collaborativa tra i vari attori culturali della regione.

UNA CHIAMATA ALLA COLLABORAZIONE

In conclusione, mi rivolgo a voi, membri dell’associazione Potenza Heritage, per invitarvi a riflettere sulla vostra posizione. La vostra critica, purtroppo, appare dettata più da una visione politica e nostalgica che da una reale comprensione delle esigenze del settore teatrale e culturale. La fondazione rappresenta un’opportunità unica per far fare un salto di qualità alla nostra città e alla nostra regione. È finito il tempo del “coltivare il proprio orticello”: è il momento di fare sistema, di unire le forze per costruire qualcosa di grande e di duraturo. Non posso che concordare con voi nel riconoscere la competenza e l’onestà intellettuale di Beppe Biscaglia, una figura che ha già dimostrato il suo valore attraverso il “Festival delle Cento Scale”. Tuttavia, il limite di Biscaglia è quello di rimanere troppo ancorato a una visione culturale dipendente dai contributi pubblici, senza sviluppare quella mentalità imprenditoriale necessaria per portare il teatro lucano oltre i confini regionali. Il buon Beppe Biscaglia, con la sua esperienza e la sua integrità, avrebbe tutte le carte in regola per guidare questo progetto con successo. Ma per farlo, ha bisogno del sostegno di tutti, compresa l’associazione Potenza Heritage, che deve abbandonare la miopia e l’immobilismo per abbracciare una visione più moderna e lungimirante. Il futuro della nostra città e della nostra regione passa necessariamente attraverso una visione culturale ampia, capace di guardare oltre i confini locali e di porsi obiettivi ambiziosi. Questo è il momento di fare un salto di qualità, di portare il teatro lucano fuori dai confini regionali e di dare alla Basilicata il posto che merita nel panorama culturale nazionale ed europeo. Ma per farlo, abbiamo bisogno di una fondazione forte, coesa e ben gestita, che sappia valorizzare le eccellenze locali e proiettarle verso un futuro di successo e riconoscimento. Se Potenza Heritage vuole davvero il bene della nostra città, è il momento di mettersi al lavoro e di contribuire, con idee e proposte concrete, alla realizzazione di questo ambizioso progetto.

Di Dino Quaratino

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