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DONATO TELESCA SI CONFIDA E CI RILEVA

Un po’ di Irpinia alle Palalimpiadi di Tokyo, il maestro Antonio Di Rubbo della “Royal Gym” al fianco dell’atleta Donato Telesca

È GIUSTO INFORMARE 

SCOPRIAMO DI PIÙ IL MOSTRO CAMPIONE OLIMPICO DOTTORE DONATO TELESCA DI PIETRAGALLA (PZ)

Sono esattamente 6 anni ormai, da quando ho lasciato casa, le sicurezze, gli affetti, avevo solo 19 anni ma tanti sogni nel cassetto.

Volevo laurearmi e disputare una paralimpiade, in contemporanea.

È stato dannatamnete difficile riuscire a conciliare tutto per cercare di portare a casa il risultato in entrambi gli ambiti, ma ho sacrificato sempre di più, sempre meno uscite, meno sgarri, meno tempo per me….

Studio, allenamento, sonno, la mia routine degli ultimi 2100 giorni.


È arrivata nel 2021 la laurea e la mia partecipazione alle prime paralimpiadi, non era il momento, non ero pronto ad una medaglia ed è andata nel modo quasi peggiore che potesse andare , 6 classificato.


Tornato da Tokyo ho deciso di dover dare ancora di più, ero completamente distrutto, tutto il contesto attorno a me si era in parte rivoltato contro, ho vissuto molto male per un anno e mezzo con quel trauma dentro di me.

Dovevo fare di più, spingere più forte sull’acceleratore… ho dimenticato l’ultima vacanza di una settimana intera rilassante, forse rimase a 5 anni fa…

Se contassi le serate dove ho fatto “festa” fino alle 6 di mattina negli ultimi 3 anni non supererebbe le dita di una mano


Ogni mia decisione era in funzione del

“farà male alla mia preparazione per Parigi?”

Ho dovuto affrontare scelte difficili, cambi di categoria, cambi di vita, da quando mi sono trasferito in California, poi ancora Roma, poi era il momento di dare ancora di più, trasferirmi letteralmente dal mio allenatore @dirubboantonio 

ANTONIO DI RUBBO
ANTONIO DI RUBBO soprannome il PROFESSORE   

Un po’ di Irpinia alle Palalimpiadi di Tokyo, il maestro Di Rubbo della “Royal Gym” al fianco dell’atleta Telesca

Abbiamo messo in standby le nostre vite per questo sogno comune, volevo fare la storia di questo sport, spingermi oltre per tutte le persone che davvero credevano in me e l’hanno fatto nei momenti difficili fino alla fine… la mia famiglia, la federazione con i suoi staff, le fiamme oro e i miei compagni di avventure.

Questo risultato è stato un gioco di squadra… ma la dedica più importante è ai miei nonni soprattutto a quelli che non ci sono più, che prima di ogni alzata pensando alla loro voce, mi hanno dato la forza da lassù durante ogni mia alzata.

Ora è il momento di guardare avanti!

Nuovi obiettivi, nuove sfide, nuove cose mai fatte da conquistare,

One more!

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