MARINO: «L’AGRICOLTURA PER I GIOVANI, PUÒ ESSERE UNA GRANDE OPPORTUNITÀ»

L’agricoltura è un settore fondamentale, per via del ruolo di primissimo piano che ricopre nella filiera alimentare e produttiva. Oggi, si trova ad affrontare sfide senza precedenti, come i cambia- menti climatici, la globalizzazione, i nuovi modelli di consumo (…) In quest’ambito, i giovani e le donne lucane sono ancora poco rappresentati. Un esempio tangibile di autentica passione, e de- terminazione nell’approfondire costantemente quest’ambito, è presente a Spinoso, in Basilicata, dove un giovane, negli ultimi tempi, sta facendo parlare molto di sé, a causa di una sensazionale notizia. Si tratta di Vito Marino, che coltiva, in prevalenza, zucche. È, attualmente, il proprietario di una zucca di 480 chili circa. Si tratta della zucca più grande in Basilicata. Il coltivatore lucano è molto entusiasta di aver raggiunto il sesto posto nella classifica generale, con una zucca di 324 chili, a Peccioli, nell’anno 2021, in occasione della decima edizione della “Festa dello Zuccone”. La zucca, invece, entrata nel Guinness World Record, negli anni 2021 e 2022, di 1226 chili, è stata coltivata da Stefano Cutrupi, originario di Bordighera, ma che vive da anni a Radda in Chianti, mentre nell’anno 2023, il nuovo record è stato battuto dal californiano Trevis Gienger, con la sua zucca di 1247 chili circa. «Sono molto orgoglioso- ha dichiarato il lucano Vito Marino- di aver raggiunto questo ottimo risultato con la mia zucca, il nuovo record nella mia regione. L’agricoltura è una delle mie grandi passioni. Questo settore in Basilicata è molto importante per la vita economica e sociale della regione. È una grande soddisfazione per me, rappresentare la Basilicata, facendo notare, senza alcuna ostentazione, la determinazione e la passione che metto nel mio lavoro. Sto tramandando il mio lavoro a mio figlio, di soli quattro anni, che è già il nuovo coltivatore della zucca. Ritengo che il ritorno dei giovani in agricoltura sia una prerogativa vincente, e non un’illusione».

Di Carmen Piccirillo