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LA MEDAGLIA TORNA A CASA

Francesca Palumbo in visita in città incontra le istituzioni ma soprattutto i maestri di scherma che continuano dove lei ha iniziato. La tradizione di Pinto (primo maestro della campionessa) continua con Jospeh Omar De Carlo e Gianmaria Petrone

È con il cuore colmo di gioia, gratitudine ed emozione che ringrazio la mia terra e la mia gente per l’accoglienza straordinaria che mi hanno riservato», queste le parole con le quali Francesca Palumbo, medaglia d’argento nel fioretto alle ultime olimpiadi, ha ringraziato la sua Città e i suoi concittadini. Un segnale, quello lanciato dall’azzurra di scherma che non è solo un segnale sportivo, è anche un grande segnale di speranza per una città dalla quale, troppo spesso, i giovani vanno via per cercare fortuna altrove e nel- la quale sembra difficile tutto, soprattutto fare sport.

IL RINGRAZIAMENTO AL SUO MAESTRO

La Palumbo è partita proprio da Potenza per la sua scalinata verso la gloria, è partita da una associazione che faceva e fa scherma per i ragazzi e per gli adulti. Ha ringraziato tutti nel suo post su facebook, dal Sindaco di Po- tenza alla Regione Basilicata, dal festival delle opportunità alla città dei giovani, però, quello che colpisce più di tutto è il suo abbraccio con chi le ha insegnato i rudimenti della scherma. «Grazie a ai maestri Joseph De Carlo e Gianmaria Petrone e tutti i ragazzi che mi hanno stretto in un calorosissimo abbraccio!» ha scritto a tal proposito la nostra medaglia olimpica, parlando dei due maestri che continuano ad insegnare l’arte della scherma in una città in cui, evidentemente, non esiste soltanto il calcio. Mercoledì la campionessa olimpica era andata proprio nel suo vecchio team d’origine, nella struttura dove aveva iniziato per mostrare la medaglia ai ragazzi e alle ragazze che con quella stessa associazione imparano a tirare, a parare, a fare assalti, a difendere e a sognare una medaglia in futuro perché lo sport, soprattutto quando è fatto da giovanissimi, si nutre anche di sogni e di miraggi che, seppur non sempre raggiungibili, aiutano nei momenti difficili a non mollare la presa e la carica. «La prima medaglia olimpica della Basilicata è arrivata a casa, dove tutto ebbe inizio. Ora tocca A Voi» ha scritto sul suo profilo facebook Gianmaria Petrone, maestro di scherma, pubblicando la foto della Palumbo che abbracciava i ragazzi e le ragazze della scherma potentina. Non si chiamano allenatori ma maestri i preparatori della scherma e non si chiamano partite ma assalti quelli che fanno gli atleti sulle pedane. Una terminologia che rende chiara l’idea che la scherma non è un gioco ma la riproduzione di un combattimento antico, non è soltanto uno sport ma una vera è propria arte marziale (nel senso etimologico che viene da Marte dio della Guerra) nella quale si ha a che fare non con un pallone ma con un’ arma. Primo maestro di Francesca Palumbo è stato proprio il potentino Giuseppe Pinto. Lo stesso Pinto che, come è possibile leggere nella pagina della Schermistica Lucana, quando la campionessa nel 2022 venne a Potenza per mostrare la sua medaglia conquistata agli europei, le ricordò quali «fossero gli errori da non riportare nell’assalto». La scherma non è un gioco come gli altri, è anche uno stile di vita e il maestro Pinto quello stile lo ha insegnato ai suoi discepoli, in primis Joseph Omar De Carlo e Gianmaria Petrone, che oggi continuano a perseverare nel tramandare questa visione del mondo, della vita e della spada.

ABBIAMO VINTO TUTTI

La scherma non è uno sport di massa. Non è uno ci quegli sport dove si diventa milionari anche giocando nelle categorie minori, non è uno sport che riempie i palazzetti e, spesso, non riempie neanche gli interessi della politica, della società e delle imprese. Quando, però, la nazionale femminile di scherma ha vinto la medaglia, quando in quella nazionale c’era la nostra concittadina, tutti noi abbiamo fatto il tifo per lei, tutti noi abbiamo esultato più di quanto abbiamo esultato per altre vittorie olimpiche perché in quella vittoria c’era un po’ della nostra storia e tanto della grande tradizione schermistica potentina. Un sentimento collettivo ben spiegato proprio dal maestro Petrone sul suo profilo facebook il giorno della vittoria. «Si, abbiamo vinto Tutti. Con Francesca siamo saliti in pedana, e poi sul podio, tutti: dai familiari ai Maestri, dagli ex schermidori, a quelli attuali, a chi ha preso il fioretto in mano l’altro giorno, dai dirigenti al custode della palestra, dagli appassionati, agli sportivi e a tutti tutti. Questa medaglia fa felice una regione intera. Francesca è la dimostrazione che anche da una realtà piccola e complessa come la nostra si possono conquistare traguardi importanti, prestigiosi, storici», ha scritto il maestro della Schermistica Lucana. La nostra è una terra che non sempre da soddisfazioni, la nostra è una terra che non sempre da gioia e che, soprattutto, molto spesso non offre tanto a chi la ama. Questi ragazzi che investono una parte importante del proprio tempo libero e del proprio impegno per continuare una tradizione antica meritano il nostro plauso. Francesca Palumbo era una ragazza come tante, una delle tante che ha voluto provare a fare scherma e che ha avuto la fortuna di trovare un grande maestro e una struttura che mettesse passione ed impegno per instradarla. Lei ci ha messo il suo talento, la sua testardaggine e la sua determinazione. Ci piace pensare che un po’ di quella medaglia che ha dato lustro a una Nazione intera tragga le sue radici nella nostra città e che la visita di Francesca Palumbo sia da stimolo per tanti per non mollare.

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