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L’EIACULAZIONE PRECOCE DI VIGILANTE

In Consiglio Comunale il Capogruppo di FDI insulta i colleghi di maggioranza attribuendo disfunzioni sessuali

Est modus in rebus. È una massima latina che dovrebbe guidare le parole e le azioni di chiunque, una massi- ma che ci ricorda che in ogni cosa esiste una misura e che misurazione è una necessità per tutti. Una ne- cessità che è ancora più importante quando si par- la di istituzioni da rispettare e di funzioni da svolgere con il decoro che da sempre deve caratterizzare chi rappresenta il Popolo. Non è nostro costume mettere i mutandoni per coprire le vergogne della cappella Sistina e, soprattutto, non neghiamo che nello scontro politico il politicamente corretto distrugge il dibattito e lo mortifica. Non siamo persone da scandalizzarci per poco e, come tutti sanno, abbiamo sempre tenuto lontano dal nostro scrivere qualsiasi forma di moralismo in qualsiasi campo, soprattutto in quello politico.

EIACULAZIONE PRECOCE

Questo, però, non ci esime dal dire che proprio quando si rappresentano le istituzioni, quando si fa parte di un Partito importante che esprime il Presidente del Consiglio ed è votato dalla maggioranza degli italiani, sia necessario moderare i toni. Un consiglio che ci sentiamo di dare al Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale Antonio Vigilante che, contrariamente alle sue abitudini e in contrasto con la capacità politico-amministrativa dimostrata nella sua esperienza in Giunta e apprezzata dagli stessi cittadini che lo hanno sommerso di preferenze, questa volta in Consiglio Comunale si è un pochettino lasciato andare. Per criticare gli esponenti della maggioranza ha detto che, secondo lui, soffrirebbero di “eiaculazione precoce”. Non sappiamo a cosa si riferisca il consigliere Vigilante né possiamo immaginare se, a suo dire, questa malattia tipicamente maschile sia attribuibile anche alle donne che compongono la maggioranza o se, ancora peggio, non ritenesse proprio degne di attenzione le donne della maggioranza ma certamente questa terminologia ci ha colpito e non poco. Erano anni che non sentivamo parole provenienti dalla sfera sessuale entrare in un Consiglio Comunale ed erano anni che non si usava un presunto problema fisico per colpire gli avversari. Diciamo che è al di fuori del galateo istituzionale e anche molto lontano dallo stile di sobrietà e di autocontrollo che Giorgia Meloni ha imposto ai suoi rappresentanti politici ed istituzionali. Ci piacerebbe sapere, sul punto, cosa ne pensino il segretario provinciale e regionale del Partito e, soprattutto, cosa ne pensi Giorgia Meloni che tanto si sta dando da fare per superare ogni possibile criticità che emerga dai comportamenti dei suoi uomini. Siamo curiosi di sapere se il leader dei conservatori italiani condivida questo lessico machista che divide la maggioranza e l’opposizione sulla base delle rispettive prestazioni sessuali e sull’ars amandi. Evidentemente la destra potentina ancora non ha somatizzato la sconfitta e, tra ricorsi infondati ed espressioni sconvenienti, prova a costruire un rapporto con il proprio elettorato seguendo una strada che non è sicuramente consona ad un grande e rispettabile partito.

LE PAROLE DI CLAUDIA MARONE

Sono indicative, in tal senso le parole della Consigliera Comunale di Basilicata Casa Comune Claudia Marone che sul suo profilo facebook ha stigmatizzato l’accaduto e le parole volgari utilizzate da Vigilante ritenendo che il Consiglio Comunale sia un luogo di confronto con parole che favoriscano lo scambio di idee, la formazione e la crescita culturale. È chiaro che le frasi di Vigilante non vanno in quella direzione e che sarebbe opportuno che il capogruppo di Fratelli d’Italia chieda scusa all’istituzione in cui siede, ai cittadini che lo hanno scelto, alla città che rappresenta, ai consiglieri comunali di minoranza (almeno a quelli maschi) e anche a coloro i quali soffrono di patologie legate alla sfera sessuale la cui malattia è stata utilizzata come invettiva politica. Sarebbe una scelta di rispetto e di decoro che rimetterebbe il dialogo istituzionale nei giusti binari tra maggioranza ed opposizione. Al di là delle regole scritte e non scritte del galateo istituzionale, però, è chiaro a tutti che proprio le parole di Vigilante, proprio per l’autorevolezza del suo autore che stride con la banalità del messaggio, rivelano tutto il nervosismo del centrodestra potentino cui consigliamo di prendere atto della sconfitta e di prepararsi a gestirla politicamente e non giudizialmente, intelligentemente e non volgarmente.

Di Massimo Dellapenna

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