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SOMMA: «C’È UNA BASILICATA CHE CRESCE NONOSTANTE LE DISECONOMIE ESTERNE»

Il presidente e l’assesore Cupparo in piena convergenza di intenti e collaborazione con il mondo produttivo

Si sono distinti per la capacità creare valore, non solo economico ma anche sociale e culturale, per il territorio e per la comunità: sono le imprenditrici e gli imprenditori che hanno testimoniato le proprie esperienze aziendali di crescita inclusiva, sostenibile e innovativa nella tappa lucana del road- show nazionale “I fenomeni di Economy” che si è svolta a Potenza, nella sede di Confindustria Basilicata, su iniziativa di Economy Magazine, dell’associazione Symbola e del Centro Studi Taglia-carne. «Scopo dell’iniziativa – ha spiegato l’editore incaricato di Economy Magazine, Alfonso Ruffo – non è solo quello di far emergere gli interpreti più fedeli di un nuovo modo di fa- re impresa ma anche creare una rete di eccellenze per potersi riconoscere, scambiare opinioni, esperienze, informazini d’affari». Le aziende – individuate sulla base di parametri quali rispetto dell’ambiente, dei dipendenti, dei collaboratori, del contesto circostante e di tutti gli interlocutori che incontrano lungo il cammino – sono Calia Trade, Ciesse Tendaggi, Corte San Pietro, Datacontact, Di Leo Biscotti, Egoitaliano, Farmasol, Hitachi Rail, Incanto Group, Lucano 1894 e Patrone e Mongiello. Si tratta di alcuni degli esempi di eccellenza di un tessuto produttivo regionale che, secondo i dati del Centro Studi Tagliacarne, spicca positiva- mente nel contesto del Mezzogiorno, e in generale del Paese, per la capacità di relazionarsi con il territorio circostante, coniugando la competitività con la coesione sociale. In particola- re, dallo studio emerge che il 70,4% delle imprese lucane ha relazioni con i dipendenti volte ad iniziative di welfare aziendale; quasi la metà delle imprese ha in-staurato relazioni con i dipendenti in termini di migliora- mento delle competenze; più di un terzo delle imprese lucane ha instaurato rapporti con i dipendenti per progetti di innovazione. Inoltre, il 35,2% delle imprese in Basilicata ha stretto rapporti con scuole e università e il 31,5% ha rapporti con le banche. Se si confrontano i dati con il Mezzogiorno e l’Italia emerge come in generale la regione registri un grado di relazionalità in linea o, in diversi casi, maggiore alla media del meridione. «C’è una Basilicata che cresce nonostante le fortissime diseconomie esterne che ancora attanagliano il territorio – ha commentato il presidente degli industriali lucani Francesco Somma – e lo fa attraverso le sue realtà produttive che dimostrano una forte propensione alla responsabilità sociale d’impresa. Una scelta dettata non solo da un’esigenza etica ma anche da un interesse rea-le che ha sempre più un valore anche economico. È quindi sicuramente impor- tante che la Regio-ne, a inizio di questa legislatura, abbia voluto stringere un nuo- vo “patto” con le organizzazioni dtoriali e sindacali. Stiamo vivendo una fase complessa, con un serio pericolo di deindustrializzazione di alcuni settori chiave, come l’automotive, ed è pertanto necessario che questo sforzo di coesione vada indirizzato verso la programmazione di una nuova stagione di industrializzazione per far atterrare in Basilicata nuovi capo-filiera e mettere le imprese esistenti nelle condizioni di con- tinuare a crescere». Piena convergenza di intenti con l’assessore alle Attività produttive della Regione Basilicata, Francesco Cupparo che ha partecipato ai lavori e che, nel ribadire il ruolo cruciale dell’impresa per lo sviluppo socioeconomico del territorio, ha confermato la massima disponibilità alla piena collaborazione con il mondo produttivi. Il presidente e l’assessore hanno condiviso la necessità e l’urgenza di una forte azione di snellimento della buro- crazia per fornire risposte rapide e certe funzionali alla realizzazione degli investimenti. Sergio Luciano, direttore di Economy Magazine, ha infine sottolineato l’importanza dell’iniziativa che tocca tutto il territorio nazionale e che consente di mettere in vetrina i “fenomeni” della crescita inclusiva. Attori del- l’economia reale che – attraverso la passione, la creatività e la capacità di esportare – hanno potenzialità vastissime e la reale capacità di produrre risultati abilitanti allo sviluppo.

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