DALLA DISFORIA DI GENERE ALLA DISFORIA DI SPECIE
«Gli antichi erano più attivi di noi. qui stiamo dando veramente i numeri di brutto»
Adesso siamo passati dalla disforia di genere alla disforia di specie: che salto di qualità! In una scuola scozzese c’è un bambino che si sente lupo e tutti debbono assecondarlo e farlo esprimere in tutte le emotività. In un’altra scuola c’è un bambino che si sente gatto ed ecco! Hanno preparato una lettiera con la sabbia. In un’università italiana è uscito un regolamento in cui si prescrive tutto al femminile. Tutti gli atti sono firmati al femminile: la rettrice, la co- ordinatrice, e poi mettono il nome anche al maschile. In altre scuole si mette l’asterisco. Ma perché non riesumare il neutro? D’altronde c’era in tutte le lingue antiche, nel latino, nel greco, nel sanscrito. Gli antichi erano più attivi di noi. Qui stiamo dando veramente i numeri di brutto. È proprio un “Mondo al contrario!”, non per fare un torto al generale Vannacci. E per curare questa follia delle folle, una schizofrenia collettiva, che ci vuole? Una bomba al Serenase, o boccacci di Tavor. Ci vorrebbe uno Psicologo, ma con la P maiuscola, il Padreterno. Ma sta tornando, perché veramente si sarà scocciato del genere umano. E se torna, torna con un altro diluvio. E non c’è più Noè. Siamo tornati all’antropomorfismo primitivo: l’adorazione degli animali; i lupi mannari; l’uomo ragno e compagnia bella… “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Anzi abbiamo raggiunto la perfezione dello scarabeo, adorato dagli Egizi. Gli scarafaggi hanno raggiunto l’ultimo grado di perfezione della scala evolutiva. Ma dietro queste baggianate si nasconde sempre l’Homo Homini Lupus, altro che babbuino lupigno, l’uomo che fa le guerre a chiazze di leopardo: Ucraina, Palestina, etc. “Sei sempre quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo”: versi di Quasimodo. E a che pensiamo? A cani, a gatti e biciclette, ecco! Che gioia! Vai nei parchi e ci sono solo i bidoni per buttare la cacca dei cani, con un buchino. E se uno deve buttare una carta, dove la mette? Poi, tutti i parchi sono contaminati dalla pipì dei cani. Per il resto ci han- no pensato bene: i cinghiali e gli orsi. Non possiamo passeggiare nel bosco perché è territorio degli orsi! Se gli orsi arrivano nelle città? È il loro territorio. Buffonate degli ambientalisti! E intanto cresce una generazione flemmatica, fragile, stanca dalla nascita, appiccicata ai cellulari già nel feto materno. La generazione del Sessantotto era sanguigna, era guerriera. Questa è una generazione di mezze cartucce, di sparatrap, che non sanno cosa è la vita, non sanno cosa è il vero mondo. Questa è la stupidità del genere umano oggi!
Di Giuseppe Domenico Nigro