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AQL: MARSICO PER IL DOPO ANDRETTA

Il “campo largo” del csx avrebbe i numeri per il colpaccio con Telesca in testa, in queste ore alle prese con la rete colabrodo. È il nome di FI, ma il cdx è diviso: FdI e Lega sul piede di guerra

L’ assemblea dei soci di Acquedotto Lucano, inizialmente prevista per il 2 ottobre e poi posticipata al 10 ottobre, è stata ulteriormente rinviata. Le nuove date sono fissate per il 23 ottobre in prima convocazione e il 31 ottobre in seconda convocazione. Tra i punti all’ordine del giorno, oltre al bilancio, vi è la nomina del nuovo amministratore unico o, come previsto dallo statuto, la nomina di un nuovo consiglio di amministrazione. Conseguentemente, anche il termine per il deposito delle candidature è stato spostato, poiché, secondo il regolamento di voto, queste devono essere presentate entro cinque giorni prima della prima convocazione.

ADESSO SI FA SUL SERIO

La questione ha recentemente assunto maggiore urgenza, dato che questa volta la data non appare più procrastinabile, a differenza della convocazione precedentemente annullata. Il centrodestra si presenta diviso: alcuni membri si oppongono alla riconferma di Andretta, considerato un valido professionista ma ritenuto inadatto ai momenti di crisi che Acquedotto sta attraversando, come la questione delle pompe acquistate e mai installate, che stanno causando problemi di continuità nella fornitura d’acqua alle famiglie lucane.

LE DIVISIONI NEL CENTRODESTRA

Le critiche ad Andretta non sono solo di merito, ma anche politiche. La Lega e Fratelli d’Italia rivendicano un ruolo nella scelta della nuova governance, soprattutto dopo le recenti nomine che hanno visto il rinnovo di alcuni fedelissimi, come nel caso di Apibas. Addirittura Forza Italia, partito espressione del presidente, sembra avere un candidato in opposizione a quello sostenuto dallo stesso Bardi. Secondo fonti qualificate, la senatrice Casellati, commissaria regionale del partito fondato da Berlusconi, avrebbe avanzato il nome di Vito Marsico, già direttore generale della presidenza durante la giunta Pittella. Marsico è un dirigente competente, ma noto per la sua disponibilità a collaborare con diverse correnti politiche ed ormai in odore di pensione. All’interno del centrodestra esiste anche una corrente che sostiene la riconferma di Andretta, legata appunto all’area presidenziale.

LA TECNICA ELETTORALE

La situazione è complessa, soprattutto considerando che Acquedotto non è una nomina politica, ma l’espressione di un voto dei soci, che sono 120, di cui 119 comuni tra le province di Potenza e Matera, oltre alla regione. Nonostante la regione possieda il 49% delle quote, per una sorta di clausola di salvaguardia delle minoranze, ha diritto solo al 24% dei voti, aumentando così il peso dei comuni soci, come Potenza, che pesa circa il 10%, e Matera, quasi l’8%.

IL MALCONTENTO TRA I COMUNI

Alcuni comuni, pur appartenendo all’area di centrodestra, sono scontenti di Andretta, mentre gli altri si trovano dall’altra parte della barricata e quindi pronti a votare diversamente. Recente- mente, il sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca, ha ringraziato l’assessore Latronico per aver sottolineato il ruolo di Potenza come città di servizio per l’intera regione e ha lanciato un segnale sulla necessità di una governance condivisa di Acquedotto.

LA RETE COLABRODO

Potenza è una delle città che soffre maggiormente a causa dei problemi di Acquedotto, come dimostrato dall’episodio di via del Biancospino, dove la perdita della condotta idrica ha causato il cedimento del terreno. Una perdita così importante da imbibire il terreno sottostante la strada fino a farla cedere. Un paradosso se si pensa che in queste ore tanti lucani sono costretti a non avere l’acqua in casa, mentre Acquedotto la butta dalle tubature colabrodo. Tra l’altro, costringendo il Comune di Potenza, già in forti difficoltà economiche, a dover sobbarcarsi ingenti spese per il ripristino dei luoghi e la messa in sicurezza, grazie anche al tempestivo intervento del sindaco Telesca che negli ultimi due giorni è stato fisicamente sul posto a cercare di limitare i danni.

IL “CAMPO LARGO” UNITO POTEREBBE DA SOLO ESPRIMERE LA NUOVA GOVERNANCE

Dal punto di vista politico, se i due capoluoghi di regione, nell’ambito del cosiddetto “campo largo”, votassero insieme agli altri sindaci d’area un proprio candidato, non sarebbe difficile che lo eleggano contro quello del centrodestra, soprattutto in presenza di nomi un po’ consumati come quelli di Andretta e Marsico. D’altronde in elezioni di secondo livello come questa, il “campo largo” ha già dimostrato la propria forza in Basilicata eleggendo il presidente della provincia di Potenza, il cinquestelle Christian Giordano, ed apprestandosi ad eleggere il presidente della provincia di Matera, con il dem Mancini. D’altro canto, questa volta una candidatura alternativa a quella della regione a trazione cdx potrebbe avere sicuramente migliori fortune rispetto a quella di Michele Greco che l’altra volta si contrappose ad Alfonso Andretta che vinse solo con il 58%. Ma l’altra volta il 10% ponderato di Potenza andò al centro destra, giacché la guida all’epoca era di Guarente della Lega. Siamo sicuri che anche stavolta sia così?, ne dubitiamo!.

LA NECESSITÀ DEL DIALOGO

È quindi necessario un dialogo tra gli schieramenti politici per trovare una soluzione che contemperi l’esigenza di professionalità della governance, ma coinvolgendo tutte le parti. A tal fine, pare si stia valutando l’idea di ampliare la platea a un consiglio di amministrazione. Le danze si sono appena aperte, noi continueremo a seguirle.

Di Massimo Dellapenna

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