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DISCORSO DEL PRESIDENTE FEDERALE FRANK-WALTER STEINMEIER IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE DELL’OTTANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’ECCIDIO DI MARZABOTTO

Questi luoghi ne rappresentano tanti altri meno noti, che soprattutto in Germania sono quasi sconosciuti.
Anche per questo sono qui oggi.
Cari ospiti, oggi sono qui davanti a Voi come Presidente Federale tedesco e provo solo dolore e vergogna
Mi inchino dinnanzi ai morti.
A nome del mio Paese oggi Vi chiedo perdono

È GIUSTO INFORMARE 

DISCORSO DEL PRESIDENTE FEDERALE FRANK-WALTER STEINMEIER IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE DELL’OTTANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’ECCIDIO DI MARZABOTTO

Marzabotto, 29/09/2024 (II mandato)


Le parole in questo luogo si fanno piccole.

Non bastano per descrivere quanto accadde qui a Monte Sole ottanta anni fa.

Così tanta crudeltà.

Così tanta sofferenza.

Così tanto dolore.

Così tante persone la cui vita venne qui annientata.

Signor Presidente, caro Sergio,

Cari ospiti,

fu bestiale la furia scatenata qui dalle truppe tedesche appartenenti alla 16ª Divisione corazzata granatieri delle SS “ReichsführerSS“

Con l’appoggio della Wehrmacht volevano vendicarsi per la resistenza dei partigiani della Stella Rossa

Ma volevano molto di più della vendetta.

Erano spinti dalla volontà di sterminio.

In quei giorni d’autunno del Mille novecento quarantaquatro [1944], gli uomini delle SS uccisero come se fossero assetati di sangue.

Rinchiusero le persone nelle case e vi gettarono dentro bombe a mano.

Diedero fuoco a stalle, case, chiese, cappelle.

Non dimostrarono nessuna pietà, nessuna umanità, neppure per donne, sacerdoti, uomini anziani.

E neanche per i bambini, così tanti bambini.

Cinque giorni durò il massacro.

Furono cinque giorni d’inferno.

Alla ritirata dei tedeschi i morti erano settecento settantuno [771].

Tra cui oltre trecento [300] donne e oltre duecento [200] bambini, perfino neonati.

A Marzabotto si consumò il più efferato di tutti i crimini commessi da truppe tedesche in Italia durante la seconda guerra mondiale.

Signore e Signori, è un cammino difficile venire come Presidente Federale tedesco in questo luogo dell’orrore e parlare a Voi.

Ma sono profondamente grato per il Vostro invito, stimate cittadine e stimati cittadini di Marzabotto e dei comuni limitrofi.

E ringrazio Lei, caro Presidente Sergio Mattarella, per la possibilità di percorrere anche oggi assieme questo cammino, di essere venuti assieme qui dopo la Sua visita di Stato in Germania.

Siamo qui oggi uniti nel dolore, ma anche in profonda amicizia.  

Fivizzano, Marzabotto, le Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Civitella, in tutte queste località le truppe naziste perpetrarono crimini disumani in Italia, accecate dall’odio e dal fanatismo.

Questi luoghi ne rappresentano tanti altri meno noti, che soprattutto in Germania sono quasi sconosciuti.

Anche per questo sono qui oggi. 

Cari ospiti, oggi sono qui davanti a Voi come Presidente Federale tedesco e provo solo dolore e vergogna

Mi inchino dinnanzi ai morti.

A nome del mio Paese oggi Vi chiedo perdono

Le vittime e Voi, i discendenti e i familiari, avete diritto alla memoria.

Nelle Vostre famiglie continuano a vivere il ricordo, il dolore, l’orrore – l’ho appena sentito parlando con alcuni di Voi.

Quello che mi avete raccontato mi ha molto commosso.

Tutta questa zona intorno a Monte Sole è segnata ancora oggi da profonde e visibili cicatrici.

E io so che il dolore è ancora più grande perché la maggior parte dei crimini è rimasta impunita.

Questa è la seconda colpa di cui noi tedeschi ci siamo macchiati.

Cari familiari, cari discendenti, che io possa parlare qui oggi è possibile solo perché Voi tutti avete concesso a noi tedeschi la riconciliazione.

Che preziosissimo dono!

Questa riconciliazione la vivete molto concretamente qui a Marzabotto e nei comuni limitrofi.

Nella Vostra Scuola di Pace, in stretto scambio con giovani tedeschi, nel gemellaggio con Brema-Vegesack e nella sua Scuola Internazionale di Pace

Caro Signor Ekkehard Bohne, caro Signor Gunnar Sgolik, stimata Signora Patrizia Zanasi, stimato Professore Carlo Gentile, Voi, la gente qui a Monte Sole, Voi tutti Vi adoperate per salvaguardare la memoria.

Ed è particolarmente importante il fatto che Voi la tramandiate ai giovani, e di questo Vi ringrazio.

Ed è ancora più importante che i giovani conoscano il passato, poiché sono solo pochi i testimoni rimasti.

Anche per questo mi sta a cuore il Fondo italo-tedesco per il futuro, che trasmette la memoria alle giovani generazioni

Infatti, noi dobbiamo ricordare, lo dobbiamo alle vittime, a Voi, i discendenti e i familiari. 

“[Eppure,] raccontare dobbiamo, è un dovere verso i compagni che non sono tornati, ed è un compito che conferisce un senso alla nostra sopravvivenza “

così si espresse il grande Primo Levi, egli stesso un sopravvissuto al terrore nazista.  

Ricordare perché quanto accaduto non ritorni

– questo è il lascito di Primo Levi.

Questa è la responsabilità dinnanzi alla nostra storia – soprattutto per noi tedeschi.

E questa responsabilità non può essere archiviata

In questa giornata di commemorazione vorrei rammentarlo molto consapevolmente a tutti i tedeschi.

Vorrei rammentarlo molto consapevolmente anche perché viviamo un momento in cui anche nel mio Paese assistiamo a una recrudescenza delle forze nazionaliste e di estrema destra.

Forze che intendono indebolire o minare la democrazia – proprio nel mio Paese.

Questo mi preoccupa.

Ma mi dà anche determinazione.

La nostra responsabilità oggi è di nuovo maggiore rispetto a molti anni fa: impegnarsi e lottare per i valori alla base della nostra Europa unita, delle nostre democrazie.

L’Europa ha un futuro di pace solo se noi tedeschi non dimenticheremo mai questa responsabilità dinnanzi alla storia e la difenderemo.

Mai più, questo è l’imperativo morale che deve guidarci ora e per sempre in futuro!

È allo stesso tempo monito e missione.  

Come Presidente Federale tedesco

Vi prometto:

farò di tutto affinché noi tedeschi onoriamo questa responsabilità e il dono della riconciliazione.

Per questo lotterò ogni singolo giorno

Avere Voi tutti, avere Lei, un convinto europeista, al mio fianco, caro Presidente Mattarella, mi infonde speranza.

I nostri due Paesi sanno che la democrazia, anche dopo essere stata conquistata, non è mai scontata.

Sappiamo che la libertà e la democrazia vanno protette e difese, che un nazionalismo eccessivo porta alla guerra.

Dobbiamo, quindi, andare avanti sulla nostra strada della riconciliazione e dell’amicizia, verso un buon futuro per i nostri figli e nipoti in un’Europa forte, unita e democratica.

”Sono i bambini che sono stati capaci di sperare in un mondo migliore e di lottare, quotidianamente, per la sua realizzazione”

Così scrisse Anna Rosa Nannetti, anche lei sopravvissuta all’eccidio,riferendosi ai bambini di Marzabotto.

A cui ha dedicato un toccante monumento scritto.

Ai bambini sopravvissuti

Questa frase è per noi una missione.

Dobbiamo credere in un mondo migliore.

Lottare ogni giorno insieme per la sua realizzazione!

Vi ringrazio di cuore! 

#sapevatelo2024

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