MARZABOTTO (BO) MATTARELLA E STEINMEIER PER L’80° ANNIVERSARIO DEGLI ECCIDI DI MONTE SOLE
Al termine si svolgerà la cerimonia commemorativa in Piazza Martiri delle Fosse Ardeatine, aperta dai saluti di Valter Cardi, Presidente del comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, e del Sindaco di Marzabotto, Valentina Cuppi
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È GIUSTO INFORMARE
I Presidenti Mattarella e Steinmeier a Marzabotto nell’80° anniversario degli eccidi di Monte Sole
Il Presidente Mattarella e il Presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier si recheranno a Marzabotto in occasione delle celebrazioni per l’80° anniversario degli eccidi di Monte Sole
I due Capi di Stato deporranno, al Parco di Monte Sole, una corona presso il cippo commemorativo intitolato a Don Giovanni Fornasini, alla presenza del Presidente del comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, Valter Cardi
Successivamente, deporranno una corona presso l’altare nell’area dei ruderi della Chiesa di San Martino. Incontreranno, quindi, i familiari e i superstiti presenti
In seguito, Mattarella e Steinmeier si recheranno al Sacrario dei Caduti civili di Marzabotto dove, accolti dal saluto del Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, deporranno una corona presso l’altare della Cripta. Dopo un momento di raccoglimento in ricordo dei Caduti di Marzabotto, i due Capi di Stato firmeranno il Libro d’Onore
Al termine si svolgerà la cerimonia commemorativa in Piazza Martiri delle Fosse Ardeatine, aperta dai saluti di Valter Cardi, Presidente del comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, e del Sindaco di Marzabotto, Valentina Cuppi
La cerimonia si concluderà con i discorsi dei Presidenti Mattarella e Steinmeier
Marzabotto, 29/09/2024 (II mandato)
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Elly Schlein Membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana
80 anni fa l’eccidio di #Marzabotto, uno dei più efferati crimini della Seconda Guerra Mondiale, in cui i nazisti delle SS e i fascisti della Repubblica Sociale sterminarono centinaia di civili e partigiani. Una brutalità che non risparmiò bambini, donne, anziani, persone con disabilità e religiosi.
Manteniamo viva la memoria antifascista, pietra angolare del Paese e della Costituzione, perché non accada mai più
🔹I Presidenti Mattarella e Steinmeier a Marzabotto nell’80° anniversario degli eccidi di Monte Sole
Il Presidente Mattarella e il Presidente della Repubblica Federale di Germania Frank-Walter Steinmeier si sono recati a Marzabotto in occasione delle celebrazioni per l’80° anniversario degli eccidi di Monte Sole.
I due Capi di Stato hanno deposto, al Parco di Monte Sole, una corona presso il cippo commemorativo intitolato a Don Giovanni Fornasini, alla presenza del Presidente del comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, Valter Cardi.
Successivamente, hanno deposto una corona presso l’altare nell’area dei ruderi della Chiesa di San Martino
Hanno incontrato, quindi, i familiari e i superstiti presenti.
In seguito, Mattarella e Steinmeier si sono recati al Sacrario dei Caduti civili di Marzabotto dove, accolti dal saluto del Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, hanno deposto una corona presso l’altare della Cripta. Dopo un momento di raccoglimento in ricordo dei Caduti di Marzabotto, i due Capi di Stato hanno firmato il Libro d’Onore.
Al termine si è svolta la cerimonia commemorativa in Piazza Martiri delle Fosse Ardeatine, aperta dai saluti di Valter Cardi, Presidente del comitato regionale per le onoranze ai Caduti di Marzabotto, e del Sindaco di Marzabotto, Valentina Cuppi.
La cerimonia si è conclusa con i discorsi dei Presidenti Mattarella e Steinmeier
Marzabotto, 29/09/2024 (II mandato)
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Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Marzabotto, in occasione delle celebrazioni per l’80° anniversario degli eccidi di Monte Sole
Marzabotto, 29/09/2024 (II mandato)
Signor Presidente della Repubblica Federale di Germania,
caro Frank-Walter,
Signori Ministri,
Signora Presidente della Regione Emilia-Romagna,
Signora Sindaco,
cari i familiari delle vittime, vi ringrazio per essere qui con noi, la vostra presenza è un dono per tutti.
Cittadine e cittadini di Marzabotto,
siamo qui per chinare insieme il capo davanti a tante vite crudelmente spezzate, per riempire con i sentimenti più intensi di solidarietà quelle voragini che la disumana ferocia nazifascista ha aperto in queste terre, in queste comunità.
Siamo qui per ricordare, perché la memoria richiama responsabilità.
Nella Seconda Guerra Mondiale si toccò il fondo dell’abisso.
La barbarie, la cancellazione di ogni dignità umana.
Italia, Germania ed Europa sono state capaci di risorgere da quell’inferno, costruendo libertà, pace, democrazia, diritti, comunità, una nuova sicurezza.
I nostri genitori, i nostri nonni non si abbandonarono alla rassegnazione. Furono capaci di trasformare il dolore più indicibile e più inspiegabile in una forza generatrice.
In una nuova epoca.
In un sistema che, benché imperfetto, intendeva guardare al rispetto della dignità di ogni persona.
Non è stato facile ricostruire un continente dalle macerie materiali e morali cui nazismo e fascismo l’avevano condannato
Ha richiesto coraggio e sacrificio.
Presidente Steinmeier,
caro Frank-Walter,
desidero ringraziarti.
La Repubblica italiana ti ringrazia per essere qui, insieme ai nostri concittadini, ai familiari delle vittime, per condividere un anniversario così carico di significato storico e civile
Conosciamo la tua sensibilità: la presenza a Civitella Val di Chiana nel 2014, quando eri Ministro degli Esteri. L’omaggio al Mausoleo dei caduti delle Fosse Ardeatine, nel 2017. La commemorazione, due anni dopo, delle stragi nel Comune toscano di Fivizzano, con un discorso toccante. Parole che contribuirono a trasformare quel doloroso giorno di ricordo in un prezioso seme di riconciliazione, nel segno di una civiltà più umana
Permettimi di considerare l’evento di oggi come un segno ulteriore.
Quasi ottocento le vittime, uccise tra il 29 settembre e il 5 di ottobre del 1944 nei Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzane Morandi. Quasi duecento i bambini, il più piccolo di 14 giorni
Marzabotto e Monte Sole sono simbolo tra i più sconvolgenti della strategia di annientamento che accompagnò la volontà di dominio, il mito razziale, la sopraffazione nazionalista, insomma quell’impasto ideologico che sospinse il nazismo – e i suoi complici, tra cui il regime fascista – a perseguire il catastrofico progetto di conquistare l’Europa e di svuotarla della sua storia.
In queste terre, tra i fiumi Setta e Reno, si compì l’eccidio di civili più grande e spietato tra quelli commessi nel nostro Paese durante la guerra
Queste terre hanno conosciuto il terrorismo delle SS e dei brigatisti neri fascisti.
Non c’erano ragioni militari che potessero giustificare tanta crudeltà.
Sui pendii di Monte Sole vennero uccisi anche sacerdoti.
Don Ubaldo Marchioni era all’altare di Casaglia di Caprara.
Non si trattava soltanto di disprezzo verso la religione. Era “la negazione radicale di ogni umanità”, come scrisse Giuseppe Dossetti, capo partigiano, Costituente, dirigente politico di primo piano, che lasciò la politica attiva per fondare, proprio a Casaglia, la sua comunità di monaci, per riposare poi, a pochi passi dalla chiesa distrutta, in quel piccolo cimitero divenuto anch’esso teatro di sterminio
Perché? Perché tutto questo? Si può, si deve dimenticare?
Continuiamo a chiedercelo percorrendo questi luoghi, sostando dinanzi ai memoriali.
Le domande penetrano le nostre coscienze, senza riuscire a fornire una risposta esaustiva, definitiva, segnalando, piuttosto, una irrisolta inquietudine.
“È accaduto, quindi può di nuovo accadere”, ci ammonì Primo Levi
Può accadere se dimentichiamo.
Ma, oggi, i conflitti in atto, i luoghi della sofferenza dove il diritto umanitario internazionale non trova applicazione, ci richiamano bruscamente alla responsabilità di non essere né ciechi, né addormentati, né immemori.
Non dobbiamo mai dimenticare, anche se fatichiamo a comprendere.
O forse, per citare ancora Primo Levi: “quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare”
Sbagliamo se pensiamo che il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, siano di un passato che non ci appartiene.
Quanto accade ai confini della nostra Unione Europea suona monito severo.
I fantasmi dell’orrore non hanno lasciato la storia.
Ecco la ragione del pellegrinaggio laico a questi luoghi, fonti della nostra odierna convivenza civile, richiamo perenne alle follie degli uomini.
Ecco le ragioni per cui i Presidenti Einaudi, Pertini, Scalfaro nel cinquantesimo anniversario della strage, Ciampi insieme al Presidente tedesco Rau, vollero salire quassù.
Per ribadire solennemente “mai più”.
Oggi, la tua presenza, caro Presidente Steinmeier, è una ulteriore spinta ad andare avanti insieme nel costruire il futuro
Marzabotto e Monte Sole sono pietre angolari della Repubblica italiana
A ottant’anni da quei tragici giorni oggi avvertiamo più nitidamente che Marzabotto e Monte Sole sono simbolo e fondamenta dell’intera Europa, prova del nostro destino comune che, insieme -caro Frank-Walter – nei giorni scorsi, a Berlino come a Bonn e Colonia, abbiamo confermato di volere scegliere.
Quello di un’Europa che non rinuncia, e anzi vuole sviluppare i suoi valori, la sua civiltà, il suo diritto, fondato sul primato della persona.
Così contribuiremo a un’Europa di pace, fondata sui valori che qui vennero negati con immane spargimento di sangue.
Quell’Europa dei popoli e non della volontà di potenza e di supremazia di ogni Stato.
Quella dell’Unione Europea, grande spazio di libertà nel mondo.
A questa Europa contribuiscono insieme tedeschi e italiani
In questa giornata, alla presenza del Presidente Steinmeier, possiamo affermare, che le parole pronunciate dal Presidente Rau nel 2002, possiamo ribadirle:
“Marzabotto è divenuto luogo che non separa più tedeschi e italiani ma li unisce”
🔹IRENE PRIOLO PRESIDENTE F.F.
Furono 770 le vite spezzate dalla cieca e brutale violenza nazista tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 nella strage di Marzabotto (BO)
Oggi, con il presidente Mattarella, il presidente Steinmeier, le autorità e tante e tanti cittadini abbiamo ricordato gli ottant’anni da quegli avvenimenti
Due interventi coraggiosi, toccanti e commoventi
Rendere omaggio alle vittime della crudeltà nazifascista significa difendere i valori di libertà, democrazia e pace
Come ha ricordato il presidente Mattarella, Marzabotto è una pietra miliare della nostra repubblica
Oggi più che mai non possiamo permettere che l’indifferenza prenda il sopravvento, soprattutto in un tempo in cui assistiamo al pericoloso riemergere di ideologie dell’odio e dove la tragedia delle guerre si è riaffermata alle nostre porte e dentro le nostre esistenze
È GIUSTO INFORMARE
DISCORSO DEL PRESIDENTE FEDERALE FRANK-WALTER STEINMEIER IN OCCASIONE DELLA COMMEMORAZIONE DELL’OTTANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’ECCIDIO DI MARZABOTTO
Marzabotto, 29/09/2024 (II mandato)
Le parole in questo luogo si fanno piccole.
Non bastano per descrivere quanto accadde qui a Monte Sole ottanta anni fa.
Così tanta crudeltà.
Così tanta sofferenza.
Così tanto dolore.
Così tante persone la cui vita venne qui annientata.
Signor Presidente, caro Sergio,
Cari ospiti,
fu bestiale la furia scatenata qui dalle truppe tedesche appartenenti alla 16ª Divisione corazzata granatieri delle SS “Reichsführer–SS“
Con l’appoggio della Wehrmacht volevano vendicarsi per la resistenza dei partigiani della Stella Rossa
Ma volevano molto di più della vendetta.
Erano spinti dalla volontà di sterminio.
In quei giorni d’autunno del Mille novecento quarantaquatro [1944], gli uomini delle SS uccisero come se fossero assetati di sangue.
Rinchiusero le persone nelle case e vi gettarono dentro bombe a mano.
Diedero fuoco a stalle, case, chiese, cappelle.
Non dimostrarono nessuna pietà, nessuna umanità, neppure per donne, sacerdoti, uomini anziani.
E neanche per i bambini, così tanti bambini.
Cinque giorni durò il massacro.
Furono cinque giorni d’inferno.
Alla ritirata dei tedeschi i morti erano settecento settantuno [771].
Tra cui oltre trecento [300] donne e oltre duecento [200] bambini, perfino neonati.
A Marzabotto si consumò il più efferato di tutti i crimini commessi da truppe tedesche in Italia durante la seconda guerra mondiale.
Signore e Signori, è un cammino difficile venire come Presidente Federale tedesco in questo luogo dell’orrore e parlare a Voi.
Ma sono profondamente grato per il Vostro invito, stimate cittadine e stimati cittadini di Marzabotto e dei comuni limitrofi.
E ringrazio Lei, caro Presidente Sergio Mattarella, per la possibilità di percorrere anche oggi assieme questo cammino, di essere venuti assieme qui dopo la Sua visita di Stato in Germania.
Siamo qui oggi uniti nel dolore, ma anche in profonda amicizia.
Fivizzano, Marzabotto, le Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Civitella, in tutte queste località le truppe naziste perpetrarono crimini disumani in Italia, accecate dall’odio e dal fanatismo.
Questi luoghi ne rappresentano tanti altri meno noti, che soprattutto in Germania sono quasi sconosciuti.
Anche per questo sono qui oggi.
Cari ospiti, oggi sono qui davanti a Voi come Presidente Federale tedesco e provo solo dolore e vergogna
Mi inchino dinnanzi ai morti.
A nome del mio Paese oggi Vi chiedo perdono
Le vittime e Voi, i discendenti e i familiari, avete diritto alla memoria.
Nelle Vostre famiglie continuano a vivere il ricordo, il dolore, l’orrore – l’ho appena sentito parlando con alcuni di Voi.
Quello che mi avete raccontato mi ha molto commosso.
Tutta questa zona intorno a Monte Sole è segnata ancora oggi da profonde e visibili cicatrici.
E io so che il dolore è ancora più grande perché la maggior parte dei crimini è rimasta impunita.
Questa è la seconda colpa di cui noi tedeschi ci siamo macchiati.
Cari familiari, cari discendenti, che io possa parlare qui oggi è possibile solo perché Voi tutti avete concesso a noi tedeschi la riconciliazione.
Che preziosissimo dono!
Questa riconciliazione la vivete molto concretamente qui a Marzabotto e nei comuni limitrofi.
Nella Vostra Scuola di Pace, in stretto scambio con giovani tedeschi, nel gemellaggio con Brema-Vegesack e nella sua Scuola Internazionale di Pace
Caro Signor Ekkehard Bohne, caro Signor Gunnar Sgolik, stimata Signora Patrizia Zanasi, stimato Professore Carlo Gentile, Voi, la gente qui a Monte Sole, Voi tutti Vi adoperate per salvaguardare la memoria.
Ed è particolarmente importante il fatto che Voi la tramandiate ai giovani, e di questo Vi ringrazio.
Ed è ancora più importante che i giovani conoscano il passato, poiché sono solo pochi i testimoni rimasti.
Anche per questo mi sta a cuore il Fondo italo-tedesco per il futuro, che trasmette la memoria alle giovani generazioni
Infatti, noi dobbiamo ricordare, lo dobbiamo alle vittime, a Voi, i discendenti e i familiari.
“[Eppure,] raccontare dobbiamo, è un dovere verso i compagni che non sono tornati, ed è un compito che conferisce un senso alla nostra sopravvivenza “
così si espresse il grande Primo Levi, egli stesso un sopravvissuto al terrore nazista.
Ricordare perché quanto accaduto non ritorni
– questo è il lascito di Primo Levi.
Questa è la responsabilità dinnanzi alla nostra storia – soprattutto per noi tedeschi.
E questa responsabilità non può essere archiviata
In questa giornata di commemorazione vorrei rammentarlo molto consapevolmente a tutti i tedeschi.
Vorrei rammentarlo molto consapevolmente anche perché viviamo un momento in cui anche nel mio Paese assistiamo a una recrudescenza delle forze nazionaliste e di estrema destra.
Forze che intendono indebolire o minare la democrazia – proprio nel mio Paese.
Questo mi preoccupa.
Ma mi dà anche determinazione.
La nostra responsabilità oggi è di nuovo maggiore rispetto a molti anni fa: impegnarsi e lottare per i valori alla base della nostra Europa unita, delle nostre democrazie.
L’Europa ha un futuro di pace solo se noi tedeschi non dimenticheremo mai questa responsabilità dinnanzi alla storia e la difenderemo.
Mai più, questo è l’imperativo morale che deve guidarci ora e per sempre in futuro!
È allo stesso tempo monito e missione.
Come Presidente Federale tedesco
Vi prometto:
farò di tutto affinché noi tedeschi onoriamo questa responsabilità e il dono della riconciliazione.
Per questo lotterò ogni singolo giorno
Avere Voi tutti, avere Lei, un convinto europeista, al mio fianco, caro Presidente Mattarella, mi infonde speranza.
I nostri due Paesi sanno che la democrazia, anche dopo essere stata conquistata, non è mai scontata.
Sappiamo che la libertà e la democrazia vanno protette e difese, che un nazionalismo eccessivo porta alla guerra.
Dobbiamo, quindi, andare avanti sulla nostra strada della riconciliazione e dell’amicizia, verso un buon futuro per i nostri figli e nipoti in un’Europa forte, unita e democratica.
”Sono i bambini che sono stati capaci di sperare in un mondo migliore e di lottare, quotidianamente, per la sua realizzazione”
Così scrisse Anna Rosa Nannetti, anche lei sopravvissuta all’eccidio,riferendosi ai bambini di Marzabotto.
A cui ha dedicato un toccante monumento scritto.
Ai bambini sopravvissuti
Questa frase è per noi una missione.
Dobbiamo credere in un mondo migliore.
Lottare ogni giorno insieme per la sua realizzazione!
Vi ringrazio di cuore!
#sapevatelo2024
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