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ALTRO CAPORETTO DEL CDX A MATERA

Mancini (PD) è il nuovo Presidente della Provincia in continuità con Marrese e con il supporto dell’area De Filippo. Ora province e capoluoghi sono tutti del csx, sempre più determinante per Aql

Una autentica Capo-retto per il centrodestra che, dopo aver perso la Città di Po- tenza perde anche la Provincia di Matera che, così, si unisce alla Provincia di Potenza e alla Città di Matera a rappresentare la progressiva frattura del rapporto tra il territorio e la classe dirigente che governa la Regione. Sappiamo bene che si tratta di elezioni di secondo livello nelle quali hanno votato soltanto gli eletti negli enti locali e non i cittadini ma questa sconfitta ci racconta molto di più di ciò che si legge nei freddi numeri circa l’incapacità complessiva della classe dirigente del centrodestra di intercettare le elites presenti sul territorio. Se questo distacco si poteva giustificare cinque anni fa, dopo la prima elezione di Bardi alla Presidenza della Regione, tutto ciò appare francamente incomprensibile ed ingiustificabile dopo quasi sette anni di governo di centrodestra a Via Verrastro. I Sindaci, gli eletti, le espressioni delle classi dirigenti del territorio non rispondono al Governatore, non rispondono ai Partiti del centrodestra e continuano a considerarsi dalla parte dell’opposizione malgrado la costituzione del campo largo anche alle elezioni provinciali.

LA VITTORIA DI MARRESE E DE FILIPPO

I numeri ci dicono che Mancini ha vinto 53.337 a 38.082 ma questi numeri sono il frutto del meccanismo elettorale e meritano di essere ulteriormente sviscerati. Se in tutto il resto del mondo le aree interne stanno con la destra, in Basilicata accade esattamente il contrario e quelle stesse aree interne stanno con il PD, rispondono alla chiamata di Vito De Filippo, di Muscaridola, di Piero Marrese e del segretario provinciale PD Lupo, si mettono a disposizione di un progetto che è alternativo a quello della maggioranza Bardi. Il centrodestra e i suoi alleati, dopo sette anni di governo regionale, vengono ancora vissuti come un corpo estraneo e non affascinante dagli amministratori locali. Con questo passo di marcia, a meno di clamorosi cambi di direzione, il ritorno del centrosinistra a Via Verrastro è soltanto questione di tempo, si tratta soltanto di aspettare le prossime elezioni. Come sul Titanic, però, l’orchestrina continua a suonare e nessuno si siede e si ferma per fare autocritica e analisi. Tutto verrà ridotto a questioni di potere e la portata storica di questa sconfitta verrà sminuita. Lo abbiamo detto dopo le elezioni Comunali di Potenza e lo ripetiamo oggi, se il centrodestra non trova le ragioni, i motivi e i tempi per sedersi e riflettere e continua a stazionare sugli allori della vittoria delle elezioni regionali, tra non molto reste- ranno soltanto macerie e il cambiamento annunciato sarà soltanto un miraggio. Potrebbero prendere esempio dalla solerte ricostruzione che Vito De Filippo, insieme a Piero Marrese, ha fatto della rete di rapporti dopo l’ulti- ma tornata elettorale. Un lavoro politico certosino e meticoloso che ha portato i suoi frutti.

IL RISCHIO ACQUEDOTTO LUCANO

Mentre si aspetta di capire quale sarà la portata a lungo termine delle sconfitte elettorali, i risultati della debacle delle elezioni provinciali di Matera rischiano di produrre effetti devastanti anche già a partire delle prossime elezioni degli organi amministrativi dell’Acquedotto Lucano. Non tutti sanno che Acquedotto Lucano ha come azionisti la Regione Basilicata, e gli enti locali della Regione. L’ultima volta che si votò per l’elezione dell’Amministratore Unico, il nome proposto da Bardi e dal centrodestra passò di pochissimo grazie al voto determinante del Comune di Potenza. Oggi la Città di Potenza non è più governata dal centrodestra e Vincenzo Telesca non è certo uomo da subire gli ordini e i diktat di Bardi. Il dato delle elezioni alla provincia di Matera dimostra al centrodestra che i Sindaci stanno dall’altra parte e potrebbero assicurare ad un candidato del centrosinistra i numeri per amministrare la più grande partecipata pubblica di Basilicata. Con questo dato di partenza la candidatura proposta dalla Regione rischia seriamente di essere bocciata dall’assemblea dei soci di Acquedotto Lucano. Forse è il caso che i partiti del centrodestra e lo stesso governatore si siedano con Telesca per ragionare sul da farsi per Acquedotto Lucano e poi per tutti gli enti nei quali votano i sindaci. Il rischio per il centrodestra è quello di assaporare il gusto della sconfitta molto prima delle elezioni iniziando a perdere tutte le partecipate in cui si vota. Ovviamente noi ci permettiamo di dare questi saggi consigli non pagati nella speranza che questa volta ci ascoltino, non ci piacerebbe dover dire ancora una volta che avevamo ragione.

Di Massimo Dellapenna

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