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«IL COMUNE HA ATTIVATO IL PIANO REGIONALE PER IL CONTRASTO ALLA VIOLENZA DI GENERE»

L’intervista all’assessore alle Pari Opportunità di Potenza, Lavalle

Ogni giorno in Italia due o tre donne vengono uccise per mano dei compagni, dei mariti, dei figli, degli amici e dei colleghi. A casa, per strada, sul posto di lavoro vengono consumati delitti efferati nei confronti del gentilsesso. Una piaga latente che ovviamente va combattuta con forza dalle parti sociali, politiche, sindacali, scolasti- che e della società. Tante donne perdono la vita a causa di delitti efferati che turbano la serenità del gentilsesso. Le politiche di genere a sostegno delle donne sono tante, cosi come le iniziative che riguardano le rappresentanti in rosa. L’8 marzo per esempio segna il punto più alto di un processo di condivisione generalmente elevato e di grande sensibilità a sostegno delle pari opportunità. Il Comune di Potenza nei primi tre mesi ha alzato l’asticella, grazie al lavoro svolto dal Sindaco, Vincenzo Telesca e dall’Assessore alle Pari Opportunità, Angela Lavalle, pronti a dare il proprio contributo pur di vincere questa piaga. L’Assessore Angela Lavalle ha inteso fare il punto sulle questioni di genere parlando a cuore aperto del problema in questione.

Cosa pensa della piaga dei femminicidi?

«Il femminicidio è un crimine orribile, che coinvolge l’omicidio di donne a causa del loro genere e rappresenta una delle forme più gravi di violenza di genere. Le sue conseguenze sono devastanti non solo per le vittime, ma anche per le loro famiglie, gli amici e l’intera comunità. Oggi il femminicidio è una tragedia che ci ricorda quanto sia urgente affrontare le profonde diseguaglianze di genere che ancora pervadono la nostra società. Per combattere questi fenomeni è necessario un cambiamento culturale profondo e un impegno collettivo. Dobbiamo educare fin dalla giovane età al rispetto reciproco e al- l’uguaglianza, promuovendo relazioni sane e non violente. È altrettanto importante aumentare la consapevolezza sul femminicidio attraverso campagne informative e fornire sostegno concreto alle vittime di violenza di genere»

Quali sono le politiche messe in campo dal comune per debellare tale fenomeno?

«Il comune in collaborazione con la Regione ha attivato il Piano Regionale di Prevenzione e Contrasto alla violenza di genere. Include diverse iniziative fondamentali come l’istituzione di centri anti violenza dedicati alle donne vittime di violenza di genere e di stalking e offrono supporto psicologico e legale. Inoltre esistono sportelli di Ascolto e le Case rifugio che forniscono ospitalità sicura a donne con o senza minori, che si trovano in situazione di pericolo. Un ruolo fondamentale è rivolto dal CUAV ( Centro Uomini Autori di Violenza ), che promuove e attua programmi di intervento rivolti agli uomini che hanno agito violenza nelle relazioni affettive, con l’obiettivo di prevenire ulteriori comportamenti violenti. Questo approccio integrato mira non solo a proteggere le vittime, ma anche a intervenire sulle radici del problema, coinvolgendo attivamente anche gli autori di violenza».

In prospettiva è ipotizzabile una task force con gli ordini dei medici, per fronteggiare tali episodi?

«Esiste una task force presso l’Azienda Sanitaria San Carlo di Potenza. Il Codice Rosa, un percorso protetto rivolto alle vittime di violenza, che rappresenta un esempio concreto di come il settore sanitario possa giocare un ruolo cruciale nel contrasto alla violenza di genere e sulle fasce più deboli della popolazione. Il Codice Rosa è uno spazio riservato all’interno del Pronto Soccorso riservato ad accogliere persone che nonostante segni di maltrattamento, spesso non esplicitamente di- chiarati. Ma il Codice Rosa va oltre la semplice accoglienza fisica, è una rete coordinata che coinvolge personale sanitario, Forze dell’Ordine e Procura della Repubblica, attivando automaticamente un insieme di procedure investigative non appena il codice viene assegnato. Questo permette di offrire una protezione efficace alle vittime garantendo loro l’accesso a un percorso sicuro e ben strutturato».

Quanto la mancanza di lavoro può generare la follia degli uomini nei confronti delle donne?

«La disoccupazione e l’instabilità economi- ca possono contribuire ad acuire dinamiche di stress e frustrazione che non devono mai essere considerate come giustificazione alla violenza. Le radici della violenza di genere sono più profonde e legate a strutture sociali e culturali che perpetuano la disuguaglianza tra uomini e donne. Lavorare per migliorare le opportunità economiche e sociali è certamente importante, ma dobbiamo soprattutto intervenire a livello educativo per cambiare mentalità e comportamenti»

Quanto la chiesa e lo sport possono fare per combattere questa piaga?

«Sia la Chiesa che il mondo dello sport possono giocare un ruolo fondamentale per contrastare la violenza di genere. La Chiesa con il suo grande potere di aggregazione e guida spirituale può promuovere messaggi di rispetto e uguaglianza nelle comunità. Lo sport, dal canto suo rappresenta uno spazio di inclusione e rispetto reciproco, valori che possono contribuire a diffondere la cultura della non violenza e del rispetto verso le donne. Entrambi i settori sono alleati fondamentali nella lotta contro i femminicidi».

Di Francesco Menonna

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