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IL CDX ANALIZZA LA SCONFITTA

Resta da capire il motivo della mancanza di radicamento. Alleanza tra Movimento 5 Stelle e Pd e pochi sindaci alla base della batosta

Nell’analisi del voto delle elezioni provinciali il centrodestra allargato concentra le spiegazioni sulla sconfitta di De Filippo su tre punti: l’alleanza tra cinque stelle e PD, la scarsa presenza di Sindaci di espressione governativa in provincia di Matera e il voto ponderato preponderante del capoluogo.

L’ACCORDO TRA CINQUE STELLE E PD

È chiaro che tutto ciò che era accaduto durante la votazione sulla sfiducia a Bennardi, il dibattito politico che ne è scaturito e gli strascichi polemici successivi potevano lasciar sperare al centrodestra che i consiglieri pentastellati di Matera si sarebbero quanto meno astenuti dal voto. Effettivamente il Sindaco Bennardi aveva più volte detto che niente era scontato senza un accordo e un confronto. Alla fine, però, le capacità di mediazione di Vito De Filippo e di Marrese sono riuscite a superare l’ostracismo di partenza di Bennardi. Tutto ciò ha portato il voto ponderato materano a sostenere il vincente Mancini.

LA SCARSA PRESENZA DI SINDACI

Le forze politiche del centrodestra puntano sul fatto che la stragrande maggioranza dei sindaci e dei consiglieri della Provincia sono di centrosinistra. Questa, però, è una dolente nota sulla quale la classe dirigente deve interrogarsi e riflettere. Come è possibile che dopo sette anni di governo di Destra a Via Verrastro ancora la maggioranza dei sindaci sono di opposizione? Sembra quasi che il centrodestra sia un corpo estraneo rispetto al territorio e su questo i suoi protagonisti dovrebbero interrogarsi. Il radicamento è essenziale per una forza politica. Perché il centrodestra vince le regionali e le politiche ma perde le amministrative? Esiste un difetto di rappresentanza? Una classe territoriale di scarsa qualità nei Comuni? Possibile che non riescano ad attirare personalità in grado di vincere le elezioni comunali? Il Governo Regionale tradizionalmente esercita una fascinazione verso le élite territoriali, perché questa volta non accade? Tutte domande alle quali il centrodestra deve cercare di dare risposte se vuole invertire il trend.

TUTTO IN GIOCO

A prescindere da ogni alibi o giustificazione, quello che emerge ictu oculi è che la classe dirigente territoriale non sta con il Governo Regionale e con i partiti che compongono la sua maggioranza. Tutto ciò mette in difficoltà la maggioranza ad ogni elezione di secondo livello che non riguarda solo le due province ma anche molte partecipate pubbliche. Forse è il caso che la classe dirigente governativa si sieda veramente ad ana- lizzare e riflettere.

Di Massimo Dellapenna

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