SCAVONE: «NON È POSSIBILE ASSISTERE ALLA MORTE LENTA DI QUESTA REGIONE E CONTINUARE A FAR FINTA DI NIENTE»
«Abbiamo assistito a nani e ballerine che girovagando tra le aziende dell’area industriale di Tito, facendo credere di essere impegnati a fare cose utili»
Torna a parlare della Zona industriale di Tito l’ex sindaco Graziano Scavone, che tanto se ne era occupato nei suoi mandati amministrativi, ed oggi analizzando la situazione scrive: «Sono profondamente arrabbiato, non è possibile assistere alla morte lenta di questa regione e continuare a far finta di niente. Un altro stabilimento industriale di Tito che rischia di chiudere, se non è chiuso già (il prossimo, ed il più importante per la Basilicata, sarà a Melfi?). In questi anni abbiamo assistito a nani e ballerine, anche nostrani, che girovagando tra le aziende presenti nell’area industriale di Tito, facendo credere di essere impegnati a fare cose utili al rilancio produttivo e occupazionale dell’area. E invece, per stare ai fatti veri, e non al racconto socialmediatico divenuto lo sport preferito di taluni addetti ai lavori, coloro che ben pagati da mamma Regione dovrebbero lavorare per lo sviluppo della Basilicata, nulla è stato fatto per definire i vantaggi localizzativi a favore delle imprese già insediate e per quelle che vogliono insediarsi nell’area Sin di Tito e nelle nostre aree industriali – e prosegue Scavone- Anni ed anni spesi a supplicare i governatori regionali, di centrosinistra e centrodestra, quelli che oggi stanno insieme appassionatamente per intenderci, a costruire strumenti efficaci e azioni concrete per salvaguardare produzioni e lavoro, riduzione dei costi energetici, detassazione, incentivi alla localizzazione, infrastrutturazione, semplificazione burocratica. Richieste inutili indirizzate a chi non ha né cognizione, né interesse a frenare il disastro sociale che stanno producendo le non politiche industriali dell’ultimo decennio. Riforme inutili dei consorzi industriali e amministratori no- minati, con retribuzioni da capogiro, alla guida di Enti preposti allo sviluppo produttivo e alla promo- zione e gestione delle aree industriali, incapaci, nonostante milioni di euro all’uopo assegnati, ad attrarre investimenti, a sostenere le imprese già in- sediate. Molti imprenditori non conoscono neppure dove sono fisicamente le sedi di questi Enti, oramai preposti solo all’uso e consumo di clientele e filiere elettorali. Neppure capaci a coprire le buche delle strade consortili, il biglietto da visita per coloro che semmai interessati ad investire qui da noi, arrivano e se ne scappano. Figuriamoci se questi stessi “manager pubblici” sono capaci di definire strumenti e pianificare azioni utili al rilancio produttivo e occupazionale delle nostre aree industriali». Così si avvia a conclude- re l’ex Sindaco, «la Zona Economica Speciale di Ti- to, come il resto delle Zes lucane, ad oggi non hanno ancora attratto alcun investimento, d’altronde non può essere diversamente visto che i vantaggi ad investire nelle Zes di fatto non esistono. Potrei continuare con inefficienze, mancanze, disinteresse, prebende, scelte sbagliate, etc etc. Complimenti a noi tutti per il prezioso servi- zio che stiamo svolgendo nel far morire sogni e speranza di tanti lucani che, al contrario di taluni pochi fortunati, in questa terra sopravvivono con scarsi mezzi a disposizione ma con tanta dignità. Tra un po’ in Basilicata ci sarà rimasta solo questa» chiosa Scavone.