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SIGLATO PER IDENTIFICARE I CADAVERI SENZA NOME

La Basilicata è tra le 5 regioni che hanno aderito al documento. Campanaro: «È un documento innovativo, un segno di grande civiltà»

Un protocollo d’intesa che punta ad identificare i cadaveri senza nome, un documento a più voci che punta a dare una precisa identità ai defunti. Ieri mattina nella sede della Prefettura di Potenza c’è stata la firma di un primo ma significativo accordo firmato soprattutto grazie alla ferma volontà del commissario straordinario delle persone scomparse per il Governo, Prefetto Maria Luisa Pellizzari. Per la Basilicata si tratta di un documento di alto profilo, visto che sono quattro le regioni che finora hanno messo nero su bianco a tale accordo, Lombardia, Liguria, Lazio e Puglia. Una firma congiunta avvenuta alla presenza dei rappresentanti della Regione Basilicata, della Corte d’Appello di Potenza, dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza, il presidente di Anci Basilicata, il Procuratore della Repubblica del Tribunale dei Minorenni di Basilicata, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, i Prefetti di Potenza e Matera. Una cerimonia solenne per combattere l’annoso fenomeno dei cadaveri senza nome che continua a turbare le coscienze e le comunità di ogni luogo. Tutto questo perché un cadavere non identificato che ha fatto perdere le proprie tracce rappresenta per tutti un drammatico epilogo. Il fenomeno ha soprattutto una ricaduta sociale per i familiari degli scomparsi. Proprio a questo serve il documento firmato ieri mattina nei Saloni di Rappresentanza della Prefettura di Potenza, a combattere questa piaga che turba non poco i sentimenti della gente comune e delle autorità civili e militari di tutta Italia. Michele Campanaro, Prefetto di Potenza ha parlato del documento presentato ieri nel capoluogo rimarcando quanto segue: «È un documento innovativo, nel senso che siamo peraltro una delle prime regioni che lo sottoscrivono, la quinta, è un segno di grande civiltà, il fatto di sottoscriverlo e a maggior ragione da noi in una regione che ha due province però mette insieme tante professionalità, questo è l’obiettivo di questo protocollo, uno dei temi legati al mancato riconoscimento dei corpi senza nomi è questo, molto spesso ci sono degli scollegamenti da parte delle istituzioni, l’esigenza di dare un nome ad un corpo inanimato è assolutamente fondamentale, prima di correre il rischio di seppellimento senza aver fatto campionamenti biologici». Campanaro sottolinea altre situazioni: «Sono due in Basilicata i cadaveri non identificati, solo uno nell’anno precedente, è stato rinvenuto nell’anno prima. Rispetto a numeri così contenuti è un atto di grande civismo, bisogna mettere in campo un massiccio impegno. Bisogna dare un nome ad un cadavere e segnalarlo immediatamente alle famiglie. È invece così fondamentale avviare delle banche dati per dare rispondere a questa situazione. È necessario dare risposte alle famiglie in merito al ritrovamento del familiare, incrociare le banche date, il registro dei cadaveri non identificati e quello che viene popolato subito dopo della scomparsa di una persona».

Di Francesco Menonna

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