AttualitàBasilicata

L’ARTISTA LUCANO CARVELLI ESPONE A STOCCARDA

In “Mothers of Marmo Platano” le donne di Ruoti, Muro L., Bella, Castelgrande, Baragiano, Pescopagano e Balvano

Sono i volti e le storie delle donne di Ruoti, Muro Lucano, Bella, Castelgrande, Baragiano, Pescopagano e Balvano, quelli immortalati dal talento dell’artista Francesco Carvelli.

La Basilicata continua a stupire grazie ai suoi talenti. Ovunque nel mondo, i lucani sanno attrarre l’attenzione sulle proprie abilità, e naturalmente sui territori che rappresentano.

Accade così che presso l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda con l’ausilio della Federazione delle Associazioni Lucane in Germania, racconta l’Amministrazione comunale di Baragiano, «il nostro concittadino, l’Artista visivo Carvelli, nell’ambito del progetto “Mothers of del Marmo Platano ha inaugurato la sua mostra, sostenuto anche dalle Amministrazioni Comunali del Marmo Platano, ha realizzato una esposizione di opere di un’intensità travolgente, ritraendo le donne nelle loro camere da letto, un luogo che evoca contemporaneamente intimità e privacy, ma anche identità e forza, e che rappresenta l’inizio e la fine della vita. Nel progetto di Carvelli, essa simboleggia la maternità e la forza femminile nella dura ma affascinante regione della Basilicata».

All’inaugurazione della mostra a Stoccarda, le voci femminili da un territorio originale e suggestivo, evento moderato in italiano e tedesco dalla Dottoressa Sabrina Maag. L’artista lucano «esplora la Basilicata sulle tracce della tradizione e della modernità, dei saperi nascosti e della lotta per l’identità. La sua meta geografica è l’area del Marmo Platano, nel Potentino, ma il suo è un viaggio nell’anima femminile di questa regione originale e suggestiva, la Lucania. Nelle sue interviste, le madri e le loro figlie dicono la loro e raccontano le loro esperienze, i loro desideri e la loro percezione dell’identità femminile».

Di sé l’Artista racconta: «Ho iniziato il mio viaggio nella fotografia e nella videografia molto presto, usando questi strumenti per riscoprire la mia identità dopo la traumatica perdita di mio padre. Sono rimasto presto profondamente affascinato dall’intrigante campo dell’antropologia culturale, immerso nella lettura dei libri di mio padre sulla magia dell’Italia meridionale e sui miriadi di rituali e sfumature culturali e linguistiche che definiscono la regione unica in cui sono cresciuto. Da allora, ho cercato di catturare l’essenza di queste diversi culture attraverso la narrazione visiva e di rimodellare la nostra percezione di esse. Nel corso della mia esplorazione artistica, mi sono dedicato all’arte di creare e condividere storie che rivelano la complessità del comportamento e della percezione umana, sempre radicate in una profonda comprensione dell’etnografia».

Nella sua Arte, «le immagini sono storie, narrazioni elaborate che svelano le connessioni intime tra culture diverse, fungendo da promemoria costante del nostro viaggio condiviso. Sbloccano l’empatia e comunicano attraverso un linguaggio universale di emozioni che non conosce confini. A mio avviso, ogni immagine racchiude al suo interno un universo di storie, in paziente attesa che osservatori curiosi come te le dissotterrino. Queste immagini fungono da vascelli per viaggiare nel tempo, trasportandoci al crocevia dei tanti racconti dell’umanità. La narrazione visiva, come la vedo io, costruisce ponti di comprensione dove le culture si impegnano in conversazioni silenziose, risuonando con l’accordo universale della nostra umanità condivisa all’interno della sinfonia delle storie. Attraverso il mio lavoro, il mio obiettivo è creare queste connessioni e promuovere un apprezzamento più profondo per il ricco arazzo delle esperienze umane. È un privilegio poter condividere queste narrazioni visive con voi, poiché riflettono la bellezza del nostro mondo eterogeneo e i fili comuni che ci legano tutti insieme».

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