ANCHE L’ANCI AL CENSTROSINISTRA
Il Presidente è il Sindaco di Brindisi Larocca, il cdx rinuncia alla candidatura. Tra poco si vota con gli stessi elettori per Aql
Alle elezioni provinciali di Matera il centrodestra ci aveva almeno provato ad eleggere un suo uomo alla Presidenza della Provincia. Una candidatura era stata presentata anche se è risultata sconfitta. All’Anci il centrodestra allargato o ristretto che sia, ha alzato direttamente bandiera bianca ancora prima di combattere, non c’ha neanche provato ad immaginare un lavoro da fare per provare a prendere la Presidenza Regionale dell’ANCI. La coalizione che da sette anni governa la Regione Basilicata non aveva nessuna speranza di vincere, ha preferito rinunciare an- che al gusto della battaglia. Si è arresa certificando, così, la distanza siderale che lo separa dal territorio.
LAROCCA PRESIDENTE
Il Presidente dell’Anci di Basilicata è Gerardo Larocca, sindaco di Brindisi di Montagna. Già sappiamo che la coalizione che sostiene il Governatore Bardi e tutti i partiti del centrodestra in queste ore saranno pronti a dire che la sua è una candidatura civica, che sono soddisfatti per aver portato un civico rappresentante di un Piccolo Comune a guidare l’ANCI, che la scelta è stata condivisa. Conosciamo bene le liturgie della politica e non ci meraviglierebbe che anche il neo eletto Presidente dell’ANCI facesse sue le parole di ampia condivisione che sempre caratterizzano queste elezioni. Compito nostro, però, è disvelare la verità al di fuori della retorica di palazzo. Gerardo Larocca è un sindaco di centrosinistra, da sempre vicino al Partito Democratico sul quale la coalizione di centrodestra è stata costretta a fare quadrato per evitare il magro risultato di un’ennesima sconfitta scontata ancora prima dell’inizio delle operazioni di voto. Insomma il centrodestra si è accodato per evitare una Provincia di Matera bis.
IL CENTRODESTRA ASSENTE DALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI
Per essere chiari, questa lettura che sminuisce il dato politico di queste elezioni e le delega a questioni di bassa lega, non fa bene prima di tutto al centrodestra stesso. La coalizione che per la seconda volta esprime il Presidente della Giunta Regionale, i Partiti che la compongono e che guidano il governo nazionale prima o poi dovranno seriamente porsi la questione dalla loro assoluta incapacità di cooptare o costruire le classi dirigenti dei Comuni. Sia chiaro, noi non neghiamo la difficoltà che esiste nel trasporre tal quale un meccanismo macropolitico all’interno di piccole comunità, siamo consapevoli che i ruoli sono differenti ma sappiamo anche che nelle elezioni dei Piccoli Comuni che costituiscono il nostro territorio quello che conta è la capacità di aggregare punti di riferimento territoriali, uomini che siano in grado di essere il riferimento reale sul territo- rio. I partiti tradizionali queste classi dirigenti rea- li o le creavano o le cooptavano. Il centrodestra, che nei suoi anni di opposizione ha sempre attribuito le sconfitte amministrative alla presenza del Partito Regione, oggi che governa la Regione non riesce a costruire né a co- optare le classi dirigenti sul territorio. I l risultato finale, provato dalle elezioni provinciali di Matera, da quelle di Potenza e oggi da quelle dell’ANCI è che in Basilicata anche il Movimento Cinque Stelle riesce a conquistare un’elezione di secondo livello, il centrodestra malgrado il potere detenuto a Via Verrastro, non riesce ad ottenere niente. È chiaro che ogni volta che non si tratta di elezioni dirette dove sono presenti i Partiti con i loro simboli e la loro fascina- zione mediatica, il centrodestra fallisce gli obiettivi. Questa volta anche con una resa senza condizioni perché nessuno immagini che possa chiamarsi trattativa un accordo che prevede qualche postazione minoritaria all’interno degli organismi collegiali.
LA PARTITA DI ACQUEDOTTO LUCANO
Noi lo stiamo scrivendo da settimane e, come spesso ci accade, non stiamo trovando riscontri né uditorio nelle stanze dei bottoni della Regione Basilicata. Stiamo provando a spiegare al Generale, ai suoi assessori, ai Partiti che compongono la coalizione che esiste la molto alta probabilità di una sconfitta sonora alle elezioni per il rinnovo degli organi di gestione di Acquedotto Lucano. Per quanto la Regione detenga un pacchetto importante di quote, infatti, la maggioranza delle quote nell’assemblea dei Soci è nelle mani delle stesse assemblee che hanno determinato l’elezione del Presidente della Provincia di Matera, della Provincia di Potenza e della Presidenza dell’ANCI. La Regione Basilicata, in particolare, pur avendo quote azionarie per il 49% ha un diritto di voto pari al 24% perché nessun socio può avere più del 24% dei voti. Il resto dei voti è ripartito tra i Comuni. All’ultimo rinnovo Andretta fu eletto per pochissimi voti di differenza sul candidato del centrosinistra con il voto de- terminante della Città di Potenza, all’epoca gover- nata dal centrodestra con il Sindaco Guarente. Oggi il centrodestra ha perso le elezioni nella Città di Potenza e il risultato appare tutt’altro che scontato.
UN PROFESSIONISTA TERZO
L’importante quota azionaria detenuta dalla Regione da un lato, la stragrande maggioranza dei Comuni tra cui i due capoluoghi che hanno più voti dall’altro, rendono l’assemblea dei soci di Acquedotto Lucano spa piuttosto incerta in quanto agli esiti. Una prova di forza potrebbe non interessare a nessuno. Mentre, però, il centrodestra sembra navigare a vista diviso tra la difesa di Andretta e la ricerca di un candidato che rende sicuro il consenso degli alleati, il centrosinistra e il PD starebbero lavorando alla ricerca di un nome di un autorevole professionista che possa essere in grado di accontentare tutti. La ricerca si concentra su una personalità che possa essere espressione tecnica ma che politicamente possa piacere sia ai sindaci di centrosinistra che ai Partiti del Centrodestra. Una mossa molto intelligente che potrebbe spiazzare il Generale costringendolo ad accettare una mediazione verso la quale non appare assoluta- mente propenso.
Di Massimo Dellapenna