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POLEMICHE ELEZIONI CSV: 30 ASSOCIAZIONI SI RIVOLGONO ALL’ORGANISMO DI CONTROLLO

Accuse di irregolarità e violazioni normative animano il dibattito sul rinnovo delle cariche sociali. Richiesta la sospensione delle elezioni

Il rinnovo delle cariche sociali al CSV Basilicata ha sollevato polemiche e contestazioni, culminate in un ricorso presentato alla Fondazione Oncr sull’organo di controllo del Csv Basilicata, da 30 associazioni. Queste chiedono la sospensione degli effetti dell’elezione di Giannino Romaniello a presidente per il triennio 2024-2027, evidenziando «gravi irregolarità e violazioni normative». Il ricorso si basa su una serie di atti contestati, alcuni dei quali meriterebbero un’analisi approfondita. Uno dei punti chiave del ricorso riguarda l’esclusione dal diritto di voto di tre associazioni, I Falchi della Lucania, Ce.pri.vil e Movimento Difesa del Cittadino Lucano. Secondo i ricorrenti, «questa decisione è stata presa da una ristretta parte dei soci durante l’assemblea elettiva del 29 luglio 2024, quando la maggior parte dei soci aveva già abbandonato la seduta dopo aver esercitato il proprio diritto di voto». Tale esclusione sarebbe avvenuta senza la debita comunicazione e in contrasto con l’articolo 24 del Codice del Terzo Settore, che riconosce il diritto di voto a tutti i soci iscritti da almeno tre mesi. Inoltre, la riapertura dei termini per la sanatoria delle candidature escluse dalla Commissione Elettorale è stata contestata. «Durante l’assemblea del 6 luglio 2024, è stato riportato che tale decisione fosse stata adottata all’unanimità, mentre alcuni soci avrebbero manifestato chiaramente la loro opposizione, senza che queste dichiarazioni fossero incluse nel verbale ufficiale» si legge nell’esposto. Ma le accuse non si fermano qui. Il ricorso menziona anche «la violazione dell’articolo 5 comma 7 del Regolamento Elettorale del CSV Basilicata, che stabilisce l’inappellabilità delle decisioni della Commissione Elettorale. Le decisioni relative all’ammissione delle candidature avrebbero dovuto rimanere definitive e non soggette a revisione in assemblea». In aggiunta, si fa riferimento a una «condotta anti-democratica che ha caratterizzato le assemblee, con l’obiettivo di mantenere il controllo sul CSV». Si denuncia «la mancanza di trasparenza nelle procedure relative al libro soci, dove le modifiche ai delegati avrebbero potuto avvenire senza passaggi formali e senza l’approvazione del Consiglio Direttivo». Questo avrebbe, secondo i ricorrenti, stravolto l’assetto assembleare e garantito il predominio di determinate sigle. I firmatari del ricorso chiedono non solo l’annullamento delle decisioni adottate nelle assemblee contestate, ma anche un «ripristino della legalità» all’interno del CSV Basilicata. L’atto richiede la «sospensione immediata degli effetti del rinnovo delle cariche sociali, in attesa di una verifica approfondita delle irregolarità segnalate». La questione si complica ulteriormente considerando la disparità di rappresentanza nelle assemblee, dove «minoranze di soci avrebbero potuto decidere su temi di rilevante importanza senza un adeguato consenso democratico. La partecipazione ridotta e il mancato coinvolgimento della maggioranza dei soci mettono in discussione la legittimità delle decisioni prese». Insomma la situazione e particolarmente delicata e spinosa. Le accuse di irregolarità sollevano interrogativi fondamentali sulla trasparenza, la democrazia e il rispetto delle normative vigenti nel settore. Sarà fondamentale per le autorità competenti esaminare con attenzione i documenti prodotti e le irregolarità denunciate, affinché si possa garantire un futuro di correttezza e partecipazione attiva all’interno del CSV Basilicata. Anche noi da queste colonne proveremo a vederci chiaro e a comprendere meglio le ragioni degli uni e degli altri. Ulteriori sviluppi della vicenda nei prossimi giorni.

Rosamaria Mollica

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