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ADRIÁN NAZARENO BRAVI, UNO DEI 12 FINALISTI “PREMIO STREGA” VINCE LA 53º EDIZIONE “PREMIO LETTERARIO BASILICATA” CON “ADELAIDA”

Insieme al marito David Viñas e ad altri intellettuali, fonda la rivista Contorno, destinata a diventare un punto di riferimento per l’Argentina degli anni Cinquanta. In quegli anni Adelaida ha due figli, Mini e Lorenzo, militanti del gruppo rivoluzionario montoneros. Entrambi ‘desaparecidos’, lei nel 1976, lui nel 1980. Subito dopo il colpo di stato del 1976 e la straziante perdita dei figli, Adelaida è costretta a lasciare l’Argentina per Recanati, dove incomincia una nuova vita artistica e personale. Sempre nella città di Leopardi, muore nel 2010, in un ricovero, nel quale trascorre gli ultimi nove anni, in solitudine.

È GIUSTO INFORMARE 
Adrián Nazareno Bravi

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53º Premio Letterario Basilicata


🔹I VINCITORI DELLE SEZIONI DI SAGGISTICA STORICA EUROPEA, NAZIONALE E LUCANA – LIII EDIZIONE DEL PREMIO LETTERARIO BASILICATA

Ieri si è riunita la giuria della sezione di Saggistica storica del Premio Letterario Basilicata per decretare i vincitori della Cinquantatreesima edizione.
Il Premio di Saggistica storica nazionale, intitolato alla memoria di Vincenzo Verrastro, è stato assegnato a Ortensio Zecchino per il volume “La Costituzione di Ruggero II. Ariano (1140)” Rubbettino Editore.

Nell’ambito della stessa sezione sono stati segnalati i testi di Paolo Conte autore di “Gli italiani in Francia durante l’età napoleonica e oltre” Il Mulino, e di Antonio Musarra autore di “Fra Cielo e Terra. Gerusalemme e l’Occidente medievale” Carocci editore.

Il Premio di Saggistica storica e Cultura lucana, intitolato alla memoria di Tommaso Pedio, è andato al volume di Antonio Giambersio dal titolo “Metaponto. Miti, storie e monumenti della colonia achea” Gangemi editore.

Nell’ambito della stessa sezione hanno ricevuto una segnalazione i saggi di: Giuseppe Damone “Il disegno della memoria. Nuovi studi sulle vicende storiche, urbanistiche e architettoniche di Campomaggiore in Basilicata” Zaccara editore; Rossana Greco e Annarita Sannazzaro “Museo Basilicata: itinerari archeologici per piccoli viaggiatori” Carocci editore.

Il Premio di Saggistica storica europea, intitolato alla memoria di Emilio Colombo, è stato assegnato al volume di Antonio Varsori “Storia della costruzione europea dal 1947 ad oggi” Il Mulino editore.

La cerimonia di premiazione della Saggistica storica e Cultura lucana si terrà sabato 19 ottobre nel Teatro comunale di Tramutola

La cerimonia di premiazione di tutte le altre sezioni si terrà a Potenza domenica 20 ottobre nell’Auditorium del Parco del Seminario

🔹Terminati i lavori della Giuria di Narrativa nell’ambito della Cinquantatreesima edizione del Premio Letterario Basilicata

La giuria, in video collegamento, presieduta dal Prof. Ermanno Paccagnini, ha assegnato il premio al volume di Adrian N. Bravi “Adelaida” Nutrimenti edizione 

La cerimonia di consegna dell’ambito riconoscimento si terrà a Potenza domenica 20 ottobre alle ore 18.00 nell’Auditorium del Parco del Seminario


#PremioLetterarioBasilicata #narrativa #italia

Adrián Nazareno Bravi

Adrián Nazareno Bravi è nato a San Fernando (Buenos Aires), in una casa accanto al fiume Luján che si allagava spesso per via delle inondazioni.

🔹 Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma 

Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma

Siamo molto entusiasti di avere con noi, giovedì 16 maggio alle ore 18, lo scrittore Adrián Bravi, recentemente nominato finalista del Premio Strega di quest’anno con Adelaida, edito da Nutrimenti

Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma

Nella sua produzione letteraria Bravi non si occupa tanto di migrazioni e integrazione come potrebbe suggerire il suo background di immigrato argentino in Italia, ma pone invece al centro della sua riflessione narrativa le idiosincrasie della vita contemporanea, rappresentando una voce del tutto peculiare nel panorama italiano.

Bravi dialogherà con Luminita Beiu-Paladi, professoressa emerita all’Università di Stoccolma

Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma

Adrián Nazareno Bravi è nato a San Fernando (Buenos Aires). Ha vissuto a Buenos Aires prima di trasferirsi in Italia negli anni Ottanta per motivi di studio, laureandosi in filosofia presso l’Università degli Studi di Macerata. Nel 1999 ha pubblicato il suo primo romanzo in lingua spagnola e dopo alcuni anni ha iniziato a scrivere in italiano. Tra i suoi ultimi romanzi: La pelusa (Nottetempo, 2007), Sud 1982 (Nottetempo, 2008), Il riporto (Nottetempo, 2011), L’albero e la vacca (Feltrinelli, 2013), L’idioma di Casilda Moreira (Exòrma, 2019) e Adelaida (Nutrimenti, 2024).

Con quest’ultimo è tra i dodici finalisti del Premio Strega del 2024

Adelaida (2024)

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Nata a Recanati nel 1927 – figlia del pittore Lorenzo Gigli che, con la sua famiglia, durante il fascismo, decise di lasciarsi l’Italia alle spalle alla volta dell’Argentina – Adelaida Gigli è stata un’artista anticonformista e brillante, divertente e ironica nonostante il suo passato drammatico e doloroso. Pronta a nascondere armi e dissidenti nella sua casa e a ribellarsi alle convenzioni, Adelaida ha sempre espresso sé stessa fino in fondo, pagando sulla propria pelle l’orrore della censura, della dittatura e della perdita.

Insieme al marito David Viñas e ad altri intellettuali, fonda la rivista Contorno, destinata a diventare un punto di riferimento per l’Argentina degli anni Cinquanta. In quegli anni Adelaida ha due figli, Mini e Lorenzo, militanti del gruppo rivoluzionario montoneros. Entrambi ‘desaparecidos’, lei nel 1976, lui nel 1980. Subito dopo il colpo di stato del 1976 e la straziante perdita dei figli, Adelaida è costretta a lasciare l’Argentina per Recanati, dove incomincia una nuova vita artistica e personale. Sempre nella città di Leopardi, muore nel 2010, in un ricovero, nel quale trascorre gli ultimi nove anni, in solitudine.

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Adrián N. Bravi ne ripercorre con spirito d’amicizia – i due si conoscevano di persona – le tappe della vita, e mentre lo fa ci racconta gli anni della dittatura, l’impegno politico dei più giovani, il fermento culturale, la forza della letteratura argentina. Come si può rimanere al mondo dopo la perdita dei propri figli? Come ha vissuto chi si è salvato scappando dalla persecuzione politica? In questo romanzo biografico l’umanità formidabile di una donna e di un’artista emerge e commuove, mentre la scrittura racconta la potenza della memoria, dell’affetto e della resistenza contro ogni tentativo di cancellazione e oblio.

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Il Premio Strega


Il Premio di letteratura più importante in Italia è stato istituito a Roma nel 1947 dalla scrittrice Maria Bellonci e da Guido Alberti, proprietario della casa produttrice del Liquore Strega, che dà il nome al Premio ricollegandolo alle storie sulla stregoneria a Benevento, in Campania. Il premio, assegnato annualmente all’autore o all’autrice di un libro pubblicato in Italia tra il 1 marzo dell’anno precedente e il 28 febbraio dell’anno in corso, ha visto ad ora la vittoria di dodici donne e sessantacinque uomini.

🔹LA STORIA DI ADELAIDA GIGLI NEL LIBRO DI ADRIÁN N. BRAVI

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

{di Gianni Montieri* pubblicato giovedì, 7 Marzo 2024}

«Voglio produrre qualcosa che non bruci, dunque né romanzi falliti né poesie inedite né articoli perduti e nemmeno racconti abbozzati. Voglio qualcosa che occupi un posto e possa esprimere, con un colpo d’occhio, il dolore».
Esistono, sono esistite, donne che hanno attraversato la nostra storia, disegnato i contorni delle nostre arti. Donne che hanno sofferto e creato, donne costrette alla fuga, all’esilio. Donne che sono andate e tornate. Donne che hanno scritto, dipinto, inventato oggetti, che hanno conversato, che hanno ballato, bevuto, riso, raccontato. Donne coraggiose che hanno costruito la libertà, che hanno visto il pensiero democratico laddove altri vedevano solo muri. Donne che hanno amato e che hanno perduto tanto, che hanno visto lutti, torture, privazioni di ogni diritto. Donne normali, donne meravigliose, donne eccezionali, capaci di fare salva una memoria e contribuendo a costruirne un’altra, più tenace, più duratura, che ci riguarda, che è diventata la nostra. E lo è diventata anche se quelle donne non le abbiamo mai conosciute, non ne abbiamo mai sentito parlare.
Una di queste donne, si chiama Adelaida Gigli, è nata a Recanati nel 1927 e lì è morta nel 2010, in mezzo ha vissuto tra le frontiere, è stata argentina, è stata italiana, è stata scrittrice, artista e rivoluzionaria. Figlia del pittore Lorenzo Gigli, che durante il fascismo lasciò l’Italia per Buenos Aires con tutta la famiglia. La storia di Adelaida bambina comincia in qualche modo per le strade della capitale argentina e da lì, da quei quartieri inizia a raccontarla Adrián N. Bravi in Adelaida (Nutrimenti, 2024). Si tratta di un libro meraviglioso, diciamolo subito. Bravi ha scritto un romanzo, un saggio sulla storia della dittatura argentina, un altro sulla letteratura argentina, un libro che è anche intervista e memoir. Soprattutto Bravi ha scritto una storia che offre gli strumenti per fuggire dai tiranni e dal dolore e su come nasce, si costruisce e resiste un’amicizia.
Molti degli amici di Adelaida, ancora prima del colpo di stato, avevano deciso di intraprendere la via dell’esilio e di non tornare più. Ed è per questo che non possiamo circoscrivere la dittatura a un arco temporale di otto anni, perché il terrore, l’abbandono, la scomparsa dei cari trascendono quella manciata d’anni, cambiando per sempre la vita delle persone, anche di coloro che non ebbero mai a che fare con il regime.
Bravi da bambino visse per qualche anno in un sobborgo di Buenos Aires, San Fernando, e molto tempo dopo a Recanati, nel 1988, avrebbe conosciuto una donna che abitava nello stesso quartiere, Adelaida Gigli, con cui da quei giorni di fine anni Ottanta avrebbe condiviso una grande amicizia, costruita di parola in parola, di oggetto in oggetto, di taccuino in taccuino, di bicchiere in bicchiere, di memoria in memoria. Bravi è uno scrittore argentino ed è uno scrittore italiano, vive in Italia da molti anni e in italiano scrive i suoi libri. Bravi non dimentica la storia dell’Argentina, delle difficoltà sociali, della dittatura, non la può dimenticare, come non può farlo nessun argentino, non importa se sfuggito alle torture oppure no, se scampato a quegli anni oppure no. La strada per Bravi per riportarci a quelle storie, e non solo a quelle, è proprio l’incontro con Adelaida.
In quell’anno abitavo a circa dieci isolati da lì e spesso ci passavo davanti quando andavo a prendere il treno. Non potevo allora immaginare che in quella casa, in via Conesa, una casa semplice con un giardino davanti, si nascondesse un centro di tortura. Era un quartiere tranquillo, con i marciapiedi larghi, pieni di alberi e di aiuole. E quando oggi mi rivedo in quelle strade, con la spensieratezza del ragazzino che ero in quel periodo, mi rendo conto di essere stato in una specie di Waterloo sotterranea che stava risucchiando un’intera generazione.
C’è una ragazza in fuga con una bambina piccola in braccio e Mini si chiama la ragazza e Ines si chiama la bambina. La ragazza scappa in uno zoo, affida la piccola a due ignari passanti, ma verrà comunque catturata dagli uomini di Videla. Stessa sorte capiterà ai suoi amici e a suo fratello Lorenzo Ismael. Sono entrambi figli di Adelaida Gigli e dello scrittore David Vinas, nessuno dei due farà più ritorno, di nessuno dei due si avrà più notizia.
Adelaida che ha sempre fatto politica attiva ha accolto in casa dissidenti e rivoluzionari, ha nascosto loro e le loro armi, non può più restare in Argentina senza figli, senza nessuna speranza. Scappa attraverso la frontiera con il Brasile e poi su una nave per Genova, ma questo è solo un pezzo della sua storia. Adelaida è stata scrittrice di racconti, di poesie, soprattutto fondatrice (e unica donna in redazione) della rivista Contorno che si contrapponeva a quella considerata più elitaria, la Sur di Victoria Ocampo.
Proprio su Ocampo, Adelaida scrisse uno dei suoi testi più noti. Il grosso della sua scrittura è celato, nascosto, svelato ora a chi non la conosce dal testo di Bravi. Adelaida Gigli, soprattutto fino a quasi gli ultimi anni di vita, è stata una ceramista. È stata una donna capace di sfidare chiunque, di non sottostare alle regole, di organizzare feste che si trasformavano in performance, di essere lei stessa un’opera visiva, un talento multiforme prestato alla vita. A Recanati le è stato intitolato un giardino e poi un altro, era una donna dall’ampio respiro, da aria aperta, dalla mente luminosa.
Non aveva mai avuto una pietra dove piangere i suoi morti e ora temeva che potessero scomparire anche dalla sua testa, ed è per questo, suppongo, che aveva il bisogno imperante di lasciare per iscritto, di proprio pugno, certe cose.
È bene che la lettrice e il lettore scoprano altro di questa donna leggendo il libro di Bravi. Adelaida ci interessa per come è stata ma anche per come in queste pagine è stata scritta, pare che lei e lo scrittore si siano tenuti per mano in questi anni e di chiacchiera in chiacchiera abbiano costruito un puzzle che è come un viaggio che attraversa il tempo e l’Atlantico e che ci ricorda che ogni gesto di amore ci riguarda, ogni ferita ci tocca, ogni donna di talento ci salva.
Bravi insegue il tempo e lo fa a Recanati in casa di Adelaida e in un bar di Baires dove incontra David Vinas, lo fa intrecciando storie, indagando, spulciando taccuini e lasciando dei vuoti, perché anche i vuoti sono complementari alla vicenda narrata. Se la tortura lascia il segno, lo lascia anche una finestra che guarda dove Leopardi guardava. Se non tutti i vuoti possono essere riempiti, può succedere che una bimba di nome Ines riceva delle pagine che le dicono da dove viene e forse per la prima volta chi è.
Adelaida creava con le mani per salvare il dolore, per racchiudere tra dita e ceramica ognuno dei suoi morti, ognuno dei nostri.

Adrián Nazareno Bravi

🔺Gianni Montieri*

Gianni Montieri, è nato a Giugliano in provincia di Napoli.
Scrive per Doppiozero, minima&moralia, Esquire Italia, Huffpost e il manifesto, tra le altre. Prova a incrociare la letteratura con lo sport per L’ultimo uomo, Rivista Undici.
I suoi libri di poesia più recenti sono Ampi margini (2022) e Le cose imperfette, editi da Liberaria. Ha pubblicato per 66thand2nd due titoli Il Napoli e la terza stagione e Andrés Iniesta, come una danza. Vive a Venezia.

🔹L E T T E R A T U R A🔹

Adrián N. Bravi, Adelaida
Uno spirito libero

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Al centro del romanzo di Adrián N. Bravi, Adelaida, pubblicato da Nutrimenti, c’è la figura di Adelaida Gigli, artista argentina nata e morta a Recanati, dopo aver vissuto prevalentemente a Buenos Aires

Bravi la conosce quando lui ha ventiquattro anni e lei sessantadue: è una donna colta, intelligente, piena di talento e pur avendo patito orribili sofferenze non ha perso la voglia di vivere

Adrián Nazareno Bravi

Il libro si apre con una scena che sembra romanzesca ma è tragicamente reale: Mini, la figlia di Adelaida, recatasi a un appuntamento allo zoo di Buenos Aires con i suoi compagni oppositori di Videla, si accorge di essere seguita e affida d’impulso la sua bambina a una coppia di turisti svizzeri; poco dopo viene arrestata e di lei non si saprà più nulla.

Qualche anno dopo la stessa sorte capiterà al figlio di Adelaida, Lorenzo, anche lui facente parte del movimento dei “montoneros”

A seguito di queste tragedie, Adelaida, che è nota alla polizia per le sue idee di sinistra, fugge dall’Argentina e dopo varie peripezie riesce ad approdare in Italia, paese che aveva lasciato bambina insieme ai genitori che non volevano vivere sotto il regime fascista

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Intellettuale e artista come il padre Lorenzo Gigli, Adelaida che a Buenos Aires aveva fondato insieme al marito David Viñas la rivista Contorno, a Recanati vive sola in un monolocale e si dedica prevalentemente alla ceramica

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Gli ultimi anni di vita di questa donna incredibile, che incarna la tragica storia dell’Argentina moderna, sono caratterizzati da un ricovero per Alzheimer che le sottrae la memoria: Bravi ne ricostruisce le vicende con attenzione alla verità storica e affettuosa partecipazione

È stata una donna con molte vite; ha saputo scrollarsi di dosso la storia che le era toccata in sorte e ricominciare tutto da capo.

Il suo secondo soggiorno italiano lo trascorse colorando le sue ferite, sistemando le valigie, le carte e tutti i suoi segreti.

Si alzava e riscriveva il racconto che un mese prima aveva dato per terminato, tormentando la sua piccola macchina da scrivere Silver Read degli anni Settanta e consumando decine di sigarette che lasciava accese in giro per la casa

Negli angoli le cose conservavano a lungo un’antica superficie di polvere che a lei dispiaceva togliere.

Immaginava che ogni granello avesse fatto un giro intergalattico prima di arrivare lì per questo non spolverava certi posti

Adrián Nazareno Bravi

Adrián Nazareno Bravi è nato a Buenos Aires e lì ha vissuto fino alla fine degli anni ’80, quando si è trasferito in Italia per proseguire gli studi in filosofia. Laureato all’Università degli Studi di Macerata, oggi ci lavora come bibliotecario

Nel 1999 ha esordito come narratore in lingua spagnola ma poi ha scelto di scrivere in italiano

Tra i suoi romanzi: La pelusa (Nottetempo, 2007), Sud 1982 (Nottetempo, 2008), Il riporto (Nottetempo, 2011) finalista al Premio Comisso 2012, L’albero e la vacca (Feltrinelli, 2013) vincitore del Premio Bergamo 2014, L’idioma di Casilda Moreira (Exòrma, 2019) e Il levitatore (Quodlibet, 2020). I suoi libri sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo e arabo.

🔹Adelaida

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Autore: Adrián N. Bravi
Titolo: Adelaida
Editore: Nutrimenti

Proposto da Romana Petri
«Adrián N. Bravi ci racconta la storia di questa formidabile donna Adelaida Gigli, bella e fascinosa come Jeanne Moreau, che a Buenos Aires partecipa alla vita culturale e politica dalla parte dei poveri fondando la rivista «Contorno». Artista a sua volta, è ceramista di talento, critico d’arte e amante della letteratura. Ma dividendola in due categorie: quella da leggere e dimenticare (da leggere comunque) e quella da leggere e ricordare.

Chi scrive questa magnifica biografia, ci mette l’entusiasmo di chi, avendo conosciuto l’inafferrabile Adelaida, è obbligato a metterci dentro anche qualcosa di sé. Non della sua vita al posto di quella di Adelaida, ma ciò che Adelaida genera in lui quando l’ha conosciuta a Recanati (tornata ormai definitivamente) all’età di sessantuno anni. Il fascino sembra non permetta alla bellezza di fuggire, all’intelligenza di non aggiungere bellurie indelebili in chi, molto più giovane, conosce una donna in procinto di diventare anziana, eppure la vede com’era.

La scrittura mirabile di Bravi è come uno specchio. Lui scrive guardandoci dentro, ma non trova sé stesso. Flaubertianamente indentificato con Adelaida è lei che fa muovere, rivivere, soffrire, ma avere ancora qualche fondamentale, fugace appuntamento di felicità nell’ultima parte della sua vita solitaria. È da quello specchio che Bravi si accorge, nei funerali di Adelaida, di come sia inutile, a volte, chiudere gli occhi dei morti. Chi l’ha detto che non possano vederci?

Un’opera di rara bellezza (molto più di una biografia). Bravi, con Adelaida, ci offre in dono la vita di una donna unica, che nessun lettore potrà mai dimenticare.» (R.P.)

Nata a Recanati nel 1927 – figlia del pittore Lorenzo Gigli che, con la sua famiglia, durante il fascismo, decise di lasciarsi l’Italia alle spalle alla volta dell’Argentina – Adelaida Gigli è stata un’artista anticonformista e brillante, divertente e ironica nonostante il suo passato drammatico e doloroso. Affascinante come Jeanne Moreau, piena di spirito come Wisława Szymborska e appassionata delle sigarette come Ingeborg Bachmann, Ade­laida alla fine degli anni Quaranta è a Buenos Aires e si tuffa nella vita politica e letteraria della città.
Insieme al marito David Viñas e ad altri intellettuali, fonda la rivista Contorno, destinata a diventare un punto di riferimento per l’Argentina degli anni Cinquanta, una esperienza dal basso e politicamente schierata con le classi più indigenti, in contrasto con la ricca e altolocata Sur di Victoria Ocampo. In quegli anni Adelaida ha due figli, Mini e Lorenzo, militanti del gruppo rivoluzionario montoneros. Entrambi ‘desaparecidos’, lei nel 1976, lui nel 1980. Subito dopo il colpo di stato del 1976 e la straziante perdita dei figli, Adelaida è costretta a lasciare l’Argentina per recarsi a Recanati, suo paese natale, dove comincia una nuova vita artistica e personale. Sempre nella città di Leopardi, muore nel 2010, in un ricovero, nel quale trascorre gli ultimi nove anni, in solitudine.
Adrián N. Bravi ripercorre con amicizia e grazia le tappe della vita di una donna d’eccezione, che ha potuto conoscere e di cui è stato confidente, e mentre lo fa ci racconta gli anni della dittatura, l’impegno politico dei più giovani, il fermento culturale, la forza della letteratura argentina. Come si può rimanere al mondo dopo la perdita dei propri figli? Come ha vissuto chi si è salvato scappando dalla persecuzione politica? In questo romanzo biografico l’umanità formidabile di una donna e di un’artista emerge e commuove, mentre la scrittura racconta la potenza della memoria, dell’affetto e della resistenza contro ogni tentativo di cancellazione e oblio.

🔹RECENSIONE: Adelaida (Adrián Nazareno Bravi)

Trama

Una donna, una artista, una madre. Adelaida Gigli è stata una delle figure femminili più sorprendenti dell’Argentina del secolo scorso. Pronta a nascondere armi e dissidenti nella sua casa, a ridere in faccia al potere, a ribellarsi alle convenzioni, a mostrarsi esuberante e dissacrante, Adelaida ha espresso sempre sé stessa fino in fondo e ha dovuto pagare sulla propria pelle l’orrore della censura, della dittatura e della perdita. Il ritratto che ne fa Adrián N. Bravi è appassionato e vivo, irrinunciabile.

Recensione

Siamo nel 1976 a Buenos Aires e c’è una ragazza in fuga con una bambina piccola in braccio. Si chiama Mini la ragazza e Ines la bambina. La ragazza scappa in uno zoo, affida la piccola a due ignari passanti, ma verrà comunque catturata dagli uomini di Videla. Stessa sorte capita ai suoi amici e a suo fratello Lorenzo Ismael. Sono entrambi figli di Adelaida Gigli e dello scrittore David Vinas, nessuno dei due farà più ritorno, di nessuno dei due si avrà più notizia.

Questo libro parla proprio di Adelaida, nata in Italia nel 1927, a Recanati, figlia di un artista italiano, il pittore Lorenzo Gigli.

La vita piena, ricca, interessante di Adelaide, poi Adelaida, viene raccontata da una voce narrante che la incontra a Recanati nel 1988 dopo una vita trascorsa in Argentina, dove la famiglia si trasferisce nei primi anni 30. In Italia, la donna ormai sessantenne, fa la ceramista, scrive racconti, è una vera intellettuale. Ha lasciato in Argentina ben due figli desaparecidos, Mini e il fratello Lorenzo Ismael, figli dello scrittore argentino David Vinas, ha vissuto tante vite, ha incontrato scrittori, artisti, musicisti, ha fondato una rivista letteraria, ha scritto poesie.

Sospesa tra due mondi, tra due continenti, tra due lingue, tra due nomi, privata dell’amore dei figli, costretta a fuggire da una terra di torture e di morte, Adelaida che vive nella terra di Leporadi è una donna consumata ma ancora molto vitale, sigarette e whisky sempre in mano, malgrado analisi alterate ed una malattia degenerativa in agguato.

I ricordi della vita in Argentina, dal tempo di Peron a quello delle dittature, sono segnati dalla consapevolezza che il suo lavoro creativo di artista è inficiato da un’esistenza priva di libertà e dei diritti essenziali, mentre la sua vita personale è massacrata dalle scelte coraggiose che portano i due figli a perire nel gorgo delle sparizioni nelle camere di tortura o negli aerei da cui vengono gettati i martiri inconsapevoli.

La storia di questa donna è una storia di esilio, di amore incondizionato per i figli perduti, per un paese amato ma abbandonato, per una nuova patria riscoperta, accettata

Adelaida muore in una casa di riposo nel 2010 dopo nove anni di solitudine, quasi dimenticata, malgrado abbia lasciato molte tracce forti

Adelaida
Libro di Adrian Nazareno Bravi

Una donna che tenta di affermarsi in quanto tale, in tempi precedenti al femminismo militante, parlano di una profonda consapevolezza, di un grande coraggio intellettuale, di una onestà di fondo a dispetto delle tragedie pubbliche e private attraversate nel secondo Novecento.

Adelaida interessa per come è stata, ma anche per come in queste pagine è stata scritta, pare che lei e lo scrittore si siano tenuti per mano in questi anni e di chiacchiera in chiacchiera abbiano costruito un puzzle che è come un viaggio che attraversa il tempo e l’Atlantico e che ci ricorda che ogni gesto di amore ci riguarda, ogni ferita ci tocca, ogni donna di talento ci salva.

L’autore insegue il tempo e lo fa a Recanati in casa di Adelaida e in un bar di Baires dove incontra David Vinas intrecciando storie, indagando e spulciando taccuini e lasciando vuoti che una bimba di nome Ines può colmare con pagine che le dicono da dove viene e forse per la prima volta chi è.

Un volume che consiglio a tutti coloro che vogliono scoprire l’esistenza di una donna forte e coraggiosa che si oppose al potere, che visse in Argentina per poi tornare nella sua terra d’origine, la piccola Recanati. Un romanzo che non è non è solo un omaggio a Adelaida Gigli, ma un libro sulla memoria e sul potere del linguaggio.

Adrián Nazareno Bravi

Alcune note su Adrián Nazareno Bravi

ADRIÁN NAZARENO BRAVI, UNO DEI 12 FINALISTI “PREMIO STREGA” VINCE LA 53º EDIZIONE “PREMIO LETTERARIO BASILICATA” CON “ADELAIDA”


Adrián Nazareno Bravi è nato a Buenos Aires e lì ha vissuto fino alla fine degli anni ’80, quando si è trasferito in Italia per proseguire gli studi in filosofia. Laureato all’Università degli Studi di Macerata, oggi ci lavora come bibliotecario. Nel 1999 ha esordito come narratore in lingua spagnola ma poi ha scelto di scrivere in italiano. Tra i suoi romanzi: La pelusa (Nottetempo, 2007), Sud 1982 (Nottetempo, 2008), Il riporto (Nottetempo, 2011) finalista al Premio Comisso 2012, L’albero e la vacca (Feltrinelli, 2013) vincitore del Premio Bergamo 2014, L’idioma di Casilda Moreira (Exòrma, 2019) e Il levitatore (Quodlibet, 2020).

I suoi libri sono stati tradotti in inglese, francese, spagnolo e arabo

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