IL MELLIFLUO GIORDANO
Il primo scoglio da superare è la riconferma alla provincia. qualcuno nel Pd ha mangiato la foglia e non è disposto a donare sangue. Il Sindaco di Vietri con i suoi modi e il suo gioco a nascondino prova il grande passo verso la Presidenza della Regione
Le elezioni per il rinnovo della Provincia di Potenza si terranno nel 2026, esattamente un anno prima delle elezioni politiche che, se dovessero vedere l’elezione di Bardi in Parlamento, comporterebbero anche la fine anticipata della Legislatura Regionale. Il Presidente della Provincia Christian Giordano sta pianificando le sue mosse e iniziando le sue strategie per poter tentare il salto di livello candidandosi alle elezioni regionali. Già nel 2022, il Sindaco di Vietri riuscì per la prima volta a mettere insieme i Cinque Stelle e il PD e a vincere le elezioni provinciali il cui risultato non era così scontato in considerazione del fatto che l’amministra- zione di Potenza con il suo importante voto ponderato era nelle mani del centrodestra.
UN GIOCHINO DI PALAZZO
Christian Giordano merita il monumento al Presidente Ignoto, è sconosciuto al grande pubblico ed anche agli addetti ai lavori meno attenti alle dinamiche politico-amministrative. Tutto ciò, però, nella Regione del nascondimento e della premiazione per gli invisibili, non è necessariamente un male tatticamente. La sovraesposizione, soprattutto quando è figlia del molto fare, conduce ad errori e ad inimicizie. Il non fare lascia trascorrere il tempo senza il rischio di problemi di nessun tipo. Le elezioni provinciali, del resto, non nascono da un consenso popolare ma sono il frutto di manovre di palazzo, di accordi politici dopo che la sciagurata riforma Del Rio ha ridotto l’elettorato atti- vo e passivo ai soli Sindaci e Consiglieri Comunali con il diabolico meccanismo del voto ponderato che elimina anche il principio cardine della democrazia che si fonda sull’uguaglianza del voto. Ed è proprio questo lo scoglio che il Sindaco di Vietri di Potenza, nel suo immobilismo, deve riuscire a superare indenne. Nel 2022 un centrosinistra assolutamente lacerato ed un PD allo sbando decisero di sostenere il candidato pentastellato nella speranza di avere un sostegno immediato e senza remore ad un loro candidato alla Presidenza della Regione. Il piano, diabolicamente architettato dalla vecchia gestione del PD, ha portato i Cinque Stelle a guidare la Provincia di Potenza ma non ha vincolato questi ultimi alla parola data. Alle elezioni regionali, infatti, proprio il traballare convinto nella paralisi e la politica dei veti nei confronti prima di Chiorazzo come Presidente, poi di Pittella come alleato, ha portato il Centrosinistra ad una logorante fase preelettorale che è stata l’antica- mera della sonora sconfitta che ha rimediato alle urne. Christian Giordano in tutta quella fase è stato piuttosto in disparte. An- che da esponente di primo piano del suo partito non ha mai proferito verbo, quasi accettando supinamente e senza collaborazione strategica le decisioni del suo Partito. Chi conosce la politica sa che questa linea è adottata da chi si prepara a rappresentare l’ala dialogante di un partito chiuso. Su questa linea strategica e questa immagine di se stesso il Presidente spera di otte- nere il via libera per il bis, una cosa assolutamente prioritaria per poter provare la corsa alla Presidenza della Regione.
IL MALUMORE NEL PARTITO DEMOCRATICO
Ovviamente, per poter ottenere questa possibilità è assolutamente necessario che anche il PD e l’intera area progressista sostenga la conferma di Giordano. Il Partito Democratico, come sempre, è spaccato in vari pezzettini non comunicanti tra di loro. Esiste un gruppetto che già è pronto a sostenere la ri- candidatura di Giordano e che già ha iniziato un dialogo informale con il Presidente della Provincia per poter provare a determina- re la candidatura alla Presidenza della Regione. Non faremo nomi ma non è difficile capire chi possano essere gli esponenti che hanno iniziato la doppia strizzatura dell’occhio a Giordano. Si tratta di tut- ti gli scontenti, i delusi, quelli che sanno di non poter avere la benedizione dei vertici di Partito per una loro candidatura e che ragionano, come sempre, al tanto meglio tanto peggio. Dall’altro lato esiste una nuova classe dirigente che, non solo mal sopporta questo posiziona- mento interno al PD e questa lenta lacerazione senza strategia, ma addirittura immagina che sia il Parti- to Democratico a dover esprimere la leadership della Presidenza della Provincia. Il PD, pensano giustamente coloro i quali non si rassegnano ad una posizione minoritaria del Partito, non può essere la ruota di scorta del Movimento Cinque Stelle, deve es- sere centrale nelle scelte e, quindi, rivendicare la propria missione di partito guida anche in considera- zione che, dopo la perdita di Venosa, i Cinque Stelle non hanno nessuna rappresentanza istituzionale all’infuori del Sindaco di Vietri che farebbe il Presi- dente della Provincia sen- za nessun consenso suo e del suo partito.
IL MELLIFLUO GIORDANO
Christian Giordano, come abbiamo più volte detto, non è un uomo da vaffa day, è più simile (abist iniuria verbis) ad Andreotti che a Grillo nel suo fare e nel suo agire. Sta nei Cinque Stelle con la stessa coerenza e convinzione con la quale sarebbe stato nel PSDI o nel Partito Re- pubblicano se fosse vissuto nel tempo del pentapartito della gloriosa Prima Repubblica. È un esponente dei Cinque Stelle ma starebbe bene ovunque. Sulla base di questa caratteristica riuscì ad ottenere in donazione la Presidenza della Provincia nel 2022, sulla base delle stesse caratteristiche proverà ad ottenere la riconferma e la candidatura alla Presidenza della Regione Basilicata. Nel PD, però, qualcuno ha mangiato la foglia.
Di Massimo Dellapenna