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«NOI DISABILI ABBIAMO IL DIRITTO DI ESSERE CURATI»

Ridotte le sedute di fisioterapia perchè al centro non sono state ancora pagate le prestazioni erogate. La rabbia di Raffaele Logiurato: «Non abbiamo chiesto noi di essere malati»

Torniamo a raccontare, da queste colonne una storia di ingiustizia sociale che mai avremmo voluto raccontare. Raffaele Logiurato, disabile deve fare i conti con il mancato pagamento delle prestazioni di fisioterapia alle strutture da parte della Regione Basilicata. È lo stesso Raffaele a raccontare a Cronache la sua storia: «A distanza di 13 mesi toro a denunciare il grave abbandono di noi disabili da parte della Regione Basilicata», afferma con frustrazione. La struttura di fisioterapia che accoglie Raffaele, come molte altre, è costretta a operare con risorse limitate. «A causa del non pagamento delle spettanze, la struttura si vede costretta a ridurre i giorni di fisioterapia. Sono passato da tre sedute di terapia a due a settimana», racconta Raffaele. La riduzione delle sedute ha pesanti conseguenze sulla sua salute: «I dolori agli arti sono in aumento. Le mie gambe e le dita dei miei piedi sembrano totalmente anestetizzati». Il messaggio di Raffaele è chiaro: le istituzioni devono dare priorità ai diritti dei disabili. «È mai possibile che i nostri politici pensano soltanto ad aumentarsi lo stipendio? È mai possibile che i soldi per pagare chi fa assistenza ai disabili non si riescono mai a trovare?». Questo interrogativo mette in luce un problema di giustizia sociale che colpisce in particolare le categorie più vulnerabili. In un paese come l’Italia, dove la sanità pubblica dovrebbe garantire a tutti i cittadini un accesso equo alle cure, Raffaele denuncia un trattamento iniquo. «È mai possibile che i centri devono attendere ogni inizio di anno per avere il contentino e proseguire le prestazioni sanitarie convenzionate?». Le parole di Raffaele risuonano come un appello a tutti coloro che occupano cariche pubbliche. Nonostante i continui solleciti, i ritardi nei pagamenti rimangono un problema cronico. «I centri avanzano anni di arretrati, soldi che sono fermi al ministero della Sanità», sottolinea. Una situazione che genera frustrazione: senza risorse adeguate, le strutture faticano a garantire servizi essenziali, costringendo i pazienti a subire tagli alle prestazioni. Secondo Raffaele anche la distribuzione dei fondi non sarebbe equa. «Il contentino che la Regione eroga ai centri di fisioterapia non è di eguale misura per tutti. Alcuni centri, con un budget maggiore a disposizione, continuano a lavorare, mentre altri, come quello in cui mi reco da oltre cinque anni, devono ridurre le prestazioni. Tra stipendi, luce e manutenzione, non si riesce ad arrivare a fine anno», aggiunge. Le parole di Raffaele sono un chiaro invito alla riflessione: «Anzichè migliorare, peggioriamo». Una richiesta non solo per sé stesso, ma per tutti i disabili e malati cronici. «Non lo abbiamo chiesto noi di essere disabili. Io vorrei stare bene, purtroppo non è possibile. La mia malattia ormai cronica la posso solo contenere, non ci saranno miglioramenti», conclude Raffaele Logiurato. La sua testimonianza è un richiamo alla responsabilità di chi ha il dovere di garantire dignità e rispetto a tutti i cittadini, in particolare ai più fragili. «Voglio portare a conoscenza del popolo lucano questo ennesimo “affronto” e continuo problema», afferma chiedendo che il suo grido venga ascoltato. La storia di Raffaele Lo- giurato ci ricorda che la lotta per i diritti dei disabili è una battaglia di civiltà che coinvolge tutta la società. La speranza è che si possa finalmente affrontare e risolvere una situazione diventata insostenibile.

Rosamaria Mollica

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