STELLE BRUCIATE
TACCO&SPILLO
Dobbiamo confessare, anche con una certa onestà intellettuale, che della guerra tra i due Peppe, Grillo e Conte non ce ne può fregare un fico secco e non tanto per le sorti del vinto, ma perché alla fine la contesa sa davvero di minestra riscaldata con annessa fregatura politica. Ora lasciamo stare Luigi Di Maio, precursore della mutazione genetica e riciclato praticamente a tutto, ma non ci vuole la laurea in sociologia per capire l’indicibile accrocco grillino e cioè che sono entrati nelle istituzioni baldanzosi e col vaffa rivoluzionario in bocca ed alla fine si sono ritrovati ossequiosi e scolaretti della buon’anima di Andreotti. Prendete ad esempio la Basilicata dove hanno promesso l’impossibile e giudicate se non sono caduti nel grottesco stellare, in cui paiono anche a loro agio. Al Comune di Matera Bennardi per rimanere appiccicato alla poltrona ha imbarcato di tutto, alla Provincia di Potenza Giordano ha infilato nel suo staff il leader dell’opposizione della sua Vietri di cui, manco a farlo apposta, è pure sindaco, alla Regione le due passionarie Araneo e Verri sono la corrente dorotea del PD e, dulcis in fundo, Lomuti ormai è un deputato non pervenuto. Canta Claudio Baglioni:“Stelle bruciate lassù…”.