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APEA: I POLITICI NON SONO TUTTI UGUALI

Giordano (M5S) prima si impegna a salvare la società e i lavoratori, poi non trova i 7.500 € necessari, mette in liquidazione e licenzia. Mongiello (IV) procura le risorse per salvare la società, trova la strategia necessaria e continua a cercare una soluzione

Siamo ormai convinti che Christian Giordano non sappia esattamente dove si trovi e cosa debba fare. Quando ha accettato la candidatura alla Presidenza della Provincia forse credeva si stesse candidando per un posto al grande fratello vip o per qualche altro reality o talent show. Nel vedere le sue azioni ci tornano alla mente i nostri antichi studi liceali e le parole che Sallustio attribuisce a Mario nel suo “Bellum Iugurthinum“ che nella splendida traduzione di Vittorio Alfieri ironizzano sugli “uomini tardivi” che “Consoli eletti, cominciavano a leggere allora le antiche imprese militari, ed i Greci precetti” dimenticando che “imparare fa d’uopo prima d’ottener dignitadi ed operare, ottenutele”. Christian Giordano ci sembra ricalcare esattamente il ritratto che Mario fa dei suoi avversari politici che assurgono a cariche pubbliche senza sapere di cosa doversi occupare e che, poi, una volta accettati gli incarichi si preoccupano di cercare di capire di cosa doversi occupare in quell’incarico.

LA VICENDA APEA

Se volete un esempio chiaro del concetto astratto di inettitudine la potete trovare nella vicenda APEA. Come già abbiamo detto APEA è una Società interamente di proprietà della provincia di Potenza. Si è occupata praticamente dell’operazione caldaia sicura con la quale si è garantito il controllo nelle caldaie dei cittadini della nostra provincia. L’APEA versa in stato di crisi. La Regione Basilicata aveva dato la disponibilità a risolvere la questione con un processo di due diligence e l’eventuale acquisizione della stessa da parte di SEL o di altra società regionale. Christian Giordano in tutta questa operazione, per salvare gli undici posti di lavoro della Società e non disperdere un patrimonio di conoscenze tecniche e di professionalità, una cosa doveva fare ed era impegnare settemila e cinquecento euro della Provincia per fare emettere una fidejussione per ottenere un prestito che avrebbe consentito di salvare la Società. Non c’è un errore di calcolo né di battitura. Christian Giordano aveva l’unico onere di trovare nel bilancio della Provincia di Potenza settemila e cinquecento euro, praticamente una “fumata di sigarette” per un ente pubblico. Il Presidente della Provincia di Potenza aveva anche dato la sua formale disponibilità per agire in tal senso. Aveva dato questa formale disponibilità ai sindacati e ai lavoratori. La parola dello sbadato e sbandato Giordano, però, vale da Natale a Santo Stefano. Più precisamente nel caso di specie vale da Venerdi a Domenica. Il Venerdi. Infatti, il pentastellato Presidente della Provincia aveva preso quest’impegno, il lunedì si è recato con l’amministratrice unica della società Ala dal notaio per mettere in li- quidazione la società. Anche dopo questa azione la Regione Basilicata ha dato la sua disponibilità per agire in modo da salvare APEA ma il Presidente Giordano non ha voluto sentire ragione. Evidentemente da quando è diventato il numero uno della Provincia non crede più che uno vale uno ma che più che il destino degli undici lavoratori siano importanti i suoi bizzarri desideri frutto della sua evidente inettitudine. Ora per i lavoratori si apre la strada del licenziamento. I Cinque Stelle si dimostrano come gli Unni di Attila, dovunque passano non cresce più l’erba.

MONGIELLO NON SI ARRENDE

L’assessore Mongiello, grande protagonista nell’operazione del tentativo di salvataggio di APEA che avrebbe sicuramente portato a termine se non ci fosse stata l’inettitudine di Giordano, non ha alcuna intenzione di darsi per vinta. Da ottimo amministratore qual è, ha tutta la determinazione necessaria per poter salvare gli undici posti di lavoro e con loro le competenze professionali acquisite ed utili per il nostro territorio. In una nota diffusa nella serata di eri ha fatto sapere, infatti, che non ha alcuna intenzione di mollare la presa sulla questione. «Già dal mese di agosto, a pochi giorni dall’insediamento in assessorato, ho preso in carico, insieme al direttore generale Busciolano e ai legali del Dipartimento e della Giunta, la questione Apea» ha fatto sapere l’assessore all’ambiente aggiungendo che anche all’ultimo tavolo convoca- to nel dipartimento «abbiamo provato a immaginare tutte le strade percorribili nell’alveo delle leggi vigenti e nel rispetto delle normative». Con la correttezza istituzionale che le è propria e che si addice al suo ruolo nella sua nota l’assessore non fa riferimento alle incapacità del Presidente Giordano ma precisa che «continueremo a valutare ancora ogni possibilità nel rispetto di tutti ma senza avventurarci in soluzioni non aderenti alle leggi». Un lavoro che l’assessore non ha alcuna intenzione di fermare giacchè conclude » anche in queste ore esperti giuridici stanno lavorando allo studio delle procedure idonee a salvaguardare i posti di lavoro e razionalizzare le attività di controllo comprese eventuali modifiche alla legislazione vigente. Questioni che attengono prima ad aspetti di carattere giuridico – legale che politici»

I POLITICI NON SONO TUTTI UGUALI

La parabola dei cinque stelle nasce fondandosi sul populismo moralista secondo cui i politici sono tutti uguali e loro avrebbero salvato l’Italia liberandola dai politici. La parabola discendente dimostra che avevano torto in tutto e per tutto. Avevano torto a credere che i politici fossero tutti uguali, avevano torto a immaginare di poter salvare l’Italia. La vicenda di APEA lo dimostra chiaramente. Dimostra chiaramente che c’è una differenza etica, procedurale e sostanziale tra l’assessore Mongiello che sta facendo di tutto per salvare una Società Pubblica, i suoi lavoratori e le professionalità acquisita e Giordano che, invece, per un mix tra sadismo e inettitudine non solo non riesce a trovare settemila e cinquecento euro necessari per una fideiussione ma addirittura, prima si impegna per salvare la società e, poi, la porta in liquidazione rimangiandosi la parola data. Se qualcuno vuole descrivere chiaramente cosa significhi la parola fallimento politico e come questa si attagli chiaramente ai Cinque Stelle, può citare Christian Giordano e le sue mirabolanti imprese fallimentari. Forse anche quella parte di Partito Democratico che lo ha voluto alla Presidenza della Provincia e che oggi immagina come possibile un suo bis o, addirittura, una sua candidatura alla Presidenza della Regione dovrebbe iniziare a mettersi sui ceci dietro la lavagna.

Di Massimo Dellapenna

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