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AQL: CUPPARO SFIDA BARDI

Bernardo, fratello del DG già pittelliano voluto dal forzista, prova a sfidare Andretta candidato col 60% . Su Aql il cdx si gioca la faccia. L’assessore, assente da tempo in Giunta, fa il doppio gioco

Per l’elezione dell’amministratore di Acquedotto Lucano S.p.A. si voterà tra due candidati… forse. Alla candidatura di Andretta voluta dal Presidente Bardi si contrapporrà quella di Andrea Bernardo…forse, ex Presidente regionale dell’ANCI ed ex Sindaco di Colobraro. Diciamo forse perché mentre andiamo in stampa la candidatura unica depositata è quella di Andretta, sostenuta dal 60% dei soci (Regione più molti Comuni), mentre quelle di Bernardo ancora no. E comunque se anche in nottata dovrebbe riuscirci, l’ex sindaco di Colobraro non dovrebbe andare oltre il 15% circa dei soci, compresa Matera che da lunedì potrebbe perdere il diritto al voto se come pare l’amministrazione cadrà. Insomma una candidatura di fatto unica quella di Andretta, fortemente voluta da Bardi che ha vinto le resistenze anche di qualche alleato. Ma non si può nascondere il dato plirofo che ne emerge. Andiamo con ordine, a dare l’annuncio della sua candidatura alternativa è stato con messaggio su whatsapp Bernardo con il quale ha spiegato ieri pomeriggio le ragioni della sua candidatura last minute. Alla base della sua decisione la mancata «apertura per un Consiglio di Amministrazione di Acquedotto Lucano formato da 5 componenti» da cui scaturisce la volontà di «far percepire alla Regio- ne Basilicata l’importanza anche dei Comuni, soci al 51% e proprietari delle reti comunali, oltreché rappresentanti degli interessi legittimi dei cittadini a vedere ben gestito un bene importante come l’acqua.» In pratica, non essendoci stata la disponibilità ad inserirlo nel Consiglio d’Amministrazione, Bernardo decide di candidarsi (Sic!).

CONTRO BARDI AL SERVIZIO DI CUPPARO

È chiaro che la candidatura di Bernardo è destinata a sbattere contro un muro. Quello che, però, che emerge è che Andrea Bernardo è fratello del già pittelliano Antonio Bernardo, direttore generale del Dipartimento Sviluppo Economico, lavoro e servizi alla comunità. Voluto fortemente dal titolare dell’assessorato, il forzista Franco Cupparo, che ha dovuto combattere non poco le resistenze, a questo punto corrette, negli anni di Bardi. Dunque non è difficile immaginare che dietro l’operazione Bernardo ci sia anche lo zampino di Franco Cupparo. È evidente che, al di là della legittima autonomia di posizioni anche all’interno della stessa famiglia, Franco Cupparo sta da tempo adottando un atteggiamento ostruzionistico nei confronti del Governatore e della maggioranza. Sempre più assente dalle riunioni della Giunta Regionale, appare un corpo estraneo. Basta vedere i verbali delle ultime sedute di Giunta Regionale per scoprire che l’assessore di Forza Italia, militante nello stesso partito che ha scelto il Presidente Bardi, è sempre assente ad ogni seduta ed in ogni discussione. Un dato chiaro della sua volontà di non sentirsi parte della maggioranza, del suo partito e della Giunta Regionale.

QUO USQUE TANDEM

Ci chiediamo fino a quando Bardi avrà intenzione di tollerare questo logoramento interno da parte del suo assessore che, da un lato continua ad esercitare un ruolo in Giunta, dall’altro si comporta come un consigliere regionale di opposizione. Se è vero, infatti, che ciascun fratello può decidere autonomamente come comportarsi. Se è vero che può capitare che un assessore abbia impegni improrogabili ogni volta che c’è una riunione di Giunta. È anche vero che due indizi fanno una prova. Le coincidenze non governano il mondo tanto meno la politica. Esiste una scelta precisa da parte di Cupparo di logorare il centrodestra per una qualche forma di ambizione personale che travalica gli interessi della Regione e anche della sua coalizione.

QUALCUNO DEVE ESSERE REVOCATO

A questo punto non ci sono molte alternative. Se Franco Cupparo non condivide l’azione che il fratello del Direttore Generale Bernardo, da lui scelto, sta compiendo, deve imporgli le dimissioni. Se il fratello del candidato alternativo a quello proposto dal centrodestra resta a fare il Direttore Generale, Cupparo è complice dell’assalto alla coalizione. Se Cupparo è complice delle manovre atte ad indebolire il Governatore e la sua maggioranza, deve essere dimissionato o presentare le sue dimissioni. Tanto più che ormai Cupparo manco partecipa più alle attività di Giunta. In pratica o Cupparo caccia Bernardo o Bardi deve cacciare Cupparo. Tertium non datur, direbbero gli esperti di logica aristotelica.

IL RISCHIO PALUDE

l centrodestra è alla seconda esperienza di Governo Regionale consecutiva. Queste azioni di disturbo compiute all’interno della stessa maggioranza e dello stesso governo rischiano di logorarlo e di rompere il rapporto fiduciario con i suoi dirigenti e con il suo elettorato. Bardi ha condotto due volte brillantemente la sua coalizione alla vittoria, è arrivato il momento che strappi via i rami secchi e lasci che l’albero torni a fiorire. L’atteggiamento di Cupparo è mortificante per tutta la coalizione e per la maggioranza dei cittadini lucani che ha votato Bardi.

Di Massimo Dellapenna

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