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REGIONE E “PARCO URBANO DELLE CANTINE”

Scattone: «Ottima notizia l’eventuale rifinanziamento della L.R.12\2010, per il Parco che ad oggi ha 8 Comuni»

Il Sindaco di Acerenza Fernando Scattone commenta l’ordine del giorno approvato nell’ultima seduta di Consiglio regionale e collegato alla legge di assestamento di bilancio regionale «che, ha prodotto l’intenzione e il rifinanziamento della legge regionale n. 12 del 2010 sul “Parco Urbano delle Cantine”. Ordine del giorno che interessa direttamente i Comuni di Rapolla, Barile, Roccanova, Pietragalla, Sant’Angelo Le Fratte, Chiaromonte, Acerenza e Tolve che già dal prossimo bilancio regionale 2025/2027, lo si spera, vedranno rifinanziata la Legge Regionale 5 febbraio 2010, n.12».

Prosegue Scattone: «Si tratta di un tema davvero interessante e importante per il territorio lucano.
L’art.4. della Legge regionale, infatti definisce letteralmente il Parco delle Cantine come “il sistema di insediamenti ipogei che conservano un significativo valore ambientale e paesistico e che risultano inseriti in particolari contesti naturali ed assumono rilevanza strategica per il riequilibrio delle aree urbanizzate, nonché come insieme di spazi destinati alle attività ricreative, culturali e del tempo libero a tali fini recuperabili, funzionalmente integrati in un tessuto unitario e continuo”.
Lo stesso articolo -prosegue il Sindaco- definisce e delimita esattamente l’area territoriale del Parco delle Cantine che è attualmente quella che comprende i territori de gli 8 Comuni e successivamente sarà composta dai territori di quei comuni che ne faranno richiesta ai sensi dell’articolo 5 e che presentano le caratteristiche richieste dalla presente legge».

Nel caso specifico di Acerenza, il parco urbano delle cantine è situato a nord-ovest del centro abitato, dove è consolidata da secoli oramai, la rinomata tradizione enologica di Acerenza, in prospicienza di una fontana denominata “La Pila”, dove sgorgano ben due sorgenti differenti.

«Le cantine -aggiunge Scattone- sono legate alle antiche abitazioni del borgo antico, poiché ne caratterizzano il ruolo pertinenziale. Fisicamente le cantine sono la base del centro storico. Il ruolo sociale da esse svolto, è legato alla produzione di vin ed alla conservazione dello stesso fuori delle mura, alla possibilità di svolgere lavori in un ambiente esterno e alla volontà di trovare attività produttive e momenti di aggregazione. Il parco urbano delle cantine è uno splendido esempio di architettura rupestre, simbolo della civiltà lontana e contadina. Si tratta di vere e proprie grotte scavate nella roccia arenaria, luogo deputato alla trasformazione delle uve ed alla conservazione del vino. Il valore storico-ambientale è legato alla tipologia degli elementi, al loro essere sistema percettivo di forte impatto e a costituire elemento di supporto delle antiche mura.
L’attenzione riservata al parco urbano delle cantine dall’Amministrazione, «ha riservato già un primo finanziamento di euro 400.000,00, rinveniente dalla misura 7.6 area interna Alto Bradano che ha consentito la realizzazione di un percorso pedonale turistico che dal centro storico di Acerenza, passando per il parco delle cantine giunge alla storica fontana della Pila. Un percorso che ha trovato già l’approvazione e l’utilizzo da parte dei tanti viaggiatori che si recano ad Acerenza alla scoperta del borgo e delle sue bellezze. Negli ultimi anni, soprattutto le due comunità limitrofe, quella di Acerenza e quella di Pietragalla, portano avanti un interessante progetto di valorizzazione del territorio, con il parco urbano delle cantine e i palmenti, con particolare attenzione alla riscoperta del patrimonio immateriale e materiale in stretta collaborazione con gli operatori culturali.
L’idea è quella di rafforzare il senso d’identità della popolazione, mettendo a disposizione dei fruitori del nostro territori, attratti dall’idea di visitare i borghi, scoprendo vita e valori, i propri attrattori culturali – e si avvia a concludere il Primo cittadino acheruntino- Un investimento che inevitabilmente potrà produrre ricadute positive sui territori interessati, generando un ritorno sul turismo, sull’economia, sulla dimensione sociale e culturale, sui principali comparti della filiera turistica (ricettività, ristorazione, ricreazione) ma anche sugli altri settori economici localizzati sul territorio, in particolare quelli legati agli elementi più caratteristici che coinvolgono il tessuto produttivo/culturale locale».

«Ecco perché -chiosa Scattone- l’assunzione dell’impegno dall’Assise regionale di rifinanziare la Legge regionale in merito, rappresenta una notizia importante per le nostre comunità che se dovesse trovare realmente una copertura finanziaria nelle prossime leggi di bilancio regionale, potrebbe dare un reale supporto all’azione amministrativa delle comunità interessate ad ampliare il ventaglio di offerte da mettere a disposizione di un turismo enogastronomico sempre più attento ai piccoli borghi lucani».

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